Mondiali Brasile 2014: il calcio al cinema con top 10
In viaggio nel cinema che ama, gioca e vive il calcio, condensato in una top 10 che aspetta il calcio d’inizio della Coppa del Mondo FIFA 2014.
«Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo» – Pier Paolo Pasolini
Una rappresentazione sacra, profondamente devota e appassionata che si spinge oltre ogni distinzione, differenza o levatura, assunta a croce e delizia per ‘ragazzini’, giocatori, spettatori e tifosi di tutti le età, genere, fede, cultura, etnia, condizione economica o politica.
Il rito dell’evasione che oggi aspetta l’inizio del FIFA World Cup 2014 direttamente in Brasile, incollato davanti a schermi di ogni dimensione, o direttamente su quello grande dei cinema di tutto il mondo (anche se gli iraniani avranno proiezioni separate per uomini e donne il nome di un’altra fede).
Lo stesso linguaggio dal «dribbling» e il «goal» poetico che ha sedotto la settima arte, contando più apparizioni di Dio in film non necessariamente dedicati a questo sport, dalla partitella “Scapoli vs Ammogliati” di Fantozzi di Luciano Salce organizzata dal ragionier Filini, a quella tra amici che apre i titoli di testa del Trainspotting di Danny Boyle, passando per la guerra tra Don Camillo e l’Onorevole Peppone giocata anche sul campo da calcio, o tra i galeotti e secondini del Mean Machine di Barry Skolnick, come riscatto dai margini per i ragazzi del My Name is Joe di Ken Loach, in tempo di pace con i soldati sull’isoletta greca del Mediterraneo di Gabriele Salvatores.
Senza parlare di tutti quelli contagiati dalla ‘febbre del calcio’ con una bella presa sul quotidiano, da Il marito di Alberto Sordi che sfoga sulla moglie la frustrazione per aver perso il derby, a Il mistero di Bellavista di Luciano De Crescenzo che arriva ad affidare a Maradona la salvezza di Napoli da un eventuale attacco nucleare, passando per l’alibi de L’Audace Colpo dei Soliti Ignoti.
Un sodalizio di passioni difficile ma non impossibile, che conta film diversi, per genere, stile e autori, alle prese con storie di gioco, tifo e campo, in grado anche di superare i limiti delle riprese, con trovate come il lunghissimo piano sequenza adottato dal regista russo Aleksey German Jr per Garpastum.
Film dalla parte del presidente della società (con la commedia Il Presidente del Borgorosso Football Club con Alberto Sordi o le Gambe d’oro di Totò), dell’allenatore (da Brian Clough de Il maledetto United, a Oronzo Canà di Lino Banfi ovvero L’allenatore nel pallone di Sergio Martino), dell’arbitro (da The Referee di Mattias Löw a L’arbitro di Paolo Zucca), del direttore tecnico (e malinconico Ugo Tognazzi in Ultimo minuto di Pupi Avati) del manager un po mago (I due maghi del pallone con Franco e Ciccio), al fianco dei grandi calciatori.
I protagonisti di documentari come Maradona di Kusturica, Kill the referee o Zemanlandia, e biopic che filmano la vita dell’attaccante del Manchester United di Best, l’Agostino Di Bartolome che ispira L’uomo in più di Sorrentino, il Maradona la mano de Dios o Zidane, un ritratto del ventunesimo secolo, con i grandi calciatori diventati attori di pellicole indimenticabili come il Pelè di Fuga per la vittoria, ma anche solo attori come Eric Cantona, Raf Vallone o il Bernard Tapie di Uomini e donne istruzioni per l’uso di Lelouch.
Ben nutrito è anche il caleidoscopio di tifosi cinematografici, appassionati come Febbre a 90° con Eric Cantona, o Il mio amico Eric di Ken Loach, violenti come Hooligans o Ultrà, decisi come le ragazzine di Sognando Beckham o come solo Diego Abatantuono sa essere Eccezzziunale… veramente anche diretto da Carlo Vanzina.
Film di generi e aspirazioni diverse, con partite false e vere, che dopo aver ri-animato i giocatori di un biliardino per la partita con il destino del Goool! di Juan José Campanella, a poche ore del campionato mondiale di calcio brasiliano, riportano alla memoria tanti film dedicati ai Mondiali.
La famosa Italia – Inghilterra allo stadio di Wembley del Secondo tragico Fantozzi, Italia – Germania 4-3 usata per la rimpatriata di vecchi amici di Andrea Barzini, la finale dei Mondiali del 1998 Francia-Brasile per La coppa di Khyentse Norbu, i mondiali del Brasile nel 1970 sullo sfondo della dittatura del brasiliano L’anno in cui i miei genitori andarono in vacanza, i nomadi della Mongolia in viaggio per trovare un televisore dove seguire Il grande match dei Mondiali 2002, o Il Mundial Dimenticato dalla guerra giocato in Patagonia, che questa sera apre la rassega di film Seleção – Cinema nel pallone dell’ass ceCINEpas al CaroPonte di Sesto San Giovanni (MI).
Una lista ancora lunga e piena di sfumature che possiamo idealmente chiudere e condensare nella top 10 che apro (senza alcuna esitazione, lasciando il resto in ordine cronologico) con la Fuga per la vittoria (Victory, 1981) di John Huston, apprezzabile per il mondo nel quale fonde realtà e finzione, calciatori veri del calibro di Pelé, insieme a Bobby Moore, Osvaldo Ardiles, Kazimierz Deyna, con attori come Max Von Sydow, Michael Caine e Sylvester Stallone, filmando sequenze di gioco spettacolari dalla rovesciata di Pelè alla bicicletta di Ardiles, e un inno epico a quel riscatto sociale offerto ‘solo dal calcio’ anche in un campo di prigionia tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale.
“Hatch, se scappiamo ora, perdiamo più di una partita”