Come fare soldi vendendo droga: la Recensione del Documentario di Matthew Cooke
Disamina tutt’altro che approfondita ma a suo modo ingegnosa ed affascinate sul fenomeno dello spaccio di stupefacenti, Come fare soldi vendendo droga fa riflettere senza appesantire più di tanto
Pochi livelli ed è fatta. Non è un videogioco ma è come se lo fosse, anche se sarebbe più corretto parlare di manuale. Come fare soldi vendendo droga è un progetto che non disdegna una certa leggerezza in superficie pur di girare attorno ad un argomento che definire dibattuto è dire poco. Spesso e volentieri dibattuto in maniera pretenziosa, s’intende, ma tant’è.
Il documentario di Matthew Cooke fa il giro largo, partendo da un posizione per poi ribaltarla in corso d’opera. L’abilità è quella di alternare, specie per la prima metà, un tono tra il serio e il faceto senza scadere in troppe banalità. La struttura d’altronde parla chiaro: ampio ricorso ad innesti grafici e progressione a mo’ di videogioco vecchio stile, con più livelli da superare a partire da quello più basso. Tutto per raccontare una storia che si conosce talmente bene che non la si conosce affatto, dato che di droga e questioni affini si scrive e si dice tanto, in quanto essenzialmente a più riprese oggetto di dibattito politico.
Nello specifico, chiaramente, la lente d’ingrandimento punta gli USA, dunque il percorso che riguarda quel mercato lì. Senza eccedere in doviziosi resoconti, la tesi che s’intende dimostrare è la seguente: la lotta alla droga negli States può, dati alla mano, definirsi un fallimento. Dato che tale battaglia ha comportato spese ingenti, oltre al sacrificio di tante vite non di rado “innocenti”, non varrebbe la pena smistare questi soldi verso altro tipo di iniziative?
A tal fine Cooke trova dei notevoli complici nei suoi attori, per lo più ex-spacciatori e/o consumatori a vario titolo; gente che in un primo momento allude ai propri anni d’oro quasi con nostalgia impenitente, svelando l’aspetto per così dire glamour di quella vita. Senza tacerne i rischi, certo, ma con quell’aria da simpatica canaglia, al di sopra della legge e che si fa beffa di chi intende farla rispettare. Salvo poi, come già accennato, mostrare gradualmente le carte ed uscire allo scoperto: spacciare droga è male, farne uso ancora peggio.
La copertina è accattivante, perché semmai c’è stato un documentario dal respiro commercialmente ampio, beh, Come fare soldi vendendo droga è fra questi – à la Super Size Me ma meno affabulatore, se si vuole. Sembra quasi, anzi, che il target di riferimento sia all’incirca quello adolescenziale, più incline ad un uso massiccio di grafiche che si sovrappongono, oltre che per via del fatto che è a loro che più o meno esplicitamente si rivolge il film. D’altra parte la fotografia qui è curata come fosse un film di finzione, il che inevitabilmente contribuisce in maniera notevole alla presa che il tutto esercita sullo spettatore. E qui si arriva al contenuto.
Cooke ripercorre non soltanto le singole storie dei vari intervistati, gente che con la droga i soldi li ha fatti per davvero, ma ad un certo punto passa ad illustrare l’iter della battaglia politica partendo da lontano. Un espediente se vogliamo tipicamente giornalistico, in questo Come fare soldi vendendo droga emerge in tutto il suo potenziale documentaristico, che muove lo spettatore attraverso dati reali, vicende accadute, storie vere insomma. È interessante, oltre che curioso, dover ammettere che uno dei momenti di massimo coinvolgimento alla fine della fiera lo si avverte nel seguente passaggio: un ex-drug dealer di livello alto (colui che, per intenderci, si occupava del tragitto dalla Colombia agli USA) racconta la sua prima esperienza presso una dogana che lo trattiene per una perquisizione. Qui si viene totalmente rapiti dal racconto, solo che di tutto ciò non vediamo nulla: è solo un tizio che parla davanti a una macchina da presa.
È il potere della realtà, o quantomeno della verosimiglianza. Sebbene Cooke tenti di ampliare il più possibile il raggio della sua ricerca, intervistando anche ex-poliziotti, avvocati ed attivisti, resta che il tutto si svolge in funzione della tesi di cui in apertura di questo nostro scritto. Poco aggiunge alla conoscenza generale del fenomeno, perché a conti fatti Come fare soldi vendendo droga si trova più a suo agio nell’ambito dei prodotti di sensibilizzazione, con i quali in maniera più o meno efficace s’intende in ogni caso accrescere consenso. La sfida qui è dimostrare perché valga la pena legalizzare la droga, anche se in tal senso il discorso è un po’ ambiguo. C’è chi, come Eminem, si concentra sulla componente assuefazione, senza troppo curarsi di categorie quali droghe leggere o pesanti. Altri ritengono, su questa falsa riga, che il passaggio tra un tipo e l’altro sia per certi versi spontaneo. Tuttavia altri ancora sottolineano come, in fondo ipocritamente, la legislazione statunitense tenda a punire sin troppo severamente i crimini a vario titolo legati a tale questione.
Ai fini del dibattito, insomma, poca la carne al fuoco. Ma non si può altresì glissare su una confezione così curata, a fronte di un prodotto comunque valido. A metà strada tra fiction e documentario, con una predilezione per quest’ultimo, manca dell’incisività che in massimo grado possono raggiungere entrambe le tipologie, e questo ci sembra opportuno evidenziarlo. Consapevoli di tutto ciò, resta un lavoro gradevole e a suo modo interessante, al quale accostarsi per ciò che è, ovvero ciò che abbiamo in qualche modo sintetizzato fino ad ora. A dispetto di una certa enfasi a tratti mal riposta, va premiato lo stile e l’ingegnosità di un film che sa intrattenere ed in questo funziona. Tra un ammiccamento a The Wire e lo scimmiottamento ironico dell’universo videoludico, passando attraverso la cosa più semplice e dunque la più difficile di questo mondo: raccontare una storia o più storie.
Voto di Antonio: 6,5
Come fare soldi vendendo droga (How To Make Money Selling Drugs, USA, 2012) di Matthew Cooke. Con Woody Harrelson, Susan Sarandon, Eminem, 50 Cent, David Simon, Matthew Cooke, Freeway Ricky Ross, Barry Neal Cooper e Brian O’Dea. Nelle nostre sale da giovedì 3 luglio.