Il buono, il brutto, il cattivo: ritorno al Western e al cinema restaurato
Cavalcando nel Western di Leone con la recensione ‘matura’ del cult che chiude la Trilogia del dollaro, di nuovo al cinema in versione restaurata.
Con quel tocco innovativo palese sin dai titoli di testa, accompagnati dall’inconfondibile paesaggio sonoro composto da Ennio Morricone, panorami sconfinati e primissimi piani, violenza spietata quanto l’umorismo nero, volti e battute destinati al “mito del mito” (Alberto Moravia) come le scene leggendarie, “Il buono, il brutto, il cattivo” tornano nel west all’italiana di Sergio Leone e a chiudere la struttura circolare della cosiddetta Trilogia del dollaro, tornata al cinema restaurata.
Il ritorno di ben tre Bounty killers dall’anima anarchica che ingaggiano una sorta di caccia al tesoro, in un far west dominato dalla violenza irrazionale e spietata, con la guerra di secessione sullo sfondo.
200 mila dollari nascosti da un soldato sudista in un cimitero, sono il bottino della caccia, ingaggiata del Biondo Clint Eastwood (Il Buono), apostrofato come figlio di p… anche nel finale dal “Tuco”, con il volto grottesco e beffardo del compianto Eli Wallach (il Brutto), dai modi grezzi e il nobile passato, e il killer “Sentenza” (il Cattivo) interpretato dallo spietato Lee Van Cliff. Tre anti-eroi che vivono di luci e ombre nonostante nomi e soprannomi, come ogni altro personaggio di questo territorio di frontiera.
Una caccia che non lesina colpi bassi, tradimenti violenza e scene memorabili, dalla prima impiccagione di Clint Eastwood alla tirata del suo sigaro che concede ad un soldato in agonia, tra panoramiche sui campi di guerra tra nordisti e sudisti, l’esplosione di un ponte, la banda che suona sul pestaggio di Tuco; e il pistolero che questo stende mentre fa il bagno estraendo l’arma nascosta dalla schiuma.
“quando si spara si spara, non si parla!”. – Tuco
La caccia violenta sino alla fine, con i tre minuti di corsa del Tuco tra le tombe del cimitero di Sad Hill, a ritmo con la “L’estasi dell’oro” di Morricone, e quel memorabile ultimo duello tra i tre intenti a scrutante lo sguardo dell’altro e le mani pronte a far fuoco, in una ripresa da brivido nello spazio delimitato da un cerchio, che richiese la costruzione di un vero cimitero a Carlo Simi, scenografo di tutti i film di Leone. Una scena che posso posso tranquillamente proporvi con la clip a seguire, senza temere spoiler a distanza di quasi mezzo secolo dall’uscita del film al cinema.
il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi. – Il Buono
Sino all’ironia finale, nera come l’umorismo che rispecchia la personalità del regista, e si allontana all’orizzonte con il Buono (si far dire) tornato al poncho e pronto a riprendere il moto circolare della Trilogia del dollaro.
Quell’umorismo che ha fatto scuola, essenza del genere Spaghetti Western, 25 milioni di dollari di incasso al botteghino, tra omaggi, citazioni e proseliti che contano Stanley Kubrick e Quentin Tarantino, Brazil di Terry Gilliam o Ritorno al Futuro di Robert Zemeckis, tra i tantissimi.
Un campione di incassi che insieme ai precedenti “Per un pugno di dollari” e “Per qualche dollaro in più“, chiude la trilogia con qualcosa come 165 milioni di dollari di incassi solo negli Stati Uniti, un titolo tanto popolare da piazzarsi dopo in testa alle classifiche dopo capolavori come La Bibbia e Il Dottor Zivago, diventare slogan anche per la campagna elettorale USA di Bobby Kennedy, e portare nelle sale statunitensi i precedenti film della trilogia destinati a sbancare il botteghino nonostante la stroncatura della critica.
Un vero cult che deve il suo successo anche ai colori e ai dettagli della fotografia di Delio Colli, la sceneggiatura di ‘squadra’ che conta Age e Scarpelli (La Grande Guerra di Monicelli), Vincenzoni e Giancarlo Santi (che può vantare anche il merito di aver convinto Leone a farsi crescere la barba), la partitura sonora di Ennio Morricone, scritta per la prima volta, allo scopo di completare ogni personaggio, e tale da spingere gruppi come i Metallica a omaggiarla nei loro Live.
Tutto questo quasi per caso, per un western che Leone ha girato solo perché spinto dalla generosa offerta della major hollywoodiana United Artists, che distribuirà la trilogia del dollaro in America e produrrà insieme alla Paramount “C’era una volta il West“, “Giù la testa” e “C’era una volta in America“.
Un piccolo gioiello per appassionati che torna al cinema con il restauro promosso da Fondazione Cineteca di Bologna, Leone Film Group, Metro Goldwyn Mayer e realizzato da Laboratorio L’Immagine Ritrovata. Si ringraziano Alberto Grimaldi e CSC – Cineteca Nazionale.
Voto di cut-tv’s: 10
Il buono, il brutto, il cattivo (Italia/1966) Regia di Sergio Leone. Con Clint Eastwood (il Biondo ‘buono’), Eli Wallach (Tuco il ‘brutto’), Lee Van CJeef (Sentenza, il ‘cattivo’), Luigi Pistilli (padre Ramirez), Aldo Giuffré (ufficiale nordista), Rada Rassimov (Maria, la prostituta), Mario Brega (caporale Wallace). Di nuovo al cinema dal 17 luglio 2014.
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Via | Il Cinema Ritrovato – Kinopoisk