I Pinguini di Madagascar: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Leggiamo insieme le recensioni Italiane e Americane del film d’animazione “I Pinguini di Madagascar”
La settimana scorsa è uscito nei nostri cinema il film d’animazione I Pinguini di Madagascar, diretto da Simon J. Smith ed Eric Darnell. Dopo aver letto la nostra recensione, oggi vediamo insieme i commenti dei critici Americani e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, la percentuale dei voti positivi è del 69%. Voi l’avete visto? Vi è piaciuto?
Joe Morgenstern – Wall Street Journal: Questi pinguini sono davvero carini, l’animazione è sempre attraente, e il film è ovviamente legato al botteghino.
Jeff Labrecque – Entertainment Weekly: I Pinguini di Madagascar si propongono in primo luogo per i più piccoli. Voto: C-
Bilge Ebiri – New York Magazine / Vulture: meravigliosamente stupido e spensierato.
Christy Lemire – RogerEbert.com: Il ritmo è talmente demenziale, le battute sono rapide e le gag visive sono così ispirate che è impossibile non farsi coinvolgere dall’energia contagiosa. Voto: 3/4
Nancy Churnin – Dallas Morning News: i sequel possono iniziare. Voto: B
Soren Anderson – Seattle Times: Potenza Pinguini! La resistenza è inutile. Voto: 3/4
Tom Russo – Boston Globe: Al di là di alcune immagini, non otteniamo di più di quello visto in tv. Niente di narrativamente ricco, certo. Voto: 2/4
Barbara Vandenburgh – Arizona Republic: Il film lancia battute come una macchina di palle da tennis sul campo. Voto: 3/5
Michael O’Sullivan – Washington Post: deliziosamente stupido con questo quartetto di piccoli uccelli assurdi. Voto: 3.5 / 4
Calvin Wilson – St. Louis Post-Dispatch: Una processione incessante di caos che ha poco a che fare con la narrazione classica, e tutto a che fare con l’imperativo di assecondare cinicamente i brevi tempi di attenzione. Voto: 2/4
Lou Lumenick – New York Post: Una collezione rumorosa e pigra di luoghi comuni animati garantiti per dare a chiunque sia più vecchio di 5 anni un mal di testa, anche se non si guarda in 3-D. Voto: 1/4
Bill Zwecker – Chicago Sun-Times: Ancora una volta la squadra di Madagascar ha creato un vincitore. Voto: 3/4
Inkoo Kang – TheWrap: Pinguini poco divertenti e non ispirati.
Claudia Puig – USA Today: una pellicola senza gioia, frenetica, e raramente divertente. Voto: 2/4
Ignatiy Vishnevetsky – AV Club: Frenetica e spesso divertente, rappresenta lo stile franchise DreamWorks Animation. Voto: B
Michael Rechtshaffen – Hollywood Reporter: ci sono un sacco di buffonate folli ma tutta l’energia si rivela essere più faticosa che esilarante.
Maurizio Porro: Zeppo di riferimenti cinefili e a personaggi cult come James Bond (il Lupo) e altri (Heston, Peppard…) (…) Eroi sono gli amici pinguini (animati e sceneggiati da Tom McGrath) che s’esibiscono in repertorio “understatement”, con scorciatoie per i piccoli ma divertendo i grandi, gag notevoli (partendo dal prologo geniale) e ritmo super.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Il rischio è che l’iperattività alla «Looney Tunes» del quartetto risulti un tantino estenuante, almeno per il pubblico adulto. Ma questa volta il film si rivolge soprattutto ai bambini; e, pur non brillando per originalità, non manca di battute e gag divertenti, mentre Eric Darnell e Simon J. Smith, i registi diMadagascar, mantengono scoppiettante il ritmo dell’azione (…) Nell’originale le voci di Benedict Cumberbatch (Classified) e John Malkovich (Dave) rappresentano un valore aggiunto, ma anche il doppiaggio italiano è ottimo.
Francesco Alò – Il Messaggero: Azione, umorismo, gadget ipertecnologici e finale sorprendente con elogio della mutazione contro il purismo della razza pinguina.
Maurizio Acerbi – il Giornale: E’ come se l’allievo avesse superato il maestro (…) O temi morali del film (coraggio e altruismo su tutti) travolti da un eccesso di azione, finiscono a volte, per risultare un po’ troppo annacquati. Poco male, le gag sono davvero numerose e, tuttosommato, si esce dalla sala senza rimpianti.
Luca Raffaeli – la Repubblica: La squadra di spie supertecnologica nata in Madagascar si fa applaudire in un gioiello di comicità, diretto bene (da Eric Darnell e Simon J. Smith, due veterani dell’animazione) e scritto meglio da chi sa giocare con la forza surreale di un film animato. L’atteggiamento di Skipper, Kowalski, Rico e Soldato è simile a quello di Bugs Bunny (che a sua volta aveva preso da Groucho Marx): sanno di vincere, di vincere sempre, anche nei momenti di difficoltà in cui sembrano spacciati. Sono dei bambini che giocano conoscendo cosa li fa divertire, e usando i giochi di parole e l’arte della comicità come solo gli adulti che sanno giocare possono fare. (…). La forza del film sta soprattutto nel restare sempre attaccati ai protagonisti. Se nei film d’animazione corali abbiamo spesso caratterizzazioni standard, qui i quattro protagonisti si fanno conoscere prima come gruppo e poco a poco anche nella loro individualità: tutti doppiati in originale da animatori o registi del gruppo, il che dimostra anche come siano nati per gioco all’interno dello Studio DreamWorks e poi promossi dal loro stesso successo. E’ così che diventano importanti personaggi inizialmente poco controllati dai produttori (e quindi da calcoli di marketing). I due ideatori dei pinguini rivestono in questo film il ruolo di regista (Darnell) mentre l’altro doppia il capobanda Skipper (Tom McGrath). Anche gli altri tre pinguini, tutti doppiati da maschi, sono maschi. Una lettura sottotraccia viene peraltro consolidata all’inizio del film dalla nascita di uno dei quattro: è un uovo, nasce e viene adottato, felicemente, da una simpaticissima famiglia gay.