Kirk Douglas è morto: la leggenda di Hollywood aveva 103 anni
Morto Kirk Douglas, l’annuncio dato dal figlio Michael.
Kirk Douglas è morto: aveva 103 anni.
E’ morto Kirk Douglas: la notizia della scomparsa la star di Hollywood, avvenuta mercoledì 5 febbraio, è arrivata dal figlio Michael ha affidato il suo dolore a People.
E’ con immensa tristezza che io e i miei fratelli annunciamo la scomparsa di Kirk Douglas che ci ha lasciato oggi all’età di 103 anni. Per il mondo è stato una leggenda, un attore che ha vissuto gli anni d’oro e negli anni d’oro del cinema, un benefattore che si è impegnato nelle cause nelle quali credeva, ma per me e i miei fratelli Joel e Peter era semplicemente nostro padre, per Catherine un meraviglioso suocero, per i suoi nipoti e pronipoti l’amatissimo nonno e per sua moglie Anne un meraviglioso marito”.
Aggiornamento di Pietro Ferraro
Kirk Douglas nome d’arte di Isadore Demsky, nasce ad Amsterdam, nello stato di New York, il 9 dicembre del 1916. Dopo il diploma all’Accademia americana di arti drammatiche di New York inizia a lavorare in teatro, recitando anche a Broadway, dove sceglie il suo nome d’arte che nasce da un mix tra un personaggio dei fumetti (Kirk) e il cognome della sua insegnante di dizione all’accademia (Douglas).
Il debutto cinematografico di Douglas arriva nel 1946 in Lo strano amore di Marta Ivers cinematografica al fianco di Barbara Stanwyck e Van Heflin; l’anno seguente è in Le catene della colpa con Robert Mitchum e Jane Greer. Dopo qualche tentativo con la commedia che non funziona, nel 1949 il ruolo che lo instrada al successo, il pugile egoista Midge Kelly in Il grande campione (1949) di Mark Robson che gli vale la sua prima candidatura all’Oscar. Douglas compredne quale sia la sua strada e da quel film in poi decide che per avere successo come star avrà bisogno di aumentare la sua intensità, superare la sua naturale timidezza e scegliere ruoli più forti.
Nel 1951 arriva il film che lo lancia, Douglas recita nei panni di un cinico giornalista alla ricerca ansiosa di una grande storia in L’asso nella manica, il primo sforzo del regista Billy Wilder come sceneggiatore e produttore. L’anno successivo arriva la sua seconda nomination all’Oscar e Il bruto e la bella (1952) di Vincente Minnelli, in cui Duglas innterpreta uno spietato produttore cinematografico che manipola e usa i suoi attori, scrittori e registi. Nel 1954 Douglas è protagonista nell’epico Ulisse di Mario Camerini con Silvana Mangano nei panni di Penelope e Circe, e Anthony Quinn nel ruolo di Antinoo.
In 20.000 leghe sotto il mare (1954), Douglas dimostrò che oltre a personaggi seri e motivati, era abile anche in ruoli che richiedevano un tocco più leggero. In questo adattamento del romanzo di Jules Verne, interpreta un marinaio spensierato che era l’opposto del meditabondo Capitano Nemo (James Mason). Il film è stato uno dei film live-action di maggior successo di Walt Disney e un grande successo al botteghino.
Nel 1955, Douglas fonda la sua compagnia cinematografica, la Bryna Productions, dal nome di sua madre. Per farlo deve chiudere i contratti con Hal B. Wallis e Warner Bros., e così inizia a produrre e recitare nei suoi film, tra cui Orizzonti di Gloria (1957), I vichinghi (1958), Spartacus (1960), Solo sotto le stelle (1962) e Sette giorni a maggio (1964).
