Oscar 2015, miglior film: American Sniper, Birdman, Boyhood, Grand Budapest Hotel, The Imitation Game, La teoria del tutto, Selma, Whiplash
Il prossimo 22 febbraio saranno annunciati i vincitori degli Oscar 2015. Scopri e vota con Blogo tutti i candidati alla categoria miglior film.
La notte degli Oscar si avvicina e Blogo termina con la categoria miglior film la serie di sondaggi e approfondimenti sulle categorie degli Oscar 2015.
Vi ricordiamo che potete ancora votare i sondaggi per i film candidati per scenografia, costumi, trucco, sonoro, montaggio sonoro, fotografia, colonna sonora, canzone originale, effetti speciali, sceneggiatura non originale, sceneggiatura originale, corto live-action, corto documentario, corto d’animazione, montaggio, attore non protagonista, attrice non protagonista, attore protagonista, attrice protagonista, film d’animazione e miglior regia concludiamo con gli otto nominati per il Miglior film.
In lizza per il miglior film di questa ottantasettesima edizione degli Oscar troviamo American Sniper di Clint Eastwood, Birdman di Alejandro González Iñárritu, Boyhood di Richard Linklater, Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, The Imitation Game di Morten Tyldum, Selma – La strada per la libertà di Ava DuVernay, La teoria del tutto di James Marsh e Whiplash di Damien Chazelle
Riepilogo delle candidature:
9 – Birdman
9 – Grand Budapest Hotel
8 – The Imitation Game
6 – American Sniper
6 – Boyhood
5 – Foxcatcher
5 – Interstellar
5 – La teoria del tutto
5 – Whiplash
4 – Turner
3 – Into the Woods
3 – Unbroken
2 – Guardiani della Galassia
2 – Ida
2 – Selma – La strada per la libertà
2 – Vizio di forma
2 – Wild
1 – L’amore bugiardo – Gone Girl
1 – Apes Revolution – Il pianeta delle scimmie
1 – Beyond the Lights
1 – Big Hero 6
1 – Boxtrolls – Le scatole magiche
1 – Captain America: The Winter Soldier
1 – Dragon Trainer 2
1 – Due giorni, una notte
1 – Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate
1 – The Judge
1 – The LEGO Movie
1 – Leviathan
1 – Maleficent
1 – Mandariinid
1 – Lo sciacallo – Nightcrawler
1 – Song of the Sea
1 – Still Alice
1 – La storia della principessa splendente
1 – Storie pazzesche
1 – Timbuktu
1 – Tutto può cambiare
1 – X-Men – Giorni di un futuro passato
A seguire trovate il sondaggio in cui potete esprimere la vostra preferenza sulla categoria e a seguire info sui film in lizza.
American Sniper di Clint Eastwood
– Sono in totale 6 le candidature collezionate dal biopic di Clint Eastwood basato sull’autobiografia di Chris Kyle, militare statunitense e uno dei migliori cecchini dei Navy SEAL.
– Il film è stato inserito dall’American Film Institute Awards tra i Migliori dieci film dell’anno.
Il Regista / Produttore Clint Eastwood sul film:
Ho girato vari film che raccontano storie di guerra, ma questo è stato molto emozionante per me perché racchiude sia le missioni di guerra di Chris, che molti aspetti della sua vita personale che lo rendono ancora più interessante. Il film mostra come la guerra possa segnare una persona e metter anche delle forti pressioni su tutta la famiglia. Fa bene ricordare cosa sia in ballo quando le persone vanno in guerra e rendersi conto del grande sacrificio che comporta. Per questo motivo ho creduto che potesse essere una storia molto importante da raccontare.
Il commento del protagonista Bradley Cooper anche produttore del film:
In qualche modo è una storia universale che racconta la storia di tutti i reduci di guerra, il dover affrontare l’impatto di trovarsi in un campo di battaglia e poi improvvisamente ritornare a casa a “una vita normale”. Questo per me ha rappresentato un tema al quale sono molto sensibile. Mi è piaciuto il fatto che il film non fosse proprio un genere di guerra, ma che fosse più un analisi caratteriale. Se guardi i film di Clint Eastwood come “Gli Spietati,” ‘Gran Torino,’ ‘Lettere da Iwo Jima’…sono tutti delle analisi complesse di personaggi anche molto diversi tra loro. Eastwood è il regista adatto a raccontare questa storia in modo molto schietto e veritiero.” Cooper aggiunge che “American Sniper”, con il suo dramma umano, fa parte dei canoni di Eastwood, esplorare e scoprire la natura degli uomini per i quali la violenza e la giustizia diventano inesorabilmente intrecciati. “Chris non era un uomo violento, tutt’altro, ma quando viene chiamato al dovere non si tira indietro perché crede che la causa sia giusta. Il suo eroismo non si basava solamente sul numero di persone “uccise” in guerra, ma anche sul modo in cui è riuscito ad affrontare le ferite intangibili della guerra, non solo in lui ma anche quelle create alla sua famiglia”.
