Tutte contro lui – The Other Woman: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
La commedia “Tutte contro lui – The Other Woman” non è piaciuta ai critici: insulsa, prevedibile, dimenticabile, pigra e traballante.
Leggiamo insieme le recensioni Americane e Italiane della commedia “Tutte contro lui – The Other Woman” diretta da Nick Cassavetes
E’ uscito il 19 giugno scorso la commedia Americana Tutte contro lui – The Other Woman, diretta da Nick Cassavetes con Cameron Diaz, Leslie Mann, Nikolaj Coster-Waldau, Don Johnson, Kate Upton, Taylor Kinney, Nicki Minaj, Kenneth Maharaj, Alyshia Ochse, Victor Cruz, Madison McKinley. Dopo aver letto la nostra recensione, oggi diamo un’occhiata ai pareri dei critici Americani e Italiani. L’avete visto? Vi è piaciuto? Su Rotten, mentre scrivo, la percentuale dei commenti positivi è del 24%. Ahia.
Claudia Puig – USA Today: storia insulsa, umorismo prevedibile e perde la sua strada nel prevedibile stile sit-com. Voto: 2/4
Christy Lemire – RogerEbert.com: “The Other Woman” solleva alcune domande profonde sull’indipendenza, l’identità e l’importanza della sorellanza, poi li getta da una finestra nella speranza di ottenere una grande risata. Voto: 2/4
Steven Rea – Philadelphia Inquirer: Grazie al cielo c’è Leslie Mann. Voto: 2/4
Moira MacDonald – Seattle Times: suona come “Il club delle prime mogli” incrociato con una versione femminile eccezionalmente ben curata di “Una notte da leoni” – vale a dire, non c’è molto, ma è divertente finché dura. Voto: 2.5 / 4
Stephen Holden – New York Times: stupido, pigro, maldestramente assemblato e poco originale.
Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: L’unica cosa che manca in questa casseruola fumante è un ingrediente fondamentale: il senso dell’umorismo. Voto: 1.5 / 4
Michael Sragow – Orange County Register: Una grossolana commedia traballante. Voto: C
Rafer Guzman – Newsday : In questa commedia battaglia dei sessi, nessuno dei due sessi sembra molto reale, il che può essere il motivo per cui c’è così poco da ridere. Voto: 2/4
Peter Howell – Toronto Star: Gli unici luoghi comuni mancanti per completare il set sono l’amico gay divertente e la mamma oppressiva, ma lo studio probabilmente li sta tenendo per “The Other Woman 2”. Voto: 2/4
Ty Burr – Boston Globe: E’ “Il club delle prime mogli” riscritto per i più giovani. Voto: 1/4
Ann Hornaday – Washington Post: Un film generico e dimenticabile. Voto: 1.5 / 4
Bill Goodykoontz – Arizona Republic: La mancanza di originalità non è la cosa più inquietante del film. Il peggio è il concetto che nessuna di queste donne è abbastanza forte per gestire la situazione da sola. Voto: 2.5 / 5
Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: E’ una commedia d’evasione come tante altre, ma elevata per il semplice fatto di essere, per la maggior parte della sua lunghezza, molto molto divertente. Voto: 3/4
Maurizio Porro – Il corriere della sera: (…) il film arranca senza humor, è truce senza essere davvero trash e non si trova una battuta neanche a cercarla nei rifiuti.
Francesco Alò – Il Messaggero: Il mercuriale figlio di John Cassavetes alla regia (carriera schizofrenica a base di drammoni, love story strappalacrime e intensi ritratti femminili) non scade mai nel pessimo gusto.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Non sapremmo se definire “Tutte contro di lui” un film misantropo per come mette alla berlina un maschio tanto belloccio quanto donnaiolo; o misogino, per la spietata ferocia di cui riescono a dar prova tre donne tradite. Forse la commedia di Nick Cassavetes voleva essere entrambe le cose, ma così resta a metà strada: nel senso che è troppo disturbante per far ridere in allegria e troppo farsesca per essere presa sul serio.
Maurizio Acerbi – il Giornale: Trama scontata, con la Diaz relegata al solito cliché degli ultimi vent’anni.
Paolo D’Agostini – la Repubblica: Tutte contro lui (The other woman) ha l’inconfondibile aria del fondo di magazzino da saldi di stagione. Malgrado la firma altisonante di Nick Cassavetes, super figlio d’arte. Malgrado il pallido quanto patetico tentativo di riecheggiare un classico della commedia classica americana, quella della “guerra tra i sessi”. Solo che purtroppo al posto dell’elegante tocco di una Katharine Hepburn (o Carole Lombard o Miriam Hopkins) abbiamo la pesantezza di Cameron Diaz. Una moglie, un’amante e un’altra giovanissima amante si coalizzano per farla pagare cara a un Lui bellimbusto da strapazzo, fedifrago nel privato e imbroglione nel pubblico. Un susseguirsi tanto adrenalico quanto spento, ammiccante quanto volgare. Dovunque si trovi papà John Cassavetes osserverà rattristato. Si presume che si rivoltino nella tomba i presunti modelli dell’età d’oro della commedia hollywoodiana nell’assistere a questa brutale sostituzione del fioretto con la clava, delle sofisticate schermaglie verbali con battutacce da sexy-farsa di serie C.