I Festival del Cinema post Covid: cosa ne pensano i direttori?
La pandemia ha fermato la stagione cinematografica e riscritto il cartellone dei Festival internazionali: un ciclo di incontri della Consulta Universitaria del Cinema fa il punto della situazione.
Il Festival di Cannes ha capitolato (sia pure a fatica, ma senza rinunciare a presentare la sua Selezione), Venezia ha scelto di resistere scommettendo su una tregua estiva, Locarno punta sulla formula mista, le rassegne all’aperto hanno pazientato e cercato soluzioni in linea con gli obblighi del distanziamento sociale, mentre i cinema riaprono con difficoltà: il settore cinematografico – come tutto quello legato alle arti e allo spettacolo – è senza dubbio tra quelli che sta soffrendo di più le conseguenze economiche della pandemia. Con gli USA nel pieno dei contagi, i set bloccati, le produzioni sospese e le uscite congelate, il settore sta vivendo una situazione di stallo con pochi precedenti. A dare ulteriormente il polso di questa situazione eccezionale, i principali premi di settore (dai Golden Globes spostati a febbraio agli Oscar e i Bafta spostati ad aprile) ridefiniscono termini e modalità di nomination, spostando in avanti storici appuntamenti che da anni scandiscono i tempi del mercato e dell’industria della settima arte.
E sebbene possa sembrare solo l’ultimo aspetto di un filone industriale dalla filiera lunga, la situazione dei Festival non è affatto rosea. Visti spesso solo per il loro coté mondano, in realtà i Festival hanno un valore propulsivo di gran rilievo per il settore e trascinano un notevole indotto territoriale. Da qui il bisogno, e il desiderio, di fare il punto della situazione con i direttori dei principali Festival Internazionali di cinema in Italia e con gli addetti ai lavori: sono loro i protagonisti di Making Øf, un ciclo di dialoghi con il mondo del cinema promosso dalla Consulta Universitaria del Cinema.
A inaugurare la rubrica lunedì 6 luglio il direttore artistico della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia Alberto Barbera, tra i più decisi sostenitori di una edizione in presenza della Mostra, difesa anche in tempi di lockdown quando sembrava davvero impossibile pensare a un grande evento internazionale, e Stefano Francia di Celle, direttore del Torino Film Festival. Lunedì 13, invece, spazio a Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna e co-direttore del festival Il Cinema Ritrovato, mentre lunedì 20 luglio si riflette con Steve della Casa, critico cinematografico e conduttore del programma radiofonico Hollywood Party, cui spetta il compito di chiudere questa prima parte di incontri prima della pausa estiva. Gli incontri verranno trasmessi a partire dalle 18.30 in live streaming sulla pagina Facebook della CUC.
Il ciclo è, dunque, anche un’occasione per ipotizzare l’immediato futuro del settore che al momento ha dovuto gestire un’emergenza, ma che ha necessità di mettere a punto strategie a medio-lungo termine sia sul piano produttivo che distributivo visto che la pandemia da Covid non sembra destinata a esaurirsi in una stagione cinematografica.