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Mateo: dalla Colombia criminale al cinema con coraggio

Mateo di María Gamboa arriva al cinema con la realtà dei giovani colombiani al soldo della criminalità organizzata, sacerdoti coraggiosi e il teatro che libera

di cuttv
pubblicato 17 Gennaio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 18:55

La criminalità organizzata che si serve dei giovani e chi la combatte continuano ad essere al centro delle trame di “Film per ragazzi”, qualifica appena attribuita dalla Commissione di Revisione Cinematografica del Mibact a “Mateo” di María Gamboa, distribuito in sala da Cineclub Internazionale, il 22 gennaio 2015.

Una storia di scelte difficili affrontate da un sedicenne colombiano, diviso tra la necessità di sopravvivere, il lavoro per conto della criminalità organizzata, il fascino della creatività e della libertà trovata nel gruppo teatrale diretto da un coraggioso sacerdote, con il quale Cineclub Internazionale intende rendere omaggio alla memoria di don Pino Puglisi e di don Peppe Diana.

La storia del giovane Mateo interpretato da Carlos Hernàndez, affiancato da Felipe Botero nei panni di Padre David, Miriam “pesca” Gutiérrez in quelli della madre e ancora Samuel Lazcano (Walter), Leidy Niño (Ana), Pablo Pedraza (Elkin), Alexis Guerrero (Augusto), Paola Muñoz (Irene), Yovanni Ayala (Leonel), Alexander Jiménez (Jhon), Viviana Muñoz (Yeimi), Wendy Pérez (Luzme), Karen Guevara (Sandra), Lucía García (Señora Patricia), Bernarda Rodríguez (Mayerly); Madejenny Mora (Amanda), Nelly Tavera (Belé), Elizabeth Badillo (Jenny), Michel Jaramillo (JJ), Juan Orozco (Carlos), Juan Herazo (William), Angerson Rodríquez (“El Chulo”), Amílcar Martín (Edward), Jaime Peña (Don Alfonso), Marlene Rodríquez (Nelly).

Mateo di Maria Gamboa

Mateo, 16 anni, raccoglie denaro frutto di estorsioni per conto dello zio, ed usa il suo compenso per aiutare sua madre , la quale accetta a malincuore e per necessità quei soldi guadagnati in maniera illecita. Madre e figlio vivono da soli in un quartiere povero e violento, lungo la valle del fiume Magdalena, in Colombia. Per non essere espulso dalla scuola, Mateo accetta di frequentare un gruppo teatrale del posto.

Il gruppo è diretto da un sacerdote coraggioso, Padre David, molto attivo nel recupero sociale degli adolescenti. Mentre il ragazzo si scopre affascinato dalla libertà e dalla creatività che si sprigionano dallo stile di vita praticato dal gruppo, suo zio insiste nel chiedergli di trovare informazioni incriminanti sugli attori. Messo sotto pressione, Mateo dovrà compiere scelte difficili.

Mateo di Maria Gamboa

Il drammatico film della colombiana María Gamboa, vincitore del Grifone di Cristallo al Giffoni Film Festival 2014, il Premio della Giuria al Festival Internazionale di Cartagena 2014, il Premio Opera Prima Ispano-Americana ed il Premio Jordan Alexander Kressler alla migliore sceneggiatura al Miami Film Festival 2014.

mateo - poster Giffoni

Note di regia

“Mentre giravo una serie TV sulla tutela degli adolescenti che entrano nei conflitti armati, ho viaggiato in diverse parti della Colombia, e sono stata colpita dallo scoprire che, quando gli adolescenti coinvolti in situazioni di violenza e di vulnerabilità avevano contatti, sia pur minimi, con gruppi artistici, le loro vite potevano essere salvate.
Durante quel periodo, ho ascoltato un importante attivista per la pace, un sacerdote gesuita, parlare della forza della gente della valle di Magdalena Medio, in Colombia. Ha raccontato come molti di questi uomini e donne pieni di coraggio avessero scelto di restare nel loro territorio, nonostante tutti i suoi difetti e, mantenendo la loro dignità, fossero stati capaci di ritagliarsi un?esistenza pacifica in un contesto di violenza.
Mossa dal desiderio di capire meglio quale significato abbia la dignità nella vita quotidiana e come l?arte possa salvare gli adolescenti a rischio, sono andata nel cuore di Magdalena Medio. Questa regione aveva vissuto gravi violenze sistematiche nel corso degli anni, costruendo e offrendo nel frattempo diverse esperienze comunitarie pacifiste.
Attraverso la collaborazione con i membri di queste comunità, ho cercato di catturare la loro vita quotidiana attraverso il cinema. Così “Mateo” si basa su storie di cui sono stata testimone e che mi hanno raccontato mentre vivevo in quella regione, e il cast è composto da gente del posto, da influenti guide della comunità e leader culturali. Nel ritrarre la realtà che ho trovato lì, il contesto di violenza, quando presente, è secondario all?affermazione ai processi di dignità e di crescita personale prevalenti tra le comunità.
Nel dar vita al progetto e nel parteciparvi attivamente, la gente di Magdalena Medio ha ispirato e dato vita al film”.

mateo - poster

L’ispirazione

La figura del prete, come si diceva, è ispirata ad una persona reale: si tratta di un italiano, Guido Ripamonti, un attore, regista e drammaturgo che opera presso il Centro Culturale Horizonte (di cui è co-fondatore e direttore), proprio in Colombia, in aree marginali, come quelle di Barrancabermeja e del Magdalena Medio Colombiano, dove il film è ambientato.
Un centro, tra teatro, letteratura, pedagogia, che intende porsi come prova che “attraverso l’arte, la cultura e la comunicazione, giovani e adulti delle zone marginali possono imparare a visualizzare e creare un’alternativa di vita sostenibile in contatto con tutti i membri della società”.
“Ogni società che viva senza Arte, senza la coscienza della Cultura che va generando, sarà sempre una società incapace di progettarsi, una
società senza sogni”, afferma Guido Ripamonti.


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