Berlino 2020, Un anno con Salinger – My Salinger Year apre il Festival
Sigourney Weaver e Margaret Qualley per il nuovo film del regista di Monsieur Lazhar.
Sarà My Salinger Year di Philippe Falardeau ad aprire il 70° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, che si svolgerà dal 20 febbraio al 1 marzo. Un’anteprima mondiale fuori concorso trainata da Margaret Qualley e Sigourney Weaver.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Joanna Rakoff, edito in Italia da Neri Pozza con il titolo ‘Un anno con Salinger‘, con la Qualley negli abiti di un’aspirante poetessa che lavora come assistente dell’agente letterario Margaret (Sigourney Weaver). Il suo compito principale è quello di rispondere alla posta dei fan del miglior scrittore dell’agenzia, il famigerato J.D. Salinger. Douglas Booth è il co-protagonista.
“Siamo lieti di aprire la 70a edizione del festival con una storia che abbraccia il punto di vista del protagonista da una nuova prospettiva, che non è affatto ingenua“, ha dichiarato il direttore artistico del festival di Berlino, l’italiano Carlo Chatrian. “Philippe Falardeau raffigura il piccolo mondo letterario di New York degli anni ’90 con umorismo e una nota dolce, ma non dimentica mai il 21° secolo in cui viviamo o il ruolo unificante che l’arte svolge in tutte le nostre vite.”
Il canadese Philippe Falardeau torna quindi a Berlino 11 anni dopo C’est pas moi, je le jure!, Orso di Cristallo nel 2009. Nel 2012 la nomination agli Oscar come miglior film straniero per Monsieur Lazhar, mentre è del 2016, con The Bleeder, la sua ultima fatica. A seguire la sinossi ufficiale del romanzo ‘Un anno con Salinger’.
Gonna e maglioncino da ragazza perbene, stile Sylvia Plath allo Smith College, ogni mattina Joanna Rakoff si reca sulla Quarantanovesima ed entra nel palazzo stretto e anonimo in cui ha sede l’agenzia letteraria dove lavora. Un’agenzia antica, prestigiosissima, probabilmente la piú antica tra quelle ancora in attività nella metà degli anni Novanta a New York. Lí sta seduta tutto il giorno, con le gambe accavallate su una poltroncina girevole a rispondere agli ordini del suo capo, la «direttrice» dalle dita lunghe, snelle, bianche che si accende una sigaretta dietro l’altra con un’enfasi degna di Lauren Bacall.
Ogni frase, ogni gesto e commento della direttrice, e di Olivia, Max e Lucy – gli agenti, un distillato del fascino démodé dell’Agenzia con le loro presentazioni al KGB Bar, e la loro vita fatta di una sequenza infinita di feste – le rammentano che l’agenzia non è solo un’azienda, ma uno stile di vita, una cultura, una comunità, una casa. Qualcosa di piú simile a una società segreta o a una religione, con dei rituali ben definiti e delle divinità da adorare: Fitzgerald, una sorta di semidio; Dylan Thomas, Faulkner, Langston Hughes e Agatha Christie, divinità minori e, alla guida del pantheon, la piú pura, assoluta divinità, lo Scrittore rappresentato da sempre dall’agenzia: Jerry, alias J.D. Salinger.
Avvezza già all’era digitale dei Macintosh nella New York della metà degli anni Novanta, Joanna viene spedita davanti a un dittafono, un aggeggio degli anni Cinquanta deliziosamente arcaico e, insieme, sinistramente futuribile, e poi di fronte a una macchina da scrivere, a battere lettere sulla carta intestata dell’Agenzia – cento grammi, giallastra, di un formato piú piccolo del normale –, lettere indirizzate ai fan dell’autore del Giovane Holden, che contengono un testo standard: «Come forse saprà, il signor Salinger non desidera ricevere posta dai lettori, quindi non possiamo inoltrargli il suo cortese messaggio…»
I destinatari rappresentano la vasta costellazione degli holdeniani: pazzi che sproloquiano del giovane Caulfield in pagine scarabocchiate a matita; studentesse che dichiara no il loro amore per l’eroe salingeriano; adolescenti spossati dalla tirannia del mondo materiale.
Può, però, una luminosa ragazza con ambizioni poetiche fare semplicemente da «buttafuori editoriale»? Di nascosto dalla direttrice, Joanna decide di dedicarsi anima e corpo alla posta del cuore di Jerry, parlando in prima persona e firmandosi con il nome e cognome dell’autore.
Finché, in «un pomeriggio ventoso di novembre, un uomo alto e magro» fa il suo ingresso in agenzia: Jerry, alias J.D. Salinger in persona. Vera storia dell’anno trascorso da Joanna Rakoff nell’agenzia dell’autore del Giovane Holden, Un anno con Salinger illumina il mondo scomparso dell’editoria newyorchese e costituisce, insieme, una brillante dichiarazione d’amore per la letteratura.
Fonte: HollywoodReporter