100 film da vedere assolutamente prima di morire secondo Cineblog
Dove proponiamo cento film (più dieci) che consideriamo imperdibili. Non sono gli unici, infatti è una lista concepita per aiutare ad orientarsi
La lista qui di seguito, non una classifica (mi raccomando!), ha senz’altro un suo valore, che tuttavia non va assolutizzato manco per sbaglio. Cento film per oltre un secolo di Cinema è un gioco che obbliga a delle scelte dolorose, in alcuni casi persino infami. Nel caso specifico, peraltro, alla base si è cercato di perseguire una certa istituzionalità, concedendosi qua e là qualche scelta più originale, con conseguenti ed inevitabili esclusioni che tanti considereranno illustri. Ad ogni buon conto, tenderemmo ad interpretare questi suggerimenti più che altro come un punto di partenza, una tali di mappa che grossomodo guidi in merito a dove andare, purché, una volta arrivati a destinazione, ci si metta di buona lena ad esplorare per conto proprio. Il resto, ossia pensieri sparsi mentre compilavo questa lista, li trovate dopo i 110 titoli che vi proponiamo. Esatto, non 100, altra ragione per cui è opportuno prendere tutto ciò per quello che è.
100 FILM DA VEDERE
Viaggio nella Luna (1902), Georges Méliès
Cabiria (1914), di Giovanni Pastrone
Nascita di una nazione (1915), di David W. Griffith
Nanuk l’esquimese (1922), di Robert J. Flaherty
Preferisco l’ascensore! (1923), di Fred C. Newmeyer e Sam Taylor
Rapacità (1924), di Erich von Stroheim
La corazzatata Potëmkin (1925), di Sergej Ėjzenštejn
La madre (1926), di Vsevolod Pudovkin
Le avventure del Principe Achmed (1926), di Lotte Reiniger
Come vinsi la guerra (1926), di Buster Keaton
Aurora (1927), di Friedrich W. Murnau
Metropolis (1927), di Fritz Lang
L’uomo con la macchina da presa (1928), di Dziga Vertov
Freaks (1932), di Tod Browning
Scarface – Lo sfregiato (1932), di Howard Hawks
La guerra lampo dei Fratelli Marx (1933), di Leo McCarey
L’Atalante (1934), di Jean Vigo
Tempi moderni (1936), di Charlie Chaplin
La grande illusione (1937), di Jean Renoir
Olympia (1938), di Leni Riefenstahl
Via col vento (1939), di Victor Fleming
Quarto Potere (1941), di Orson Welles
I dimenticati (1941), di Preston Sturges
Il mistero del falco (1941), di John Huston
Vogliamo vivere! (1942), di Ernst Lubitsch
Roma città aperta (1945), di Roberto Rossellini
Narciso nero (1947), di Michael Powell ed Emeric Pressburger
Ladri di biciclette (1948), di Vittorio de Sica
Il terzo uomo (1949), di Carol Reed
Eva contro Eva (1950), di Joseph L. Mankiewicz
Il diario di un curato di campagna (1951), di Robert Bresson
Un americano a Parigi (1951), di Vincente Minnelli
Il piacere (1952), di Max Ophüls
Viaggio a Tokyo (1953), di Yasujirō Ozu
I racconti della luna pallida d’agosto (1953), di Kenji Mizoguchi
Senso (1954), di Luchino Visconti
I sette samurai (1954), di Akira Kurosawa
Il lamento sul sentiero (1955), di Satyajit Ray
Ordet (1955), di Carl Theodor Dreyer
Sentieri selvaggi (1956), di John Ford
La parola ai giurati (1957), di Sidney Lumet
Il settimo sigillo (1957), di Ingmar Bergman
La donna che visse due volte (1958), di Alfred Hitchcock
A qualcuno piace caldo (1959), di Billy Wilder
La condizione umana (1959-61), di Masaki Kobayashi
Fino all’ultimo respiro (1960), di Jean-Luc Godard
L’anno scorso a Marienbad (1961), di Alain Resnais
Lawrence d’Arabia (1962), di David Lean
La jetée (1962), di Chris Marker
La spada nella roccia (1963), di Wolfgang Reitherman
8½ (1963), di Federico Fellini
My Fair Lady (1964), di George Cukor
Au Hasard Balthazar (1966), di Robert Bresson
Blow-Up (1966), di Michelangelo Antonioni
Tempo di divertimento (1967), di Jacques Tati
Wavelength (1967), di Michael Snow
Josephine (1967), di Jacques Demy
Frank Costello faccia d’angelo (1967), di Jean-Pierre Melville
C’era una volta il West (1968), di Sergio Leone
2001: Odissea nello spazio (1968), di Stanley Kubrick
Il funerale delle rose (1969), di Toshio Matsumoto
Il braccio violento della legge (1971), di William Friedkin
Arancia Meccanica (1971), di Stanley Kubrick
Solaris (1972), di Andrej Tarkovskij
Le lacrime amare di Petra von Kant (1972) di Rainer Werner Fassbinder
Il padrino / Il padrino II (1972 e 1974), di Francis Ford Coppola
Belladonna of Sadness (1973), di Eiichi Yamamoto
L’enigma di Kaspar Hauser (1974), di Werner Herzog
Chinatown (1974), di Roman Polański
Una moglie (1974), di John Cassavetes
Nashville (1975), di Robert Altman
Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), di Pier Paolo Pasolini
Taxi Driver (1976), di Martin Scorsese
Il deserto dei Tartari (1976), di Valerio Zurlini
