Sharknado 2: i produttori usano Indiegogo per girare una scena solo per i fan
Ancora campagne di crowdfunding per case di produzione, nomi e film che potrebbero benissimo farne a meno. Anche la Asylum con Sharknado 2: The Second One usa una piattaforma come Indiegogo per farsi pubblicità e ottenere soldi facili: la spacciano per il nuovo futuro della produzione e del marketing, ma è abuso di potere.
Ci siamo già lasciati alle spalle Veronica Mars – Il Film, prodotto dai fan per più di 5 milioni di dollari grazie a Kickstarter. In sala sta invece per arrivare Wish I Was Here, opera seconda di Zach Braff prodotta anche grazie a 3 milioni donati dai fan sempre via Kickstarter. Di nomi importanti che usano il crowdfunding per prodursi il proprio film ce ne sono sempre più (il primo fu Paul Schrader assieme a Bret Easton Ellis per The Canyons, ultimo è Spike Lee per il suo film vampiresco), e oggi arriva un altro caso “clamoroso” di persone che non avrebbero bisogno di usare le piattaforme di crowdfunding per prodursi il film.
David Latt della Asylum è colui che è chiamato a presentare la campagna Indiegogo di Sharknado 2: The Second One nel video ufficiale. L’uomo ci fa vedere che le riprese del capitolo numero 2 sono già in atto a New York, e che ci sarà una scena-sorpresa che coinvolgerà delle motoseghe (ricordate una delle sequenze cult del primo?). Ma solo se i fan lo vorranno, ovvero se saranno disposti a finanziarsela da soli, detta in soldoni.
È chiaro a tutti che ai produttori di Sharknado 2 i soldi non mancano. A loro non frega assolutamente nulla di raccogliere 50.000 dollari, non ne hanno la necessità. Perché il film si farà a prescindere, con o senza questa scena “per soli fan”. È allo stesso modo chiaro poi come (giustamente) i produttori siano convinti che i fan risponderanno in massa alla campagna su Indiegogo: come potrebbe essere altrimenti?
50.000 dollari possono essere tanti da raccogliere per un cineasta indipendente e sconosciuto, ma per un gruppo così famoso come quello alle spalle di Sharkando 2… Diamo poi un’occhiata veloce ai premi principali, che sono quelli che solleticano il fan a contribuire economicamente. Per 15 dollari si viene ringraziati sui social network del film. Per 45 dollari il nome del backer viene dato ad uno squalo. Per 75 dollari si ha la maglietta ufficiale da backer del progetto. Per 120 il proprio urlo verrà mixato all’interno del film. Poi ci sono cosine da 5, 10, 25mila dollari.
Insomma: le piattaforme di crowdfunding usate a mero scopo pubblicitario. Non c’è nulla di geniale, semmai c’è qualcosa di sottilmente perverso e diabolico che viene spacciato per nuova rivoluzione del marketing. Non è solo uno sfruttamento inedito di un canale nato per dare visibilità e possibilità a giovani talenti che non potrebbero altrimenti produrre la propria opera: è abuso di potere.
Sharknado 2: The Second One si vedrà in tv il 30 luglio 2014.