Birdman di Alejandro González Iñárritu
– Sono in totale 9 le candidature collezionate dall’acclamata e pluripremiata dark-comedy di Alejandro González Iñárritu interpretata da Michael Keaton, Zach Galifianakis, Emma Stone e Edward Norton.
– Il film ha vinto un Golden Globe per la Migliore fotografia (Emmanuel Lubezki); Alejandro González Iñárritu è stato premiato per la migliore regia dal Directors Guild of America e il film ha vinto 3 Satellite Awards (miglior film, attore protagonista e colonna sonora) e 3 Critics’ Choice Movie Awards (Miglior attore protagonista, sceneggiatura originale e Miglior cast).
Come tutti i film di Iñárritu, BIRDMAN scandaglia in modo originale l’esistenza umana, osservandola attraverso gli occhi dei personaggi legati al protagonista Riggan (Michael Keaton), mantenendo il delicato equilibrio tra commedia e pathos, tra illusione e realtà, e lasciando spazio a molteplici interpretazioni. “Ho sempre pensato che, una volta arrivati ai quarant’anni, valga la pena affrontare soltanto quello che fa veramente paura. E questo film mi spaventava, ma in modo positivo, perché era un territorio nuovo e io mi trovavo decisamente al di fuori dei miei confini”, dichiara Iñárritu. Mentre il film si sofferma sulle sofferenze e tribolazioni degli attori, Iñárritu vede la loro ricerca di gratificazioni come un desiderio universale. “Ecco la definizione moderna di realizzazione: le persone vogliono diventare famose subito, non attraverso un percorso professionale portato avanti negli anni. In un solo secondo si possono ricevere 800.000 ‘Mi piace’ su un qualunque social network e per alcuni questo è un traguardo di per sé, anche se fugace. L’immediatezza dei social network può facilmente distorcere la realtà, specialmente di uno come Riggan, la cui ambizione di celebrità ha creato delle aspettative che ancora non ha soddisfatto. Riggan deve affrontare una situazione nuova e il cambiamento è difficile. BIRDMAN è la storia di un uomo che cerca di dimostrare di essere qualcosa che va oltre il ‘Mi piace’. Ma nel mondo attuale, dove l’ironia la fa da padrona, chiunque voglia essere onesto e coscienzioso viene spesso messo da parte. È un mondo assurdo e surreale”, spiega Iñárritu. “Alla fine, ho solo cercato di narrare in modo divertente i disastri della natura umana che dobbiamo riconciliare, se non con le nostre carenze e gli errori del mondo, almeno con il modo in cui li affrontiamo e li viviamo.
Boyhood di Richard Linklater
– Sono in totale 6 le candidature collezionate dal dramma di Richard Linklater in pole position per la vittoria nelle categorie Miglior film, regia e sceneggiatura originale. Boyhood è un progetto oltremodo singolare, girato per brevi periodi dal Linklater tra il 2002 e il 2013, il film è un’esperienza cinematografica innovativa che copre 12 anni di vita di una famiglia. Al centro della storia c’è Mason, che assieme alla sorella Samantha, vive un viaggio emozionale e trascendente attraverso gli anni, dall’infanzia all’età adulta.
– Il film Orso D’argento al Festival di Berlino per la miglior regia ha vinto 3 Golden Globe (Miglior film drammatico, regista e attrice non protagonista a Patricia Arquette), 3 BAFTA (Miglior film, regista e attrice non protagonista) e 2 Satellite Awards (Miglior regista e attrice non protagonista).