L’uomo che cadde sulla Terra (1976), di Nicolas Roeg
Quinto potere (1976), di Sidney Lumet
Zombi (1978), di George A. Romero
Alien (1979), di Ridley Scott
I predatori dell’arca perduta (1981), di Steven Spielberg
Fitzcarraldo (1982), di Werner Herzog
Blade Runner (1982), di Ridley Scott
Videodrome (1983), di David Cronenberg
Le notti della luna piena (1984), di Éric Rohmer
Thérèse (1986), di Alain Cavalier
Sul globo d’argento (1988 ma iniziato nel 1977), di Andrzej Żuławski
Una tomba per le lucciole (1988), di Isao Takahata
Essi vivono (1988), di John Carpenter
Città dolente (1989), di Hou Hsiao-hsien
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante (1989), Peter Greenaway
Society – The Horror (1989), di Brian Yuzna
A Brighter Summer Day (1991), di Edward Yang
Gli spietati (1992), di Clint Eastwood
Tre colori (1993-94), di Krzysztof Kieślowski
Ghost in the Shell (1995), di Mamoru Oshii
Il sapore della ciliegia (1997), di Abbas Kiarostami
Il grande Lebowski (1998), di Joel Coen
L’estate di Kikujiro (1999), di Takeshi Kitano
In the Mood for Love (2000), di Wong Kar-wai
Le armonie di Werckmeister (2000), di Béla Tarr
Mulholland Drive (2001), di David Lynch
La città incantata (2001), di Hayao Miyazaki
Arca russa (2002), di Alexander Sokurov
Oldboy (2003), di Park Chan-wook
Collateral (2004), di Michael Mann
Paprika (2006), di Satoshi Kon
Il petroliere (2007), di Paul Thomas Anderson
Il cavaliere oscuro (2008), di Christopher Nolan
The Tree of Life (2011), di Terrence Malick
Holy Motors (2012), di Leos Carax
Spring Breakers (2012), di Harmony Korine
APPUNTI
Manca Cantando sotto la pioggia, cui ho preferito il musical di Minnelli. Come si fa?
Di Hitchcock c’è solo Vertigo, eppure…
Gioventù bruciata e Mezzogiorno di fuoco sono gli anni ’50.
Di cineasti come Murnau e Rohmer va visto tutto.
Di Kurosawa metto I sette samurai, ma forse che, per dire, La sfida del samurai (Yojimbo), film diverso, non sia altrettanto capitale?
Le commedie di Preston Sturges, Billy Wilder ed Ernst Lubitsch sono per lo più patrimonio ed esempi insuperati in troppi casi.
Per me Fino all’ultimo respiro non è il migliore di Godard, però in una lista del genere come si fa a non metterlo?
Si nota l’assenza di Stanley Donen.
Tagliata fuori tutta la British New Wave.
Film incredibili dell’Est Europa, tipo quelli di Miklós Jancsó, Kira Muratova e Jan Švankmajer.
Di segnalare Western non si finirebbe mai – uno per tutti, sia perché comunque grande, sia perché è di Leone.
Solo solo negli anni ’70 Sidney Lumet ha fatto film come Serpico e Quel pomeriggio di un giorno da cani, entrambi con Al Pacino protagonista.
Su Herzog: avrei potuto, quanto agli anni ’70, inserire Aguirre, furore di Dio, ma com’è come non è, trovo per certi versi più opportuna la menzione de L’enigma di Kaspar Hauser.
E di William Friedkin, vogliamo parlarne? Quanti ne dovrei infilare in questa lista?
Scelte controverse su alcuni registi, rispetto ai quali tenevo più al fatto che ci fossero, per poi scegliere per ciascuno un film che io preferisco ma non è necessariamente il migliore (è stato così nella maggior parte dei casi, non tutti).
Rispetto a quanto appena scritto nel punto precedente, stesso criterio ho addotato per i classici Disney (niente Pixar, me ne rendo conto).
Il contributo di Jonas Mekas, cineasta notevole e vlogger ante-litteram, non si discute. Ma io non so sceglierne uno (e non solo perché non li ho visti tutti).
Tutti quelli lasciati ingiustamente fuori perché questo genere di cose funziona così (male), in ordine sparso (oltre ai già citati): Theo Angelopoulos, Woody Allen, Luis Buñuel, Bernardo Bertolucci, Mauro Bolognini, Dario Argento, Elia Kazan, Alan Clarke, King Vidor, Josef von Sternberg, Cecil B. DeMille, Sam Peckinpah, Samuel Fueller, Shoei Imamura, Koji Wakamatsu, Jerry Lewis, Ida Lupino, Chen Kaige, Antonio Margheriti, Lucio Fulci, Mario Bava, Don Siegel, Milos Forman, Anthony Mann, Nagisa Ōshima, Manoel de Oliveira, Frank Capra, Elio Petri, Otto Preminger, Chantal Akerman, Glauber Rocha, Francesco Rosi, Robert Siodmak, Walter Hill, François Truffaut, Shin’ya Tsukamoto, Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, Raoul Walsh, Carlos Saura, Alan Parker, Youssef Chahine, Louis Malle, Ken Loach, Marco Ferreri, Paul Verhoeven, Raul Ruiz, Abel Ferrara, Robert Aldrich, Charles Vidor, Arthur Penn, Agnès Varda, Busby Berkeley e Michael Cimino. Da tutti questi, chi più chi meno, ho appreso qualcosa. Mi consola sapere che non se ne fanno/farebbero granché di questi sistemoni, che lasciano sempre il tempo che trovano.