Roma 2014 – Eden: Recensione in Anteprima
Daft Punk, Dimitri from Paris, Cassius ed Alex Gopher. La musica electro-dance di Francia vera protagonista di Eden
Definita da Variety uno dei ’10 registi emergenti da conoscere a tutti i costi’, la francese Mia-Hansen Love è approdata al Festival Internazionale del Film di Roma con la sua 4° pellicola, Eden, presentata al Toronto Film Festival e in uscita a metà novembre in Francia. Un titolo fortemente biografico quello della Love, concentrando la propria attenzione sulla musica elettronica francese, esplosa nel 1992 con il genere Garage e ballata ancora oggi grazie a Dj come i leggendari Daft Punk. La Love ha in qualche modo preso spunto dalla figura del fratello, per 20 anni dj e solo recentemente riuscito a ‘voltare pagina’, abbandonando quel sogno in consolle che con il passare degli anni era andato sempre più sbiadendosi.
Nata nel 1981, e quindi concretamente attiva nelle piste da ballo che 20 anni fa iniziarono a diffondere il ‘french touch’, Mia Hansen ha così dato vita ad un film sulla ‘sua’ generazione, senza soffermarsi sugli abusati amori di gioventù ma ampliando il proprio sguardo. Il tutto seguendo passo passo i sogni di Paul, giovane affascinato dalla musica che vuole diventare disk jokey. Riuscendoci. Con il suo migliore amico da’ vita al duo ‘Cheers’, che prende rapidamente piede tra i locali più in di Parigi. Quel soul che incrocia l’house music, diventando più dance che techno, ammalia radio e pubblico pagante, illudendo i due amici che possano realmente tramutare il tutto in un proficuo lavoro. Anche per questo motivo Paul inizia a trascurare la vita quotidiana, vivendo solo e soltanto di notte, tra cocaina, cuffie, ragazze e musica.
Un soggetto interessante, soprattutto per chi è nato negli anni ’80 e ha concretamente vissuto l’ultimo ventennio discotecaro. Nel pennellare le preoccupazioni, i desideri e le ansie dei ragazzi di oggi Mia Hansen-Love ha in qualche modo tradito l’anima stessa della pellicola, frenata nel ritmo e inspiegabilmente didascalica nel mostrarci gli inciampi del suo giovane protagonista, accecato dall’amore nei confronti di un certo tipo di musica tanto da non evolvere e di fatto ‘morire’ di vecchiaia. Artisticamente parlando. Partendo dal lontano 1992 e da un fascinoso rave in mezzo al bosso con tanto di allucinazioni da droga, la Love avanza lentamente con il passare degli anni, dividendo la sua lunghissima opera in 3 capitoli. Quello iniziale del sogno da coltivare, facilmente alimentabile grazie ad un più che fertile terreno; quello dell’affermazione improvvisa che puzza di inatteso successo; per poi finire con la musica da spengere, non essendoci davvero più nessuno disposto ad ascoltarla.
Registicamente statico e piatto, il che è paradossale visto il tema trattato, il film della Love segue il suo giovane protagonista per 20 anni. Da sognatore a fallito, sotto i colpi di una consolle che ha finito per levargli fiato e linfa vitale. Tutto questo mentre attorno a lui si sommano fidanzate, sensuali opportuniste e amori adolescenziali, notti di droga a più non posso e amicizie tanto durature quanto dolorose, vista la tragica fine del suo migliore amico lasciato solo proprio nel momento del bisogno. Impreziosito da una straordinaria colonna sonora, un vero greatest hits del meglio del french tour degli anni ’90, Eden omaggia in lungo e in largo i Daft Punk, senza maschere a traino di fatto sconosciuti e per questo rimbalzati persino in discoteca. Anche se multi-milionari e da oltre 15 anni idolatrati in mezzo mondo. Proprio loro rappresentano l’1% dei francesi dj sognatori che ‘ce l’hanno fatta’, insieme a nomi come Dimitri from Paris, Cassius ed Alex Gopher. Per tutti gli altri c’è spazio solo per la disillusione e l’amaro risveglio, dalla regista a lungo rinviato. Perché il suo Paul si trascina ostinatamente e malinconicamente negli anni, appiattendo conseguentemente un titolo che mai riesce a sterzare, iniziando così a ballare sulle note di una canzone che si fa ripetitiva e fastidiosamente già sentita. Donne e coca, locali e speranze infrante, buffi e giovani colleghi di un tempo diventato miti viventi. Oltre non si riesce proprio ad andare.
Dichiaratamente interessata a tramutare in immagini l’energia e le aspirazioni di un’intera generazione, Mia-Hansen Love ha purtroppo clamorosamente fallito il primo obiettivo. Perché di ‘energico’, in questo Paradiso musicale che ha segnato gli ultimi anni disco, c’è davvero poco.
Voto di Federico: 4.5
Voto di Gabriele: 9
Eden (Francia, 2014) di Mia-Hansen Love; con Felix De Givry, Pauline Etienne, Vincent Macaigne, Greta Gerwig, Golshifteh Farahani, Laura Smet, Vincent Lacoste