Oscar 2020, i vincitori: Parasite di Bong Joon-ho fa la Storia, è un trionfo epocale
Bong Joon-ho ribalta i pronostici della vigilia ed entra nella Storia del Cinema.
Sam Mendes, strafavorito della vigilia avendo vinto DGA, PGA, Bafta e Golden Globe, ne è uscito a pezzi. 1917 ha vinto 3 Oscar su 10 candidature (sonoro, fotografia ed effetti speciali), mentre Martin Scorsese, come capitato ai tempi di Gangs of New York, ha fatto filotto. Ma in negativo. 10 nomination per il suo The Irishman, e nessuna statuetta. Solo Il Colore viola e Due vite, una svolta, entrambi con 11 candidature e zero Oscar, sono riusciti a fare di peggio.
Distrutta Netflix, che guardava tutti dall’alto in basso nel numero di nomination (ben 24), tornata a casa con un unico Oscar, quello andato alla miglior attrice non protagonista Laura Dern per Marriage Story. Brad Pitt è stato incoronato miglior attore non protagonista per C’era una volta a… Hollywood di Tarantino, premiato anche per le scenografie, mentre Taika Waititi ha conquistato la statuetta per la sceneggiatura non originale di Jojo Rabbit. Battuta Greta Gerwig. Poco coraggio Academy in ambito animato, con l’Oscar assegnato a Toy Story 4 della Disney/Pixar, a scapito di Klaus (vittorioso agli Annie) e di Missing Link (vincitore ai Golden Globe) mentre tra gli attori protagonisti Joaquin Phoenix ha vinto il suo primo Oscar grazie a Joker e Renée Zellweger la sua seconda statuetta personale grazie a Judy.Bene anche Le Mans ’66 – La grande sfida, con due Oscar tecnici in saccoccia (montaggio e montaggio sonoro), con Elton John arrivato al suo secondo Oscar personale grazie al brano (I’m Gonna) Love Me Again da Rocketman, Jacqueline Durran premiata per i costumi di Piccole donne, Made in USA – Una fabbrica in Ohio (American Factory) eletto miglior documentario, Bombshell – La voce dello scandalo miglior trucco e parrucco e Hildur Guðnadóttir prima compositrice della Storia in trionfo, grazie a Joker.
In conclusione, quello che non era riuscito nel 1999 a Roberto Benigni con l’italiano La Vita è Bella, nominato tra i migliori film ma sconfitto da Shakespeare in Love, e dal messicano Roma di Alfonso Cuaron lo scorso anno, bruciato sul filo di lana da Green Book, è stato realizzato dal sudcoreano Bong Joon-ho, rimasto stupefatto da un filotto di Oscar che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Ma solo e soltanto perché in 91 anni di Storia nulla di simile si era mai verificato, alimentando la leggenda che i votanti Academy detestino i sottotitoli. Fino ad oggi. Parasite è infatti un film straordinario, acclamato dalla critica, amatissimo dal pubblico (165,362,304 dollari incassati) e premiato in ogni parte del mondo, scritto maestosamente e diretto magistralmente. La sua netta vittoria spalanca le porte di Hollywood all’inclusione produttiva, ai mercati stranieri e ai visionari talenti in arrivo da altri confini, riscrivendo automaticamente le ‘regole del gioco’, ammettendo finalmente a quella ambita tavola rotonda anche chi fino ad oggi era sempre stato escluso.
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Miglior film
Parasite (Gisaengchung), regia di Bong Joon-ho
Migliore regia
Bong Joon-ho – Parasite (Gisaengchung)
Migliore attore protagonista
Joaquin Phoenix – Joker
Migliore attrice protagonista
Renée Zellweger – Judy
Migliore attore non protagonista
Brad Pitt – C’era una volta a… Hollywood (Once Upon a Time… in Hollywood)
Migliore attrice non protagonista
Laura Dern – Storia di un matrimonio (Marriage Story)
Migliore sceneggiatura originale
Bong Joon-ho e Han Jin-won – Parasite (Gisaengchung)
Migliore sceneggiatura non originale
Taika Waititi – Jojo Rabbit
Miglior film internazionale
Parasite (Gisaengchung), regia di Bong Joon-ho (Corea del Sud)
Miglior film d’animazione
Toy Story 4, regia di Josh Cooley
Migliore fotografia
Roger Deakins – 1917
Migliore scenografia
Barbara Ling e Nancy Haigh – C’era una volta a… Hollywood (Once Upon a Time… in Hollywood)
Miglior montaggio
Andrew Buckland e Michael McCusker – Le Mans ’66 – La grande sfida (Ford v Ferrari)
Migliore colonna sonora
Hildur Guðnadóttir – Joker
Migliore canzone
(I’m Gonna) Love Me Again (Elton John, Bernie Taupin) – Rocketman
Migliori effetti speciali
Greg Butler, Dominic Tuohy e Guillaume Rocheron – 1917
Miglior sonoro
Mark Taylor e Stuart Wilson – 1917
Miglior montaggio sonoro
Donald Sylvester – Le Mans ’66 – La grande sfida (Ford v Ferrari)
Migliori costumi
Jacqueline Durran – Piccole donne (Little Women)
Miglior trucco e acconciatura
Vivian Baker, Anne Morgan e Kazuhiro Tsuji – Bombshell – La voce dello scandalo (Bombshell)
Miglior documentario
Made in USA – Una fabbrica in Ohio (American Factory), regia di Steven Bognar e Julia Reichert
Miglior cortometraggio documentario
Learning to Skateboard in a Warzone (If You’re a Girl), regia di Carol Dysinger
Miglior cortometraggio
The Neighbors’ Window, regia di Marshall Curry
Miglior cortometraggio d’animazione
Hair Love, regia di Bruce W. Smith, Matthew A. Cherry e Everett Downing Jr.