Orizzonti di gloria non andò bene al botteghino, ma da allora è diventato uno dei film rappresentativi contro la guerra. Il film venne bandito in Francia fino al 1976. Prima che iniziasse la produzione del film, Douglas e Kubrick andarono incontro ad alcuni problemi importanti, uno dei quali era la riscrittura della sceneggiatura da parte di Kubrick senza che Douglas ne venisse informato. L’attore reagì piuttosto aspramente e costrinse Kubrick a tornare alla sceneggiatura originale, altrimenti il film non si sarebbe realizzato
Dopo “Orizzonti di Gloria” Douglas ha interpretato militari in numerosi film, con varie sfumature, tra cui Sì, signor generale (1957), La città spietata (1961), L’uncino (1963), Sette giorni a maggio (1964), Gli eroi di Telemark (1965), Prima vittoria (1965), Combattenti della notte (1966), Parigi brucia? (1966), Countdown dimensione zero (1980) e Saturn 3 (1980).
Nel 1956 Douglas interpreta l’artista Vincent van Gogh in Brama di vivere diretto da Vincente Minnelli e basato sul best-seller di Irving Stone. Douglas candidato all’oscar per il ruolo venne elogiato dalla critica per la sua capacità di trasmettere il tormento interiore del pittore.
Nel 1960 Douglas interpreta il suo ruolo più famoso, quello dello schiavo ribelle nel kolossal Spartacus (1960). Douglas è anche il produttore esecutivo del film il cui budget lievitò fino a 12 milioni di dollari rendendolo uno dei film più costosi fino a quel momento. Douglas inizialmente scelse Anthony Mann come regista, ma lo sostituì presto con Stanley Kubrick, con il quale aveva precedentemente collaborato in “Orizzonti di gloria”.
Nel 1963 dopo aver acquisito i diritti per il romanzo Qualcuno volò sul nido del cuculo dal suo autore, Ken Kesey, ne fece uno spettacolo di Broadway in cu recitò da protagonista. Douglas ha mantenuto i diritti sul film, ma dopo un decennio in cui non è stato in grado di trovare un produttore, passò i diritti a suo figlio, Michael. Nel 1975 la versione cinematografica fu prodotta da Michael Douglas e Saul Zaentz, e interpretata da Jack Nicholson, poiché Douglas era allora considerato troppo vecchio per interpretare il personaggio. Il film ha vinto tutti e cinque i maggiori premi Oscar incluso uno per l’interpretazione di Nicholson.
Douglas durante la sua carriera ha fatto spesso coppia con Burt Lancaster creando un duo cinematografico molto amato dal pubblico. I due attori hanno recitato in sette film: Le vie della città (1948), Sfida all’O.K. Corral (1957), Il discepolo del diavolo (1959), I cinque volti dell’assassino (1963), Sette giorni a maggio (1964), Operazione Entebbe (1976) e Due tipi incorreggibili (1986).
Nel 1967 Douglas recita con John Wayne nel film western Carovana di fuoco. In Il compromesso (1969), un film drammatico diretto da Elia Kazan, basato sul suo romanzo omonimo, Douglas interpreta un tormentato dirigente pubblicitario, con Faye Dunaway come co-protagonista.
Tra il 1970 e il 2008, Douglas ha interpretato quasi 40 film ed è apparso in varie serie tv. Ha recitato nel western Uomini e cobra (1970), al fianco di Henry Fonda. Nel 1973 Douglas debutta alla regia con Un magnifico ceffo da galera. Nel 1975 torna dietro la macchina da presa per I giustizieri del West (1975), in cui recita accanto a Bruce Dern. Nel 1977 appare in Holocaust 2000 di Alberto De Martino e l’anno successivo recita insieme a John Cassavetes e Amy Irving nel film horror The Fury, diretto da Brian De Palma. Nel 1980 recita in due film fantascientifici, Saturn 3 e Countdown dimensione zero nel ruolo del comandante della portaerei USS Nimitz, che viaggia nel tempo fino al giorno prima dell’attacco del 1941 a Pearl Harbor. Il film è stato prodotto da suo figlio Peter Douglas. Nel 1982 viene diretto dal George Miller di “Mad Max” in L’uomo del fiume nevoso, un film australiano che ha ricevuto il plauso della critica e numerosi premi. Nel 1986 torna a far coppia per un’ultima volta con Burt Lancaster nella commedia poliziesca Due tipi incorreggibili.
