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Roma 2014: The Knick di Steven Soderbergh e Marc’Aurelio del Futuro ad Aleksej Fedor?enk

Clive Owen al Festival di Roma per presentare la serie HBO The Knick in una serata-evento in cui sarà proiettata l’intera serie con il finale di stagione in contemporanea con gli Stati Uniti

pubblicato 26 Settembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 22:07

A pochi giorni dalla presentazione del programma del Festival Internazionale del Film di Roma 2014 continuano a piovere annunci sulla manifestazione “The Knick” di Steven Soderbergh sarà infatti presentata venerdì 17 e sabato 18 ottobre. Clive Owen, protagonista della serie tv nei panni del geniale chirurgo John Thackery, incontrerà il pubblico del Festival nell’ambito di una serata-evento in cui sarà proiettata l’intera serie con il finale di stagione in contemporanea con gli Stati Uniti. I dieci episodi – scritti da Jack Amiel e Michael Begler, sceneggiatori di Quando meno te lo aspetti e Qualcosa di straordinario – andranno in onda in esclusiva assoluta su Sky Atlantic HD in autunno.

“The Knick”, attualmente in programmazione sull’emittente via cavo statunitense Cinemax, è ambientata nella New York di inizio ‘900, all’interno dell’ospedale Knickerbocker. Il chirurgo John Thackery – un brillante pioniere di nuovi metodi nel campo della chirurgia che nasconde una dipendenza dalla cocaina – opera a capo di un team di medici e infermieri in un’epoca caratterizzata da elevati tassi di mortalità e assenza di antibiotici. Il Direttore Artistico Marco Müller ha così commentato la scelta:

“Quante volte è successo che la migrazione di forme e contenuti dal cinema (e dalle altre piattaforme) facesse un giro completo? Poche volte, e sempre in tempi molto recenti (cfr. lo splendido “Mildred Pierce” realizzato da Todd Haynes per HBO). Nella seconda età dell’oro della televisione, le serie avevano ripreso dal cinema tanto l’approfondimento dei personaggi che alcuni nuovi modi del montaggio e della fotografia. Questo è servito loro per rinnovare i modelli narrativi seriali, proponendo una “serie serializzata”, con linee narrative verticali che si concludevano alla fine del singolo episodio, e linee orizzontali che proseguivano per l’intera stagione (a volte per le serie successive). Assistiamo oggi ad ancora un’altra trasformazione: autori e produttori di cinema sperimentano con le serie televisive. La televisione si rinnova ancora una volta, ri-mediando il cinema nelle miniserie antologiche dirette da un unico regista. I cineasti sono spesso nomi noti che, invece di firmare il solo pilot (e il concetto della serie) hanno finalmente la possibilità di raccontare in un tempo sufficientemente lungo – ma non tanto da far perdere di intensità la narrazione. È questa la nuova maniera audiovisiva di riproporre un romanzo. Se i film al cinema continuano a essere novelle, oppure fumetti a puntate, la televisione di qualità può permettersi di essere oggi istigatore e produttore di cinenarratività fuori formato, che possono a volte essere lunghe e pregnanti come un romanzo. Non ci può essere alcun dubbio, dunque, che il grande cineromanzo contemporaneo venga dalla televisione. E che il cineromanzo contemporaneo più importante dell’anno si chiami “The Knick”, diretto da Steven Soderbergh per Cinemax di HBO”.

Ma le novità di giornata non finiscono qui. Il Festival Internazionale del Film di Roma, su proposta del Direttore Artistico Marco Müller, consegnerà il Marc’Aurelio del Futuro ad Aleksej Fedor?enko, regista di Primi sulla Luna e Ovsjanki / Silent Souls (premiati entrambi alla Mostra di Venezia) e di Spose celesti dei Mari della pianura (in concorso a Roma nel 2012), produttore di oltre venti film, sceneggiatore e scrittore. In occasione della premiazione, il cineasta russo presenterà in prima mondiale il suo ultimo lavoro, Angeli della Rivoluzione (Angely revolucii), nella linea di programma “Cinema d’Oggi”.