Più che una sceneggiatura convenzionale, Linklater ha iniziato a dar vita a qualcosa di più simile ad un progetto strutturale e, con questo, è stato in grado di ottenere un sostegno a lungo termine da parte della IFC Films, che si è impegnata fermamente nel progetto con una conseguente produzione decennale. Successivamente ha ipotizzato un potenziale cast tecnico ed artistico, spiegando come si sarebbe svolto il programma di questa produzione irregolare: si sarebbero dovuti tutti incontrare annualmente, ogni qualvolta i loro svariati impegni lo permettessero, per 3-4 giorni di riprese. Linklater avrebbe potuto scrivere e modificare in itinere (con la sua collaboratrice di lunga data Sandra Adair) la programmazione. Nessun’altro all’infuori del gruppo sapeva cosa stessero creando durante i 144 mesi di produzione, e solo una volta terminate le riprese finali, si è giunti alla prospettiva complessiva del film. Linklater è stato gratificato dall’aver trovato così tante persone pronte a fare questo salto nel buio assieme a lui. ” E’ stata una scelta particolarmente azzardata per la IFC di impegnarsi in questo lavoro, e so che Jonathan Sehring [Presidente della IFC Films ] si è molto battuto per il progetto,” dice. “Ha dovuto giustificare ogni anno tutte le spese, senza disporre di materiale da mostrare negli anni a venire. Ho avuto la fortuna che tutto ciò accadesse, altrimenti nulla sarebbe stato possibile”.
Grand Budapest Hotel di Wes Anderson
– Sono 9 in totale le nomination ricevute dal film di Wes Anderson che narra la storia di Gustave H., il leggendario concierge del Grand Budapest Hotel interpretato da Ralph Fiennes, e del suo giovane protetto Zero Moustafa, un fattorino che diviene il suo più fidato amico. Sullo sfondo il furto e il recupero di un celebre dipinto rinascimentale, la violenta battaglia per un’enorme fortuna di famiglia, ed una dolce storia d’amore. Il tutto tra le due guerre, mentre il continente è in rapida e radicale trasformazione.
– Il film ha vinto un Golden Globe come Miglior film commedia o musicale, 5 BAFTA (Migliore sceneggiatura originale, colonna sonora, costumi, scenografia e trucco), un David di Dinatello come Miglior film straniero e un Nastro d’argento ai Migliori costumi (Milena Canonero).
Il regista Wes Anderson ha scritto il ruolo di Monsieur Gustave H., il pignolo concierge al centro del film, con in mente un attore: Ralph Fiennes che si è completamente immerso nelle molte contraddizioni del personaggio. “Gustave è insicuro, vanitoso e bisognoso, come dice nel copione, ma è anche una persona molto molto pignola con un forte senso dei principi radicato nell’idea di come curarsi degli altri”, osserva l’attore. Fiennes ha apprezzato particolarmente il rapporto paterno di Gustave con il giovane Zero, da lui scelto come potenziale protégé nella interminabile battaglia contro la volgarità del mondo. “Per Gustave, Zero è un innocente inesperto delle cose del mondo che ha bisogno di istruzione – nota l’attore – I due alla fine diventano però ‘fratelli d’armi”. Fiennes era ispirato dalle sue prime collaborazioni con Anderson che, nota, ha un modo di vedere il mondo tutto peculiare. “Con GRAND HOTEL BUDAPEST, Wes ha creato una vera commedia acrobatica con travestimenti e fughe, e c’è sempre quel sottotono dolce amaro tanto distintivo”, dice. “I suoi film hanno sempre questo tocco leggero idiosincratico, all’interno del quale vivono forti temi ed emozioni. È una miscela insolita che nessun altro può ripetere perché viene dall’interno di Wes, dal suo senso dell’umorismo e dalla sua personale percezione del mondo. “Wes è esigente con i suoi attori in maniera molto positiva – dice Fiennes – Rifinisce sempre un momento fino a che non assume la sensazione la luce giusta. La velocità di resa è una cosa che apprezza veramente perché questo tipo di materiale ha bisogno di quel genere di vivacità. In definitiva, ha creato un proprio tempo ed mondo predefinito in cui la gente è più audace e si diverte di più”. Sotto tutte le insofferenze superficiali di Gustave c’è un nucleo emotivo basilare, di devozione, sentimento ed affetto, che fornisce una gran parte del centro emozionale della storia. Osserva il coprotagonista Edward Norton, il cui personaggio dà la caccia a Gustave: “Gustave è qui il più grande personaggio che Wes abbia creato, e nessuno lo avrebbe potuto interpretare meglio di Ralph. Gustave è contraddittorio – ha questa arrogante concezione dei giusti valori, ed è al tempo stesso ferocemente leale. È come un’occhiata ad un vecchio mondo un attimo prima della sua scomparsa.