Negli anni ’90 Douglas ha continuato a recitare in vari film tra cui Oscar – Un fidanzato per due figlie di John Landis (1991) con protagonista Sylvester Stallone e ha interpretato lo zio di Michael J. Fox nella commedia Caro zio Joe. Nel 1996, dopo aver subito un ictus grave che ha compromesso la sua capacità di parlare, Douglas voleva ancora fare film e così nel 1999 gira Diamonds, dramma in cui interpretava un vecchio pugile che si stava riprendendo da un ictus. Il film lo vede recitare al fianco di Lauren Bacall.
Nel 2003, Michael e Joel Douglas hanno prodotto Vizio di famiglia in cui Kirk ha recita con diversi membri della famiglia, tra cui Michael, il figlio di Michael e l’ex moglie Diana Dill, nel ruolo di sua moglie. Nel marzo 2009 Douglas ha realizzato uno spettacolo personale autobiografico, Before I Forget trasformato poi in un documentario.
Douglas è apparso ai Golden Globes del 2018 all’età di 101 anni con sua nuora Catherine Zeta-Jones; ha ricevuto una standing ovation e ha contribuito a presentare il premio per la “Miglior sceneggiatura originale”.
Filmografia
Lo strano amore di Marta Ivers (The Strange Love of Martha Ivers), regia di Lewis Milestone (1946)
Le catene della colpa (Out of the Past), regia di Jacques Tourneur (1947)
Il lutto si addice ad Elettra (Mourning Becomes Electra), regia di Dudley Nichols (1947)
Le vie della città (I Walk Alone), regia di Byron Haskin (1948)
Le mura di Gerico (The Walls of Jericho), regia di John M. Stahl (1948)
La cara segretaria (My Dear Secretary), regia di Charles Martin (1949)
Lettera a tre mogli (A Letter to Three Wives), regia di Joseph L. Mankiewicz (1949)
Il grande campione (Champion), regia di Mark Robson (1949)
Chimere (Young Man with a Horn), regia di Michael Curtiz (1950)
Lo zoo di vetro (The Glass Menagerie), regia di Irving Rapper (1950)
Sabbie rosse (Along the Great Divide), regia di Raoul Walsh (1951)
L’asso nella manica (Ace in the Hole), regia di Billy Wilder (1951)
Pietà per i giusti (Detective Story), regia di William Wyler (1951)
Il tesoro dei Sequoia (The Big Trees), regia di Felix E. Feist (1952)
Il grande cielo (The Big Sky), regia di Howard Hawks (1952)
Il bruto e la bella (The Bad and the Beautiful), regia di Vincente Minnelli (1952)
Storia di tre amori (The Story of Three Loves), episodio Equilibrium, regia di Gottfried Reinhardt (1953)
I perseguitati (The Juggler), regia di Edward Dmytryk (1953)
Atto d’amore (Un acte d’amour), regia di Anatole Litvak (1953)
Ulisse, regia di Mario Camerini (1954)
20.000 leghe sotto i mari (20000 Leagues Under the Sea), regia di Richard Fleischer (1954)
Destino sull’asfalto (The Racers), regia di Henry Hathaway (1955)
L’uomo senza paura (Man Without a Star), regia di King Vidor (1955)
Il cacciatore di indiani (The Indian Fighter), regia di André De Toth (1955)
Brama di vivere (Lust for Life), regia di Vincente Minnelli (1956)
Sì, signor generale (Top Secret Affair), regia di Henry C. Potter (1957)
Sfida all’O.K. Corral (Gunfight at the O.K. Corral), regia di John Sturges (1957)
Orizzonti di gloria (Paths of Glory), regia di Stanley Kubrick (1957)
