Lovelace: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Leggiamo insieme le recensioni Americane e Italiane di “Lovelace”, interpretato da Amanda Seyfried
E’ uscito l’8 maggio scorso il biopic Lovelace, diretto da Rob Epstein e Jeffrey Friedman ed interpretato da Amanda Seyfried, Peter Sarsgaard, Sharon Stone, Robert Patrick, Juno Temple, Chris Noth, Bobby Cannavale, Hank Azaria, Adam Brody, Wes Bentley, James Franco, Eric Roberts. Dopo aver letto la nostra recensione, ecco che diamo un’occhiata ai commenti dei critici Americani e Italiani. Su Rotten, mentre scrivo, la percentuale dei voti positivi è del 54%. Voi l’avete visto? Vi è piaciuto?
Anna Smith – Time Out: I sentimenti di Linda sono raramente rivelati. Voto: 3/5
Todd Gilchrist – The Wrap: è troppo distratto dalla politica di settore e dal contesto culturale.
Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: un film che provoca sgomento. Voto: 2/4
James Berardinelli – ReelViews: Purtroppo, la maggior parte del film è generico e familiare, fino al troppo pulito lieto fine. Voto: 2.5 / 4
Andrea Grönvall – Chicago Reader: Questo dramma è così rispettoso che invece di umanizzare la stella di “Gola Profonda”, la riduce ad una dimensione: vittima.
Adam Nayman – Globe and Mail: la regia di Rob Epstein e Jeffrey Friedman si accontenta di una solleticante istantanea di sfruttamento invece di un ritratto a tutto tondo. Voto: 0.5 / 4
Tom Long – Detroit News: in qualche modo sembra tutto troppo superficiale, troppo facile. Perché, perché, perché? Ci deve essere stato di più. Voto: B-
Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: una storia intrigante. Voto: 2.5 / 4
Richard Roeper – Richard Roeper.com: è un film ben fatto, ma triste. Voto: 3.5 / 5
Lou Lumenick – New York Post: Lo script è superficiale e non va abbastanza in profondità. Voto: 2/4
Rafer Guzman – Newsday: Questo film è a corto di sfumature, ma almeno tratta Linda Lovelace con rispetto. Voto: 2.5 / 4
Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Avvincente, a suo modo, ma non si può evitare di pensare che ci sia di più. Voto: 3/5
Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: L’intera storia, in poche parole: Linda ha incontrato la persona sbagliata. Una miserabile storia deprimente, ma realizzata così bene che l’esperienza è galvanizzante, non deprimente. Voto: 3/4
Michael Phillips – Chicago Tribune: Seyfried e Sarsgaard hanno molto da interpretare, e attaccano il materiale ferocemente e onestamente. Voto: 2.5 / 4
Andrew O’Hehir – Salon.com: l’interpretazione di Amanda Seyfried vale il prezzo del biglietto. Ma Linda Lovelace meritava qualcosa di più.
Melissa Maerz – Entertainment Weekly: Riduce la vita travagliata di Linda Lovelace in modo caricaturale. Voto: C
David Edelstein – New York Magazine: “Lovelace” è un lavoro rispettabile, ma non va mai in profondità.
Rob Nelson – Variety: questo biopic sperpera un’interpretazione coraggiosa di Amanda Seyfried.
Maurizio Porro – Il corriere della sera: Tutto come si immagina, senza inventiva, a parte la brava Seyfried, il violento Sarsgaard, Stone irriconoscibile e un cameo di James Franco.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Lovelace ricostruisce il dietro le quinte di Gola Profonda con il giusto piglio naturalistico; e in un cast ben distribuito (che comprende la madre Sharon Stone e il marito Peter Sarsgaard) spicca un’assai convincente Amanda Seyfried.
Alberto Crespi – l’Unità: (…) divertente corollario fiction, Diretto a quattro mani dai registi di Urlo, film su Allen Ginsberg a cavallo fra finzione e documentario, Lovelace è un biopic abbastanza classico.
Massimo Bertarelli – il Giornale: Gelida biografia di una celebre pornostar (…) Linguaggio e situazioni ai limiti del buon gusto, e oltre, ma forse non si poteva fare di più. Anzi si: bastava non fare questo film.
Paolo D’Agostini – la Repubblica: Se n’è parlato un bel po’ prima che tardasse tanto ad arrivare. Tanto che viene da confondersi (ma non era già uscito? Contribuisce a quest’impressione un documentario sulla medesima vicenda, del 2005), tanto da risultare logorato, l’effetto, dal tempo trascorso. Film selettivamente biografico su Linda , nome d’arte di quella che poco più che ventenne all’inizio degli anni 70 divenne la prima star del cinema porno grazie a Gola profonda ( Deep Throat , regia si fa per dire di Gerard Damiano) che condusse il genere dalla clandestinità alla notorietà e anche all’accettazione planetaria. Storia triste naturalmente. Linda (morta nel 2002 a 53 anni) viene da una famiglia bigotta (la inflessibile mamma è un’irriconoscibile Sharon Stone), morde il freno e trova la strada dell’emancipazione attraverso un tipo equivoco che la maltratterà e sfrutterà, figura che questa ricostruzione innalza un po’ troppo a pigmalione alla È nata una stella. Selettivamente biografico perché si valorizza molto la ribellione di Linda e la sua conversione femminista mentre si tace del fatto che dopo l’exploit continuò a fare altri porno.