La stirpe del male: recensione in anteprima
I registi di V/H/S ammiccano a Paranormal Activity e omaggiano Rosemary’s Baby per un horror found footage a tratti intrigante, ma nel complesso poco coraggioso.
Zach e Samantha McCall (Zach Gilford e Allison Miller) sono una giovane coppia fresca di matrimonio che dopo un viaggio di nozze nella paradisiaca Santo Domingo si ritrova in attesa di un bambino.
Purtroppo la lieta novella è oscurata da alcuni rivolti inquietanti che segneranno l’evolversi della gravidanza di Samantha che comincerà ad avere strani comportamenti, che andranno ben oltre la consueta tempesta ormonale che ogni futura mamma si trova ad affrontare.
Così mentre la nascita del bimbo si avvicina Zach, che sta immortalando ogni singolo istante con la sua videocamera, scoprirà che la notte trascorsa a Santo Domingo, di cui lui e la moglie non serbano alcun ricordo e che coincide con il periodo di concepimento del nascituro, è la chiave per scoprire cosa si cela dietro l’escalation di eventi terrificanti che stanno vivendo e soprattutto dietro le strane presenze che sembrano sorvegliare da lontano la coppia.
Quando si tratta di luciferini nascituri e gravidanze dagli inquietanti risvolti non si può fare a meno di citare il classico dei classici, quel “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski che di inquietudine e “solforose” reminiscenze ha saputo far virtù e così quando i filmmakers Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett (co-registi dell’episodio “10/31/98″ dall’antologia horror V/H/S) si sono approcciati allo script di La stirpe del male, erano ben consci di ritrovarsi per le mani una notevole “eredità” da onorare, materiale orrorifico di enorme potenzialità e l’occasione di poter regalare nuovo vigore all’inflazionato formato found footage.
Purtroppo come intimoriti dall’ombra del classico di Polanski i due registi non sono riusciti a spingersi oltre un repertorio troppo classico, che il formato scelto ha in parte inevitabilmente banalizzato e di certo non ha aiutato il non poter contare su alcuni elementi cardine, come ad esempio una colonna sonora, che rappresentano per il genere un punto di forza capace di potenziare le molteplici suggestioni di stampo cinefilo regalate dalla messinscena.
Nonostante gli evidenti limiti palesati dal film Olpin e Gillett, grazie anche ad un un paio di credibili protagonisti, sono riusciti comunque a regalare sprazzi di buon cinema con scene costruite con una certa efficacia, vedi alcune dinamiche sequenze “aeree” amplificate dal realismo del formato o la sequenza finale del parto anch’essa di notevole impatto visivo, ma il problema si è palesato in tutta una fase interlocutoria incapace di regalare una giusta e doverosa dose di tensione.
Anche la scelta di non osare a livello di “gore”, tanto per intenderci avremmo voluto vedere meno “Rosemary’s Baby” e più “Safe Haven” (trattasi di un episodio dell’antologia horror “V/H/S 2”), si è rivelata un vero e proprio autogol che ha inesorabilmente minato l’appeal visivo del film, creando all’interno della narrazione “tempi morti” di cui non si sentiva alcun bisogno, capaci solo di diluire ancor più una tensione già latitante.
La stirpe del male resta un film irrisolto, non mediocre quanto Il segnato o L’ultimo esorcismo, ma incapace di elevarsi e sfruttare appieno le potenzialità percepite fugacemente su schermo, come legato giocoforza ad operazioni come Paranormal Activity, uno dei franchise cinematografici più sopravvalutati di sempre, che purtroppo resta ancora un punto di riferimento imprescindibile per produttori e cineasti che si approcciano al formato e che purtroppo con esempi del genere continuano a far danni.
Voto di Pietro: 5
La stirpe del male / Devil’s Due (horror / USA 2014). Un film di Tyler Gillett, Matt Bettinelli-Olpin. Con Allison Miller, Zach Gilford, Sam Anderson, Bill Martin Williams, Vanessa Ray, Geraldine Singer, Sloane Coe, Griff Furst, Catherine Kresge, Robert Belushi, Aimee Carrero. Al cinema dall’8 maggio 2014.