La metamorfosi del male: recensione in anteprima dell’horror con licantropi
Anche i licantropi hanno il loro horror found footage diretto dal regista de “L’altra faccia del diavolo”.
Il filone degli horror con licantropi non ha sfornato pellicole di alto profilo da diversi anni, se escludiamo l’ottimo Dog Soldiers e il buon remake Wolfman il resto della recente produzione si rivelata oltremodo mediocre e indirizzata più che altro al mercato home-video, ci riferiamo a pellicole come Werewolf: la bestia è tornata piuttosto che a L’ora del licantropo.
Abbiamo quindi accolto con ottimismo e un certo piacere la notizia dell’uscita dell’horror Wer – La metamorfosi del male, che si è presentato come una produzione per il grande schermo capace di porre di nuovo la figura del licantropo al centro della trama ed evitare ridicole digressioni mutaforma (vedi Twilight), anche se una certa preoccupazione arrivava da due elementi che avrebbero potuto rivelarsi piuttosto penalizzanti: il nome del regista, lo stesso William Brent Bell che ha diretto i pessimi Stay Alive e L’altra faccia del diavolo e la scelta di utilzzare per l’ennesima volta l’inflazionato formato found footage.
Reduci però dalla visione dell’ottimo Afflicted, un recente horror found footage con vampiri, ci siamo approcciati alla visione di Wer senza preconcetti di sorta, anche perchè in più di un’occasione il formato ha fatto il suo dovere regalandoci qualche titolo horror di ottima fattura.
Wer si è da subito mostrato come un found footage anomalo, nel senso che il regista ha pensato bene di ibridare il formato utilizzando quindi una colonna sonora, inquadrature multiple ed evitando il canonico punto di vista del cameraman invisibile che non molla mai la videocamera neanche venisse giù l’apocalisse. Questa scelta ha reso più fluido il montaggio e meno stressante la visione, senza contare che tutto il risultato finale somiglia per una volta molto di più ad un film vero e proprio che ad una lunga e confusa ripresa finto-amatoriale.
Veniamo ora alla trama che si dipana in quel di Parigi dove un uomo di nome Talan (Brian Scott O’Connor) è stato accusato di aver perpetrato alcuni brutali omicidi. In suo aiuto arriverà un team difensivo guidato dall’avvocatessa americana Kate Moore (A.J. Cook) che cercherà di provare che Talan, nonostante la sua mole impressionante, non era fisicamente in grado di martoriare in quel modo i corpi delle vittime poiché affetto da una rara malattia genetica, teoria che naturalmente verrà smentita al sorgere della successiva luna piena.
Wer si dipana come un vero e proprio legal-thriller con esami delle prove, udienza dei testimoni e naturalmente un primo contatto con Talan che nonostante abbia un aspetto ben poco rassicurante si rivelerà oltremodo mansueto e le autorità francesi, che dal canto loro sembrano non aver alcun dubbio sulla colpevolezza dell’uomo.
Wer è un film girato con una dovizia che visto il formato scelto non possiamo che sottolineare, considerando anche che avevamo già avuto modo di apprezzare il formato ibridato con le medesime modalità nella serie tv The River prodotta da Oren Peli, il regista di Paranormal Activity e anche stavolta questo approccio più “cinematografico” ci è sembrato il modo migliore di avvicinarsi al found footage, speriamo che i prossimi horror girati in questo formato seguano l’esempio del film di Bell.
Altro elemento che ci ha particolarmente impressionato nel film è stata la scelta di riportare il licantropo a quella bestiale brutalità che poi è il cuore di questa icona horror, come accaduto nel remake Wolfman in cui efferatezza e violenza ci avevano fatto gongolare non poco, anche in questo caso la violenza durante gli attacchi del Talan furioso è a dir poco impressionante e il realismo del found footage in questo caso aggiunge crudezza e impatto ad una brutalità che su schermo non lascia spazio all’immaginazione.
Altro elemento ben bilanciato sono gli effetti visivi, in questo caso la mutazione è un elemento centrale di ogni film sui licantropi, ma stavolta la trasformazione avviene in modo graduale e risulta piuttosto realistica, perché non ci troviamo di fronte ad un licantropo tout-court, bensì ad un vero e proprio “uomo-lupo” come quello del classico Universal con Lon Chaney Jr., la trasformazione è quindi equiparata alla ricerca di realismo che ha spinto alla scelta del formato e quindi in sintonia con tutta la messinscena che scorre fluida nei novanta minuti di durata privi di tempi morti.
Wer per fortuna ha ancora una volta fugato ogni nostro dubbio sul reiterato utilizzo, ormai divenuto pandemico, del formato found footage e ha permesso al regista William Brent Bell di recuperare dalle sue precedenti e poco felici incursioni dietro la macchina da presa, quindi senza remore possiamo inserire Wer tra i migliori film di licantropi di sempre, sperando però di non ritrovarci a breve con una sequela di brutte copie.
Voto di Pietro: 7
La metamorfosi del male (thriller-horror / USA 2014). Un film di William Brent Bell. Con A.J. Cook, Sebastian Roché, Vik Sahay, Stephanie Lemelin, Oaklee Pendergast, Angelina Armani, Simon Quarterman, Brian Johnson, Collin Jay Blair, Brian Scott O’Connor, Corneliu Ulici – Uscita giovedì 4 dicembre 2014.