Belluscone. Una storia siciliana: Berlusconi e i siciliani al cinema con Maresco
Franco Maresco porta al cinema un viaggio dissacrante e grottesco nella terra siciliana ‘apparentemente’ devota a mafia, tv e Berlusconi.
Dopo anni di travaglio e problemi di natura finanziaria, tecnico-pratica e giudiziaria, “Belluscone. Una storia siciliana” di Franco Maresco, arriva in concorso nella sezione Orizzonti della 71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e in sala da oggi, 4 settembre 2014, distribuito da Parthénos, ma a quanto pare ci arriva con un film documentale molto diverso da quello che doveva essere in origine.
Un film che ricorre allo stile ironico, grottesco e dissacrante, tipico del regista palermitano tra i fondatori di Cinico Tv, per sbirciare dietro all’apparente consenso popolare siciliano alla “cultura berlusconiana”, ai legami (veri o presunti) dell’ex Presidente del Consiglio con la criminalità organizzata, e la vera natura dell’amicizia con il noto ministro Dell’Utri, che in questa anticipazione cita l’elogio dell’imprevisto di Montale.
Un viaggio provocatorio tra costume, politica, finanza, cultura mafiosa, musica di piazza e televisioni private che intreccia il viale del tramonto del Cavaliere con le sorti dello sfortunato impresario palermitano di cantanti neomelodici, Ciccio Mira, nostalgico della mafia degli uomini d’onore e imperterrito sostenitore di Berlusconi, e dei due artisti a caccia di successo della sua “scuderia”, Erik e Vittorio Ricciardi, che si esibiscono nelle piazze palermitane con la canzone “Vorrei conoscere Berlusconi”.
Il viaggio nel bizzarro girone dei sostenitori di Berlusconi, finito nel dimenticatoio per un po’ insieme a Maresco (scomparso anche al Lido), recuperato da Tatti Sanguinetti e cucito in un puzzle di filmati di repertorio ed interviste, provviste (nei casi più ‘interessanti’) della sagace voce fuori campo dello strafottente Maresco.
Un progetto decisamente arduo e sopra le righe, alle prese con populismo, contraddizioni e ipocrisia dell’elettorato sottoproletario devoto alla tv e alla mafia dispensatrice di giustizia e lavoro.
Un film che parla un linguaggio più comprensibile ai siciliani che all’italiano medio, almeno secondo il nostro Antonio, figlio di terra e cultura siciliana, che ha visto e recensito in anteprima il film a Venezia.
Per altri è un film politico che parla agli italiani degli italiani, facendolo anche ridere, o quanto meno sorridere a denti stretti, per qualcuno un documentario che restituisce un’immagine negativa (offensiva?) dell’ex premier. On line trovate anche il punto di vista del nostro Italo Moscati. In ogni caso da oggi potete guardare il film in sala e magari condividere con noi la vostra opinione.