Il nuovo film di Fedor?enko, ambientato in Unione Sovietica, racconta l’incontro e lo scontro fra differenti culture negli anni Trenta staliniani, attraverso lo sguardo di cinque artisti d’avanguardia, spediti a fare da agit-prop nelle regioni periferiche. La pellicola è un adattamento dei racconti di Denis Osokin, vincitore del prestigioso premio letterario russo per giovani autori “Debut Prize”, scrittore del romanzo che ha ispirato Ovsjanki e sceneggiatore di Spose celesti dei Mari della pianura. Nel cast di Angeli della Rivoluzione, fra gli altri, Darya Ekamasova (già protagonista di Spose celesti dei Mari della pianura, interprete di Zhila byla odna baba / Once Upon a Time There Lived a Simple Woman di Andrey Smirnov e Svobodnoe plavanie / Galleggiare liberi di Boris Khlebnikov presentato nella sezione Orizzonti a Venezia), Konstantin Balakirev (Stilyagi / Hipsters di Valerij Todorovsky al Festival di Toronto), Alexey Solonchyov (Un lac di Philippe Grandrieux, menzione speciale alla Mostra di Venezia).

Questa la motivazione data dal direttore del Festival:

“Aleksej Fedor?enko è una tra le figure assolutamente più originali nel panorama della produzione russa del Terzo Millennio. Perché nel passaggio da un film all’altro ha saputo ogni volta reinventare genere e stile. Nella sua filmografia, il documentario è contraddetto dal mockumentary, il film drammatico e paesaggistico è ripensato in chiave di commedia panteista (Spose celesti dei Mari della pianura appare in questo senso come una risposta a Ovsyanki). A partire dal primo straordinario lungometraggio (il mockumentary Primi sulla luna), Fedorcenko ha scardinato la struttura narrativa convenzionale (prosastica). Nei lungometraggi ‘narrativi’ successivi ha fatto ben di più che proporre una sua personalissima versione del cinema lirico-pittorico: esaltando l’aspetto figurativo ha spostato in secondo piano il testo e le sue strutture logiche, utilizzato le immagini per suggerire analogie, allegorie, metafore, deviazioni a-realiste (solo in pochi casi, surrealiste). Lo spettatore è costretto a misurarsi con un universo di significati e sentimenti che deve riuscire a intuire, prima ancora di poter comprendere. Il rischio di schematismi dei soggetti tratti da opere letterarie, la rigidità della fabula vengono fatte esplodere dalla potenza delle immagini – sempre concrete, mai astratte anche quando i suoi film sono fatti di azioni sceniche estreme, dilatate o compresse, sempre illuminate da lampi di poesia. Anche nel nuovissimo e scatenato Angeli della rivoluzione, dall’andamento di commedia satirica, la visionarietà delle immagini non è fine a se stessa. Serve a continuare la riflessione sui rapporti tra uomo e natura, a coniugare il fascino di una cultura tradizionale, vera o inventata che sia, con la violenza della Storia (del potere). E Fedor?enko si conferma, ancora una volta, come uno tra i pochi cineasti contemporanei capaci di inventare prospettive sempre rinnovate”.

Roma 2014: Soap Opera di Alessandro Genovesi e Andiamo a quel paese di Ficarra e Picone aprono e chiudono il Festival

Ancora pochi giorni e sapremo l’intero programma del Festival Internazionale del Film di Roma 2014. Domani mattina verrà presentata alla stampa la sezione parallela Alice nella Città, mentre lunedì prossimo Paolo Ferrari (Presidente) Marco Müller (Direttore artistico) e Lamberto Mancini (Direttore generale) elencheranno tutti i film in cartellone. Nell’attesa altri due titoli sono stati ufficializzati. Saranno infatti due commedie ad aprire e chiudere la nona edizione del Festival, che si svolgerà dal 16 al 25 ottobre presso l’Auditorium Parco della Musica: si tratta rispettivamente di Soap Opera di Alessandro Genovesi (con Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Ricky Memphis, Elisa Sednaoui, Chiara Francini, Ale e Franz, Diego Abatantuono) e Andiamo a quel paese, scritto, diretto e interpretato da Salvatore Ficarra e Valentino Picone (con Fatima Trotta, Tiziana Lodato, Nino Frassica).

Con Soap Opera il regista, sceneggiatore, attore, autore teatrale e radiofonico milanese, che ha già diretto due film di successo, La peggior settimana della mia vita e Il peggior Natale della mia vita, porta sul grande schermo una commedia corale sulle storie, i sentimenti e gli equivoci che coinvolgono gli inquilini di un condominio nella notte di Capodanno. Il film ospita un cast italiano d’eccezione che vede protagonisti Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi (al loro terzo ciak con Genovesi), Ricky Memphis, Elisa Sednaoui, Chiara Francini, Ale e Franz e Diego Abatantuono.

