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Stasera in tv su Rai 1: Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana

Rai 1 quest’oggi propone in prima serata “Romanzo di una strage”, film drammatico del 2012 diretto da Marco Tullio Giordana (I cento passi) e interpretato da Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Laura Chiatti e Luigi Lo Cascio.

pubblicato 28 Maggio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 01:20

Cast e personaggi

Valerio Mastandrea: Luigi Calabresi
Pierfrancesco Favino: Giuseppe Pinelli
Michela Cescon: Licia Pinelli
Laura Chiatti: Gemma Calabresi
Fabrizio Gifuni: Aldo Moro
Luigi Lo Cascio: Giudice Ugo Paolillo
Giorgio Colangeli: Federico Umberto D’Amato
Omero Antonutti: Giuseppe Saragat
Thomas Trabacchi: Marco Nozza
Giorgio Tirabassi: il professore
Fausto Russo Alesi: Guido Giannettini
Giorgio Marchesi: Franco Freda
Denis Fasolo: Giovanni Ventura
Andrea Pietro Anselmi: Guido Lorenzon
Sergio Solli: Questore Marcello Guida
Stefano Scandaletti: Pietro Valpreda
Antonio Pennarella Brigadiere Vito Panessa
Giacinto Ferro: Antonio Allegra
Giulia Lazzarini: Madre Pinelli
Alessio Vitale: Pasquale Valitutti
Benedetta Buccellato: Camilla Cederna
Bruno Torrisi: Colonnello Carabinieri Pio Alferano
Francesco Salvi: Cornelio Rolandi
Marco Zannoni: Junio Valerio Borghese
Diego Ribon: giudice Giancarlo Stiz
Fabrizio Parenti: Giangiacomo Feltrinelli
Gianni Musy: confessore di Moro
Giovanni Visentin Maggiore Genio
Gianmaria Martini: Enrico Rovelli
Corrado Invernizzi: Giudice Pietro Calogero
Paolo Bonanni: Tenente Carabinieri Savino Lograno
Giovanni Federico: Tenente PS Pietro Muccilli
Claudio Casadio: Brigadiere PS Carlo Mainardi
Angelo Raffaele Piasani: Vice Brigadiere PS Giuseppe Caracuta
Bob Marchese: Giudice Carlo Biotti
Maurizio Tabani: Giudice Teonestro Cerri
Davide Paganini: Agente Salvatore Ippolito
Edoardo Natoli: Mario Merlino
Francesco Sciacca: Nino Sottosanti
Giovanni Anzaldo: Giovane anarchico
Marcello Prayer: Stefano Delle Chiaie
Angelo Costabile: Carabiniere
Lorenzo Gioielli: Giudice Procura di Roma
Gianluigi Fogacci: Corrado Stajano
Vittorio Ciorcalo: Aldo Palumbo
Irmo Bogino: Giampaolo Pansa
Alessandro Bressanello: Mariano Rumor
Riccardo Maranzana: Avvocato di Lorenzon
Roberto Sbaratto: Maresciallo Alvise Munari
Riccardo Von Hoenning Cicogna: Guelfo
Miro Landoni: Luigi Gui
Giovanni Capalbo: Generale Guido Vedovato
Lollo Franco: Franco Restivo
Edoardo Rossi: Ruggero Pan
Luca Zingaretti: Medico del tribunale

La trama

Milano, 12 settembre 1969. Subito dopo l’esplosione alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana, che uccide 14 persone (salite a 17) e ne ferisce 88, le indagini della Questura sono tutte orientate verso la pista anarchica. Il commissario Luigi Calabresi (Valerio Mastandrea) e i suoi superiori, Marcello Guida e Antonino Allegra, sono convinti della matrice anarchica della strage così come delle decine di bombe esplose in città negli ultimi mesi.

Fra i fermati c’è Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino), un anarchico non violento che Calabresi stima e sa perfettamente estraneo alla strage. È invece arrestato Pietro Valpreda, un ballerino senza scritture, spesso in contrasto con Pinelli: il colpevole ideale, il mostro riconosciuto dal tassista Rolandi che lo ha accompagnato in banca poco prima dello scoppio.

Per ottenere da Pinelli la conferma della pericolosità di Valpreda, continuano a trattenerlo oltre i limiti di legge. Dopo 3 giorni di digiuno e insonnia, Pinelli precipita la notte del 15 dalla finestra dell’ufficio di Calabresi. Il commissario non è nella stanza, ma grazie ai goffi tentativi della Questaura di spiegare l’accaduto, finisce per ssere identificato come il diretto responsabile.

