La stirpe del male: le recensioni dagli Usa
Leggiamo insieme le recensioni Americane del film horror “La stirpe del male”
E’ uscito l’8 maggio scorso il film horror La stirpe del male (in originale “Devil’s Due”), pellicola Americana diretta da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, ed interpretato da Allison Miller, Zach Gilford, Sam Anderson, Roger Payano, Vanessa Ray, Bill Martin Williams, Geraldine Singer, Julia Denton. Dopo aver letto la nostra recensione, ecco che oggi vi propongo le critiche dei giornalisti Americani. Su Rotten, mentre scrivo, la percentuale dei voti positivi è solo del 18%. Oh oh.
Linda Cook – Quad City Times (Davenport, IA): è praticamente una versione found-footage del classico horror “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski. Voto: 2.5 / 4
Jackie K. Cooper – jackiekcooper.com: ha poco in termini di brividi. Voto: 4/10
Marc Savlov – Austin Chronicle: Non è certamente il peggiore del sottogenere found-footage, ma è ben lontano dalle sue ispirazioni cinematografiche degli anni sessanta e settanta. Voto: 2/5
Drew Hunt – Chicago Reader: Il film non crea un’atmosfera adeguata, essenziale per qualsiasi pellicola horror.
Tim Brayton – Antagony & Ecstasy: La macchina da presa è trattata più come un ostacolo da superare che uno strumento per la narrazione. Voto: 2/10
Andrea Chase – Killer Movie Reviews: la premessa che qualcuno riprenda tutti i momenti salienti diventa sempre più tesa, fino a quando il dispositivo stesso non diventa solo derivato, ma ingombrante. Voto: 2/5
Ali Catterall – Total Film: Il Diavolo può avere tutti i migliori brani, ma questo è davvero il peggior tipo di karaoke cinematografico. Voto: 1/5
Rafer Guzman – Newsday: Un film sconnesso e poco convincente che è anche un imbarazzante derivato di “Paranormal Activity”.
Jeannette Catsoulis – New York Times: Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett dirigono con competenza, ma c’è una deprimente mancanza di originalità.
Mark Kermode – Observer [UK]: Mentre i neofiti del genere horror possono trovare una moderata paura, gli altri saranno distratti dai livelli francamente terrificanti di riciclaggio. Voto: 3/5
Peter Keough – Boston Globe: Almeno c’è una premessa credibile, un esercizio altrimenti debole nella forma found-footage.
Frank Swietek – One Guy’s Opinion: tra “Rosemary’s Baby” e il modello di “Omen”, meritevole solo della rotazione sulle reti tv. Voto: D +
Kevin Carr – 7M Pictures: è come guardare il sex tape di Pamela Anderson e Tommy Lee … senza sesso. Voto: 0.5 / 5
Todd Gilchrist – The Wrap: degrada una storia potenzialmente interessante.
Andrew Barker – Variety: offre ben poco in termini di paure reali o personaggi accattivanti, e ancor meno nelle idee originali.
Charlotte O’Sullivan – This is London: Vanta una scorpacciata di risate involontarie. Voto: 2/5
David Aldridge – Radio Times: Il film flirta spudoratamente con i cliché del genere, dalle raccapricciante congreghe ai chiaroveggenti, ed è artificioso e inconsistente. Voto: 2/5
Kim Newman – Empire Magazine: Un ordinario film horror dimenticabile. Anche il diavolo si merita più di questo. Voto: 2/5
Nigel Andrews – Financial Times: il genere found-footage significa che chiunque ora può fare un film horror. Se qualcuno vorrà vederlo è un altro problema. Questo, consentendo i prestiti da “Rosemary’s Baby”, è medio-furbo e ben realizzato. Voto: 3/5
Rob Carnevale – The list: un’esperienza noiosa e totalmente derivata. Voto: 1/5
MaryAnn Johanson – Flick Filosopher: questo found-footage dovuto rimanere perduto.