I vichinghi (The Vikings), regia di Richard Fleischer (1958)
Il giorno della vendetta (Last Train from Gun Hill), regia di John Sturges (1959)
Il discepolo del diavolo (The Devil’s Disciple), regia di Guy Hamilton (1959)
Noi due sconosciuti (Strangers When We Meet), regia di Richard Quine (1960)
Spartacus, regia di Stanley Kubrick (1960)
La città spietata (Town Without Pity), regia di Gottfried Reinhardt (1961)
L’occhio caldo del cielo (The Last Sunset), regia di Robert Aldrich (1961)
Solo sotto le stelle (Lonely Are the Brave), regia di David Miller (1962)
Due settimane in un’altra città (Two Weeks in Another Town), regia di Vincente Minnelli (1962)
L’uncino (The Hook), regia di George Seaton (1963)
I cinque volti dell’assassino (The List of Adrian Messenger), regia di John Huston (1963)
Per soldi o per amore (For Love or Money), regia di Michael Gordon (1963)
Sette giorni a maggio (Seven Days in May), regia di John Frankenheimer (1964)
Prima vittoria (In Harm’s Way), regia di Otto Preminger (1965)
Gli eroi di Telemark (The Heroes of Telemark), regia di Anthony Mann (1965)
Combattenti della notte (Cast a Giant Shadow), regia di Melville Shavelson (1966)
Parigi brucia? (Paris brûle-t-il?), regia di René Clément (1966)
La via del West (The Way West), regia di Andrew V. McLaglen (1967)
Carovana di fuoco (The War Wagon), regia di Burt Kennedy (1967)
Jim l’irresistibile detective (A Lovely Way to Die), regia di David Lowell Rich (1968)
La fratellanza (The Brotherhood), regia di Martin Ritt (1968)
Il compromesso (The Arrangement), regia di Elia Kazan (1969)
Uomini e cobra (There Was a Crooked Man…), regia di Joseph L. Mankiewicz (1970)
Il faro in capo al mondo (The Light at the Edge of the World), regia di Kevin Billington (1971)
Quattro tocchi di campana (A Gunfight), regia di Lamont Johnson (1971)
Per amore ho catturato una spia russa (To Catch a Spy), regia di Dick Clement (1971)
Un uomo da rispettare, regia di Michele Lupo (1972)
Un magnifico ceffo da galera (Scalawag), regia di Zoran Calic e Kirk Douglas (1973)
I giustizieri del West (Posse), regia di Kirk Douglas (1975)
Una volta non basta (Jacqueline Susann’s Once Is Not Enough), regia di Guy Green (1975)
Holocaust 2000, regia di Alberto De Martino (1977)
Fury (The Fury), regia di Brian De Palma (1978)
Jack del Cactus (The Villain), regia di Hal Needham (1979)
Saturn 3, regia di Stanley Donen (1980)
Home Movies – Vizietti familiari (Home Movies), regia di Brian De Palma (1980)
Countdown dimensione zero (The Final Countdown), regia di Don Taylor (1980)
L’uomo del fiume nevoso (The Man from Snowy River), regia di George Miller (1982)
La fuga di Eddie Macon (Eddie Macon’s Run), regia di Jeff Kanew (1983)
Due tipi incorreggibili (Tough Guys), regia di Jeff Kanew (1986)
Oscar – Un fidanzato per due figlie (Oscar), regia di John Landis (1991)
Benvenuto a Veraz, regia di Xavier Castano (1991)
Caro zio Joe (Greedy), regia di Jonathan Lynn (1994)
Diamonds, regia di John Mallory Asher (1999)
Vizio di famiglia (It Runs in the Family), regia di Fred Schepisi (2003)
Illusion, regia di Michael A. Goorjian (2004)