The Imitation Game di Morten Tyldum
– Sono 8 in totale le nomination collezionate da The Imitation Game di Morten Tyldum, con protagonista Benedict Cumberbatch nei panni del matematico e crittoanalista Alan Turing. La pellicola è l’adattamento cinematografico della biografia “Alan Turing. Storia di un enigma” scritta da Andrew Hodges nel 1983.
– Il film ha vinto il Toronto International Film Festival ed è stato eletto film dell’anno dall’American Film Institute (AFI Awards) e dal National Board of Review of Motion Pictures.
Il regista Morten Tyldum:
Ho il cast perfetto. E’ impossibile distogliere lo sguardo da Mark Strong nelle scene in cui è presente. Charles Dance porta tale autorità al suo personaggio da sembrare un militare nato. L’interpretazione di Rory Kinnear nel ruolo di Nock è incredibilmente stratificata per non parlare dei decrittatori – Allen e Matthew. Sono stato così fortunato a lavorare con questo gruppo di attori, non potrò mai elogiarli e ringraziarli abbastanza.
Lo sceneggiatore Graham Moore:
Quando ero un adolescente, ero un patito di computer. Facevo parte del gruppo di studio di informatica e andavo pazzo per la programmazione; per chi ha questa passione, Turing rappresenta un oggetto di culto. Era l’insospettabile inventore del primo computer a cui la storia non aveva fatto giustizia; ricordo che fin da quando ero adolescente avevo sentito parlare di lui dai vari Steve Jobs e Bill Gates. Questo film è la cosa più importante a cui potrò prender parte e non so se in futuro riuscirò a fare qualcosa che amo altrettanto, ma io sono molto contento di aver avuto ora questa occasione.
Selma – La strada per la libertà di Ava DuVernay
– Sono in totale 2 le nomination (miglior film e miglior canzone) collezionate da Selma – La strada per la libertà, dramma biografico diretto da Ava DuVernay. Il film rappresenta una rievocazione delle marce da Selma a Montgomery supportate da Martin Luther King che dal 1965 segnarono l’inizio della rivolta per i diritti civili negli Stati Uniti.
– Il film ha vinto un Golden Globe per Migliore canzone originale (Glory di John Legend e Common).
Ava DuVernay, una regista che proviene dal cinema indipendente e la cui famiglia è originaria dell’Alabama, dice: “Selma è la storia di una voce; la voce di un grande leader, la voce di una comunità che trionfa nonostante i tumulti e la voce di una nazione che ambisce a diventare una società migliore. Spero che il film ci ricordi che tutte le voci hanno un valore e meritano di essere ascoltate.” Partendo dallo sconcertante fatto che sino ad oggi nessun film importante si è concentrato su aspetti della vita del Dr. King e ne tantomeno sul movimento per il diritto al voto, Ava DuVernay ha sentito come ci fosse il bisogno scottante che questa storia venisse raccontata. Allo stesso tempo, voleva eliminare quella patina di icona intoccabile e portare alla vita il Dr. King come un uomo in carne e ossa, un uomo con difetti e incertezze, ma anche con una forza d’animo e un ardore che erano intensificati dagli sforzi delle persone intorno a lui. “Trovo alquanto sorprendente e meritevole di discussione che, nei 50 anni dalla morte del Dr. King, non ci sia mai stato un film incentrato su di lui come protagonista. È uno shock.”dice la regista. “È piuttosto strano e anche spiacevole, ma sono contenta che siamo qui adesso.” La storia del Dr. King è il tema centrale di Selma, ma Ava DuVernay allarga la narrazione anche agli uomini e alle donne che hanno avuto un ruolo cruciale nel costruire, mantenere e far crescere il movimento. Lei ha voluto mettere a nudo non solo questi eventi determinanti, ma anche le ricche dinamiche personali dietro a questi eventi. “Siamo portati a pensare a King come a una statua, un discorso o una vacanza, ma lui era un uomo, un uomo che aveva relazioni complicate, che era molto umano; un uomo che è morto all’età di 39 anni combattendo per libertà di cui tutti noi oggi beneficiamo. Penso che se smonti il suo mito, ti rendi conto che la sua forza interiore è qualcosa che tutti noi abbiamo. Se solo fossimo in grado di accederci potremmo fare grandi cose”.
La teoria del tutto di James Marsh
– Sono 5 le candidature collezionate dal film biografico diretto da James Marsh e interpretato da Eddie Redmayne, nei panni del giovane Stephen Hawking, celebre fisico, astrofisico e cosmologo. Il film è l’adattamento della biografia “Verso l’infinito (Travelling to Infinity: My Life With Stephen)”, scritta da Jane Wilde Hawking, ex moglie di Stephen Hawking.