A Treviso i giudici Pietro Calogero e Giancarlo Stiz, grazie alle rivelazioni di Guido Lorenzon, scoprono una galassia di giovani neonazisti senza partito e senza collare, pronti a gesti clamorosi. Pur coperti e infiltrati dai servizi segreti, alcuni di loro hanno lasciato tracce evidenti.

Giovanni Ventura e Franco Freda vengono arrestati insieme ad altri complici. Calabresi continua a indagare sulla strage. Ora dubita della sua matrice anarchica e pensa piuttosto a legami con il traffico internazionale di armi. Segue la nuova pista fino a Carso dove, due giorni prima di venire assassinato, scopre un deposito clandestino in uso anche ai neonazisti. Il 17 maggio 1972 Calabresi viene ucciso sotto casa.

Il nostro commento

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Il regista Marco Tullio Giordana porta su grande schermo la cronaca di quella che resta ad oggi uno degli episodi più rappresentativi, insieme all’uccisione di Aldo Moro, degli anni più bui del nostro paese, anni in cui democrazia e giustizia latitavano e dove la politica, da qualunque parte la si voglia guardare, diventò una mera scusa per violenza, insabbiamenti e troppe vittime innocenti sacrificate in nome di ideologie distorte, potere e menti labili.

Romanzo di una strage grazie ad un cast di altissimo profilo e una scrittura sorprendentemente fluida considerando la mole di fatti, teorie e testimonianze messe in scena si rivela un’opera solida, confezionata con rigore e sviluppata da Giordana con la stessa cura per la drammatizzazione sfoggiata nel buon “Pasolini, un delitto italiano”.

L’unica pecca l’abbiamo individuata nella performance del Moro di Fabrizio Gifuni pericolosamente vicino ad un’imitazione più che ad un interpretazione, anche se nel complesso l’intero cast da Mastandrea a Pierfrancesco Favino lascia il segno.

Curiosità

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– Il film è liberamente tratto dal libro “Il segreto di Piazza Fontana” di Paolo Cucchiarelli edito dalla casa editrice Ponte alle Grazie.

– Il film ha ottenuto 16 candidature ai David di Donatello vincendo in 3 categorie: Migliore attrice non protagonista a Michela Cescon, Miglior attore non protagonista a Pierfrancesco Favino, Migliori effetti speciali visivi a Stefano Marinoni e Paola Trisoglio.

– Il film ha ricevuto 9 candidature ai Nastri d’Argento vincendo in tre categorie: Migliore sceneggiatura a Marco Tullio Giordana, Sandro Petraglia e Stefano Rulli, Miglior attore protagonista a Pierfrancesco Favino, Miglior attrice non protagonista a Michela Cescon.

– Adriano Sofri, condannato per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi, ha contestato integralmente la ricostruzione dei fatti messa in scena dal film basata su fonti anonime, per questo pubblica il 31 marzo 2012 un instant book di 132 pagine intitolato “43 anni. Piazza Fontana, un libro, un film” con la sua versione dei fatti.

– Mario Calabresi, figlio del Commissario Luigi Calabresi, ha definito il film coraggioso e nebuloso al tempo stesso, in quanto mostra chiaramente l’assenza del padre dalla stanza al momento della morte di Pinelli, ma non approfondisce la campagna portata avanti da Lotta Continua, impedendo così di comprenderne a pieno la condanna. Mario Calabresi ha pubblicato la sua storia in un libro intitolato “Spingendo la notte più in là”.

La colonna sonora

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– Le musiche originali del film sono di Franco Piersanti (Il branco, Cha Cha Cha) che torna a collaboare con il regista Marc Tullio Giordana dopo Sanguepazzo (2008).

– Piersanti è un assiduo collaboratore dei registi Nanni Moretti (Io sono un autarchico, Il caimano, Habemus Papam) e Gianni Amelio (Il ladro di bambini, Lamerica, Il primo uomo).

– Piersanti ha vinto 3 David di Donatello per le musiche di Il ladro di bambini, Lamerica e Il Caimano e 2 Nastri d’Argento per le colonne sonore di Terraferma e Il primo uomo.

Per ascoltare la colonna sonora integrale cliccate QUI.

Clip e video del film

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Clip del film:

Video backstage: