Non Aprite Quella Porta splende a Cannes 2014 in 4K (ed è sempre un capolavoro assoluto)
Festival di Cannes 2014: la Quinzaine ha presentato la versione in 4K di Non Aprite Quella Porta, in occasione dei 40 anni dalla sua uscita nelle sale. L’effetto è pazzesco, sia per il risultato della conversione, sia perché ancora oggi il capolavoro di Tobe Hooper fa un effetto clamoroso…
È pazzesco pensare che sono passati 40 anni, soprattutto quando l’effetto che ti fa è ancora più forte di prima. Il Festival di Cannes 2014 celebra l’anniversario di Non Aprite Quella Porta di Tobe Hooper proiettandolo all’interno della Quinzaine des réalisateurs. Ed è ancora un colpo al cuore, alla testa e alla pancia che si riceve volentieri, consapevoli di star assistendo a qualcosa di importante.
Presentato nella nuova versione già vista in prima mondiale al SXSW, Non Aprite Quella Porta ha brillato in 4K. Noi appassionati, abituati a terribili copie in VHS e alle versioni in dvd e digitale che passa il convento, siamo rimasti a bocca aperta: perché il risultato della conversione è ottimo. Non solo perché le imperfezioni sono state eliminate rendendo tutto finalmente omogeneo, e non solo perché i colori brillano per davvero.
Siamo rimasti a bocca aperta perché la sensazione che abbiamo avuto è che la grana della pellicola originale qui fosse accentuata, e forse è proprio così che lo si vide all’epoca in sala. Ma quel che fa davvero la differenza è il sonoro, presentato in un allucinante e pulitissimo 7.1 surround. Ogni minimo suono, ogni dettaglio, ogni brano che si sente alla radio è nitido, anche se qualche dialogo si perde per strada (ma è un problema che sta nel manico).
Immaginate poi l’effetto che può fare il rumore assordante della motosega di Leatherface con l’impianto acustico di un cinema di oggi: credeteci, fa venire la pelle d’oca. Tanto quanto le urla di Sally, disperate e senza fine, per un film che vive in tutta la seconda parte di grida assordanti e rumori feroci che sembrano non avere mai fine. Lo spettatore viene davvero scaraventato dentro al film, quasi non potesse sfuggire da questa cacofonia malata che non regala pace e mette (finalmente!) davvero a disagio.
E in questa nuova versione, senza paura di essere distratti da salti, censure, orrori estetici e quant’altro, si può finalmente apprezzare tutto il lavoro sopraffino di Tobe Hooper, che ha dato il suo beneplàcito al restauro, sul montaggio (pure sonoro, certo). Provate a ricordare soltanto come iniziava il film, con quelli che sembrano dei flash di una macchina fotografica che scatta foto a dettagli di corpi. O il momento in cui Sally è a tavola con la famiglia Sawyer e Hooper si avvicina sempre più sull’occhio della ragazza con dei tagli di montaggio in asse.
Poi c’è ovviamente il film stesso, che a prescindere dalla qualità e dalla sua fruizione resta qualcosa di sconvolgente e folle. Tobe Hooper nel 1974 firma il canto del cigno delle convinzioni di supremazia e assoluta giustizia dell’America, alla vigilia della fine della Guerra del Vietnam. Con la sua “ballata horror” immerge le mani nel cuore dell’America più conservatrice e rurale, dipingendo un ritrattino che è un punto fisso dell’horror politico anni 70 più estremo e arrabbiato.
Quel che Hooper suggeriva, mettendo gli States davanti ad uno specchio, era di osservarsi attentamente e di provare a capire se l’immagine riflessa poteva essere in qualche modo positiva. La risposta è piuttosto ovvia: fa ancora accapponare la pelle vedere questo immaginario southern su grande schermo, pieno di sporcizia, follia e freaks. Il nemico non era più uno straniero, ma era dentro i confini, nascosto nelle casette, nel cuore di tenebra di una nazione che preferiva non vedere. Il nemico era il vicino di casa che ha vissuto accanto a te per decenni, da sempre.
Per questo Non Aprite Quella Porta dovrebbe essere riportato nelle sale durante gli eventi che ripropongono i classici del cinema nei multisala. Non Aprite Quella Porta è un classico. Oggi ha la versione pulita e limpida che merita e che gli appassionati aspettavano. Non Aprite Quella Porta è un capolavoro senza tempo, che ancora dopo 40 anni fa scattare l’applauso e attorcigliare le budella.