Con Andiamo a quel paese, invece, il duo comico palermitano torna dietro la macchina da presa dopo i successi ottenuti con Nati stanchi, Il 7 e l’8, La Matassa e Anche se è amore non si vede. Ficarra e Picone – ancora una volta autori della sceneggiatura, registi e interpreti principali – ambientano la loro nuova commedia in Sicilia raccontando le spassose vicende di due disoccupati che, tornati nel loro paese d’origine, immaginano un’originale soluzione per uscire dalla crisi. Nel cast, Fatima Trotta, attrice e conduttrice televisiva della trasmissione satirica “Made in Sud”, e Tiziana Lodato.

Marco Muller ha così motivato il perché di questa doppia scelta:

“In questi due film italiani trova nuova vita l’anima della commedia e lo spirito del comico. Vale a dire: in Soap Opera, l’anima appassionata e tenera, la felicità sorgiva della commedia; e in Andiamo a quel paese, lo spirito generoso ma travolgentemente gaglioffo del cinema comico, la galleria multiforme di maschere e tipi irriducibili alle pretese di ragionevolezza della contemporaneità del cinema comico. Due film che parlano anche di una competenza profonda (industriale e artigianale), che può esprimersi tanto nella creazione di un universo di cinema-cinema a Cinecittà (Soap Opera), quanto nella reinvenzione cinematografica dei luoghi reali (Andiamo a quel paese – che rivisita la Sicilia di Germi). Una famiglia di grandi attori in stato di grazia, in Soap Opera, e una tribù di straordinari caratteristi (anche non professionisti) che circondano un fenomenale duo comico, sono i complici necessari di questi due modi, appassionati e affascinanti, di ritrovare il respiro inesauribile della comicità italiana”.

Soap Opera e Andiamo a quel paese sono rispettivamente prodotti da Colorado Film e Tramp Limited in collaborazione con Medusa Film che li distribuirà nelle sale. Immancabili anchee le parole di Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa Film.

“Naturalmente siamo onorati di contribuire con i nostri due film a disegnare questo arco ideale tra apertura e chiusura del Festival Internazionale del Film di Roma. Ci piace l’intuizione del Direttore Müller di voler offrire un’occasione importante ad un genere che solitamente non frequenta i festival, con le motivazioni qualitative del tutto condivisibili che accompagnano la sua scelta. E a nostra volta condividiamo con i partner produttivi di Colorado per Soap Opera e Tramp per Andiamo a quel paese gli esiti straordinari di un lavoro fatto, come sempre, con entusiasmo e passione, rinnovando da parte di Medusa e del Gruppo Mediaset il grande e sostanziale impegno nel cinema italiano”.

Roma 2014 – prime 4 anteprime mondiali più Spandau Ballet: Il Film – i 5 compontenti del gruppo sul Red Carpet

Continua ad ampliarsi il programma ‘ufficiale’ del Festival Internazionale del Film di Roma 2014. Dopo aver annunciato i primi 5 film in lingua inglese (Time Out of Mind, Trash, Black and White, Stonehearst Asylum e Love, Rosie) e il Maverick Director Award a Takashi Miike, la nona edizione del Festival che si svolgerà dal 16 al 25 ottobre 2014 con la direzione artistica di Marco Müller, ospiterà nella selezione “Cinema d’Oggi” le opere di quattro nuove voci del cinema mondiale: si tratta di Shier gongmin (12 Citizens) di Xu Ang, Wir sind jung. Wir sind stark (We Are Young, We Are Strong) di Burhan Qurbani, Lucifer di Gust Van den Berghe, e Die Lügen der Sieger (The Lies of the Victors) di Christoph Hochhäusler.

Shier gongmin (12 Citizens) è il primo lungometraggio del pluripremiato regista teatrale cinese Xu Ang, il più giovane ad aver ricoperto questo ruolo presso il Teatro d’Arte Popolare di Pechino, campione d’incassi per il suo spettacolo “Il dolore della commedia”. Con Shier gongmin, ispirato alla pièce di Reginald Rose e al successivo film La parola ai giurati di Sidney Lumet, Xu Ang porta sul grande schermo il dibattito fra dodici giurati, di differente estrazione sociale e geografica, che si confrontano su un caso di omicidio. La pellicola esplora le contraddizioni della società cinese mostrando molteplici e contradditori punti di vista e confermando Xu Ang come uno dei più importanti portavoce della cultura del suo tempo. Nel cast, alcuni celebri attori cinematografici e televisivi: fra gli altri, Gang Wang, Tongsheng Han (Inseparable con Kevin Spacey), Bing He. Sarà una prima mondiale.

Wir sind jung, wir sind stärk (We Are Young, We Are Strong) è invece diretto da Burhan Qurbani, il regista tedesco di origini afgane premiato in concorso al Festival di Berlino per Shahada, suo primo lungometraggio realizzato come tesi di laurea. Ambientato durante la rivolta xenofoba del 1992 a Rostock, Wir sind jung, wir sind stärk, opera seconda di Qurbani, racconta i sanguinosi scontri attraverso lo sguardo dei tre protagonisti: una ragazza vietnamita, un ambizioso politico locale e un giovane leader della sommossa. Il film ospita nel cast la pluripremiata attrice Saskia Rosendahl, interprete del thriller drammatico Lore, Joel Basman (Hanna, The Monuments Men), Jonas Nay (reso celebre da numerose partecipazioni in alcune delle più note serie tv tedesche). Anche in questo caso si tratterà di una prima mondiale.

Lucifer è il nuovo lavoro del giovane autore fiammingo Gust van Den Berghe, che ha esordito alla regia con due lungometraggi, entrambi presentati alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes: Little Baby Jesus of Flandr, controversa parabola religiosa che vede protagonisti attori con sindrome di Down, e Blue Bird, un film esteticamente rivoluzionario ispirato alla pièce di Maurice Maeterlinck. Nella pellicola, Lucifero, in caduta dal Paradiso all’Inferno, irrompe nella vita di una famiglia messicana, sconvolgendone gli equilibri e dimostrando quanto sia labile il confine tra il bene e il male. Nel cast, l’attore e scrittore Gabino Rodriguez (che ha lavorato al fianco del regista Nicolás Pereda in Perpetuum Mobile, Killing Strangers e Summer of Goliath, film vincitore del premio Orizzonti a Venezia) e Norma Pablo (Man on Fire – Il fuoco della vendetta, The Violin, Sleep Dealer). Terza prima mondiale.

Dopo il successo del film d’esordio This Very Moment, presentato in concorso al Festival di Berlino, e dei successivi I am Guilty e The City Below, entrambi a Cannes nella sezione Un Certain Regard, Christoph Hochhaüsler torna alla regia con Die Lügen der Sieger (The Lies of the Victors), thriller investigativo-spionistico ad alta tensione che punta il dito contro l’attuale primato economico della Germania e gli episodi di corruzione all’interno del suo sistema politico. Nel cast, Florian David Fitz (regista e interprete del film Jesus Loves Me, attore e sceneggiatore di Vincent Wants to Sea), Horst Kotterba (protagonista di alcune note serie tv tedesche), e Lilith Stangenberg (che nel 2012 ha recitato in Diaz: Don’t Clean Up This Blood). Quarta prima mondiale.

E non è tutto. Spandau Ballet: Il Film – Soul Boys of the Western World di George Hencken sarà infatti presentato nel corso del Festival grazie alla collaborazione con Nexo Digital e Feltrinelli Real Cinema. Il prossimo 20 ottobre i cinque componenti del gruppo – Tony Hadley, Steve Norman, John Keeble, Martin e Gary Kemp – saranno sul red carpet della manifestazione e presenteranno al pubblico dell’Auditorium Parco della Musica il loro film, che sarà nelle sale italiane solo il 21 e 22 ottobre.

L’opera prima di George Hencken – produttrice di pluripremiati video musicali, film concerto, documentari su alcune figure chiave della scena musicale moderna e contemporanea come Jimi Hendrix, Sex Pistols, Madness, Dr. Feelgood – narra la repentina ascesa e il successivo declino degli Spandau Ballet, band di ragazzi della classe operaia londinese divenuta simbolo di un’intera generazione. I protagonisti si raccontano a trent’anni di distanza dai loro maggiori successi, attraverso video di concerti, interviste, filmati personali e materiale inedito: un viaggio nella musica, nella cultura e nella storia degli anni ’80 raccontato attraverso lo sguardo e le canzoni di un gruppo capace di conquistare la vetta delle classifiche mondiali vendendo venticinque milioni di dischi e piazzando ventitré singoli nella hit parade.