– Il film ha vinto 2 Golden Globe (miglior attore in un film drammatico a Eddie Redmayne e Migliore colonna sonora) e 3 BAFTA (Miglior film britannico, attore protagonista e sceneggiatura non originale).
Il regista James Marsh, che ha vinto l’Oscar per il suo documentario “Man on Wire. Un uomo tra le torri”, stava continuando a lavorare sia su film narrativi che su documentari. Quando ha ricevuto il copione, ammette il regista: “Avevo l’immagine fissa di Stephen Hawking come una grande mente scientifica con la sedia a rotelle e la macchina per la voce. “Ma mi sono velocemente infatuato del punto di vista di Anthony, che era quello di raccontare la storia dalla prospettiva della donna che si stava innamorando di un uomo fisicamente abile e che poi fa la scelta difficile di rimanere con l’uomo che ama anche quando gli viene diagnosticata una malattia terminale. La commovente e insolita storia d’amore che Anthony ha scritto era piuttosto originale nel dimostrare cosa vuol dire vivere con qualcuno che è sia un disabile che un genio, e l’onere che questo ha significato per la carriera di Jane e per lei stessa come moglie e madre. Questo era un territorio molto ricco. Il regista è stato attratto da La teoria del tutto perché lo spirito del film gli ricordava Man on Wire – Un uomo tra le torri; entrambi parlano di uomini che superano i limiti e i confini umani convenzionali. Il regista dice: “C’è chiaramente un’affinità, e anche un’ironia cosmica: Stephen è limitato fisicamente ma mentalmente è in grado di andare dove vuole. La sua mente può e viaggia fino ai limiti più lontani dell’universo, ma il suo corpo è prigioniero.” L’idea di base sulla quale Marsh si è concentrato era che “la storia di Stephen Hawking, anche se dolceamara, non è una tragedia anche se una malattia quasi fatale che colpisce un giovane uomo abile di belle speranze ne ha tutti gli elementi. E’ il personaggio di Stephen che fa sì che non lo sia; la sua resistenza alla malattia con umorismo, perseveranza e determinazione rende questa storia, alla fine, il contrario di una tragedia. “Sono passati cinquanta anni e Stephen è ancora vivo, e questo è incredibile.
Whiplash di Damien Chazelle
– 5 le nomination totalizzate dal dramma Whiplash diretto da Damien Chazelle e interpretato da Miles Teller e JK Simmons, la cui trama con elementi musicali racconta di un ragazzo che sogna di diventare uno dei migliori batteristi jazz della sua generazione sotto la guida di uno spietato insegnante dai modi duri e prevaricatori.
– Il film ha vinto il Gran premio della giuria al Sundance Film Festival e l’attore J.K Simmons ha vinto un Golden Globe, un BAFTA, un Critics’ Choice Movie Award e un Satellite Award come miglior attore protagonista. Inoltre il sonoro e il montaggio del film sono stati premiati con un BAFTA.
Il regista Damien Chazelle parla del film:
Volevo fare un film che sembrasse un film di guerra o di gangste, un film in cui il strumenti musicali sostituiscono le pistole e dove l’azione si svolge non su un campo di battaglia, ma in sala prove o su un palco di un concerto. Sono sempre stato incuriosito dalla figura del giovane Charlie Parker. Se avessimo chiesto ai suoi contemporanei chi tra i giovani musicisti di Kansas City sarebbe diventato il miglior musicista della sua generazione, nessuno avrebbe scommesso su Parker. Per i più anziani era un giovane appassionato dal talento modesto. Eppure qualcosa è accaduto nella tarda adolescenza. Che cosa è accaduto? Beh, la storia dice che una notte, Charlie è stato coinvolto in un contest, una sorta di confronto tra un musicista e unìorchestra al Reno Club dove ha completamente incasinato il suo assolo: il batterista del club gli ha dato un piatto in testa e il pubblico fischiato. Giaceva in lacrime, borbottando, “Tornerò e mostrerò loro quello che posso fare”. Ha lavorato come un matto per un anno tornato al Reno, ha impressionato tutti. Al liceo ho passato ore rinchiuso in un seminterrato insonorizzato suonando la batteria fino a farmi sanguinare le mani, sognando una metamorfosi simile a quella di Parker.