1984 di George Orwell torna al cinema: Paul Greengrass alla regia
Il romanzo distopico per eccellenza torna in sala. 1984
Prima o poi sarebbe dovuto accadere, vista la forza del ‘cinema distopico’ di questi ultimi anni. Il fenomeno Hunger Games ha letteralmente fatto rinascere un genere che in ambito letterario trovò il suo apice nel 1948, con 1984 di George Orwell. Capolavoro indiscusso dei nostri tempi nonché lucida e angosciante rappresentazione del totalitarismo, il romanzo di Orwell tornerà in sala con un nuovo adattamento cinematografico. Secondo quanto riportato da Deadline Paul Greengrass, che ha già detto di sì ad un ritorno dietro la macchina da presa per Bourne 5, si occuperà della regia, con Scott Rudin (Captain Phillips) e Gina Rosenblum in cabina produttiva. James Graham scriverà invece la sceneggiatura.
Nel 1984, non a caso, fu Michael Radford a tramutare in immagini gli scritti di Orwell, rimanendo ciecamente fedele all’originale su carta. Protagonisti furono John Hurt, Suzanna Hamilton e Richard Burton, alla sua ultima apparizione cinematografica. La pellicola venne premiata come miglior film dell’anno nella rassegna British Film Awards. Va poi detto che già nel 1956 ci fu una prima trasposizione di 1984 con Nel 2000 non sorge il sole di Michael Anderson, interpretato da Edmond O’Brien. Quello di Greengrass sarà quindi la 3° versione cinematografica.
La storia, ai più nota, si svolge in un futuro prossimo del mondo (l’anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c’è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un’esistenza “sovversiva”.
Fonte: Collider