Roma 2014 – primi 5 film in lingua inglese: arrivano Time Out of Mind, Trash, Black and White, Stonehearst Asylum e Love, Rosie

A un mese esatto dal via della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, il direttore artistico Marco Müller ha annunciato i primi cinque film di lingua inglese in programma. La sezione Cinema d’Oggi ospiterà Time Out of Mind di Oren Moverman (con Richard Gere e Jena Malone) in prima europea; la sezione Gala accoglierà Trash di Stephen Daldry (con Rooney Mara e Martin Sheen) in prima internazionale, Love, Rosie (#ScrivimiAncora) di Christian Ditter (con Lily Collins e Sam Claflin) in prima internazionale e Black and White di Mike Binder (con Kevin Costner, Gillian Jacobs, Jennifer Ehle e Octavia Spencer) in prima europea. Quest’ultimo presentato in collaborazione con la sezione autonoma e parallela Alice nella città.

Stonehearst Asylum di Brad Anderson (con Kate Beckinsale, Jim Sturgess, Ben Kingsley, Michael Caine, Brendan Gleeson e David Thewlis), invece, farà parte della selezione di Mondo Genere e sarà una prima europea. Andando a ‘spulciare’ le 5 pellicole scopriamo che Time Out of Mind segna il ritorno dietro la macchina da presa di Oren Moverman, Orso d’Argento alla miglior sceneggiatura (con Alessandro Camon) per l’opera prima Oltre le regole – The Messenger, e regista di Rampart, basato su un soggetto dello scrittore di culto James Ellroy, co-autore della sceneggiatura. In Time Out of Mind Gere veste i panni di un uomo in grandi difficoltà costretto a trovar rifugio in un centro d’accoglienza. Cercherà di rifarsi una vita ripartendo da zero e riallacciando i rapporti con la figlia, interpretata da Jena Malone.

Trash è il nuovo lavoro del pluripremiato cineasta inglese Stephen Daldry, autore di alcuni dei film più amati dell’ultimo decennio, tutti candidati all’Oscar®: Billy Elliot, The Hours, The Reader – A voce alta e Molto forte, incredibilmente vicino. Con Trash – un thriller drammatico ambientato in una metropoli brasiliana – Daldry porta sul grande schermo l’omonimo romanzo di Andy Mulligan sceneggiato da Richard Curtis, autore di commedie di successo come Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, Il diario di Bridget Jones e Love Actually – L’amore davvero. Love, Rosie (#ScrivimiAncora), adattamento cinematografico del best seller “Scrivimi ancora” della scrittrice Cecelia Ahern, è diretto dal regista e sceneggiatore tedesco Christian Ditter, autore dei pluripremiati cortometraggi Enchanted e Grounded, e del successo di botteghino French for Beginners – Lezioni d’amore. Il film racconta la storia di due ragazzi, Rosie e Alex, amici per la pelle fin da bambini, costretti a separarsi: il loro rapporto proseguirà grazie a e-mail, lettere, sms, cartoline, fra riavvicinamenti e distacchi, sempre in bilico fra amicizia e amore. Protagonista femminile del film è Lily Collins, attrice e modella resa celebre dal film Biancaneve, al fianco di Julia Roberts. Con lei, Sam Claflin e Christian Cooke (Mercuzio nel Romeo and Juliet di Carlo Carlei presentato al Festival di Roma 2013).

Black and White è il nuovo film del regista, attore, sceneggiatore Mike Binder (Una moglie ideale, Litigi d’amore, Il diario di Jack) interpretato dai due attori premi Oscar® Kevin Costner e Octavia Spencer. La pellicola esplorerà le tensioni provocate dalle differenze razziali puntando l’obiettivo sulla dolorosa storia familiare dell’avvocato Elliot Anderson che, con la moglie, ha cresciuto la nipote di colore Eloise. Rimasto vedovo, dovrà lottare con Rowena, nonna della bambina, per ottenere la custodia legale. Al fianco dei due attori protagonisti ci sono Anthony Mackie e Jennifer Ehle.

Stonehearst Asylum è l’ultimo lavoro di Brad Anderson, il regista cult di Session 9, L’uomo senza sonno, Transsiberian presentato al Festival di Berlino, Vanishing on the 7th Street e The Call. Tratto da un racconto di Edgar Allan Poe, “Il sistema del dr. Catrame e del prof. Piuma”, Stonehearst Asylum è un thriller ambientato in un manicomio che nasconde un inquietante segreto. Il film ospita un cast di star formato da Kate Beckinsale, Jim Sturgess, Ben Kingsley, Brendan Gleeson e Daniel Thewlis. Nel cast anche il due volte premio Oscar® Michael Caine.

La 9° edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, lo ricordiano, si terrà presso l’Auditorium Parco della Musica dal 16 al 25 ottobre prossimo. E noi di Cineblog, come al solito, saremo lì per voi.

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