Robert Downey Jr: 10 film aspettando i ritorni di Iron Man
Festeggiando Robert Downey Jr con un viaggio in 10 film e altrettanti personaggi, aspettando i prossimi, tra supereroi, cuochi e falegnami.
Un anno passa velocemente e visto che l’età cresce insieme al fascinoso ironico e scapestrato di Robert Downey Jr, per festeggiare il suo quarantanovesimo compleanno possiamo concederci un piccolo viaggio in 10 film e altrettanti personaggi, estratti da una ricca ed eclettica filmografia, che non lesina ragazzi difficili e odioso bulletti, giornalisti ossessionati e reporter cinici, divi muti e assassini loquaci, fughe romantiche, supereroi e personaggi ‘dello spettacolo’ capaci di spingersi ovunque.
«So molto poco dell’arte della recitazione. Sono solo un impostore incredibilmente dotato.» Robert Downey Jr
Un impostore incredibilmente dotato che continuerà a regalarci imprese da supereroe almeno sino al 2018, con l’Avengers (2 e 3) preferito Tony Stark / Iron Man, tra Chef in coppia con Jon Favreau, e un Geppeto per il Pinocchio di Ben Stiller.
1987 – Al di là di tutti i limiti (Less Than Zero), regia di Marek Kanievska
Con il ricco, bello e drogato Julian, nella valle degli yuppies anni ottanta di Bret Easton Ellis.
«Cos’è giusto? Se si vuole una cosa è giusto prendersela. Se si vuole fare una cosa è giusto farla»
1992 – Charlot (Chaplin), regia di Richard Attenborough
Con la performance da nomination al Golden Globe e all’Oscar come miglior attore protagonista, che fa rivivere un’icona del muto del calibro di Charlie Chaplin
“Cosa avete contro i nazisti?
E voi cosa avete contro tutti gli altri?” Charlie Chaplin
1993 – America oggi (Short Cuts), regia di Robert Altman
Con Bill Bush da premio speciale ai Golden Globe (con il resto del cast) e Coppa Volpi al Festival di Venezia, come aspirante truccatore che scatta foto macabre alla fidanzata Honey, mentre si occupa dell’appartamento di una ricca famiglia nera in vacanza.
1994 – Assassini nati – Natural Born Killers (Natural Born Killers), regia di Oliver Stone
Con il giornalista di tabloid Wayne Gale, ossessionato dalle inquietanti e violente scorribande di Mickey (Woody Harrelson) e Mallory (Juliette Lewis).
“Il giorno in cui voi due avete ammazzato, voi siete diventati nostri! Del pubblico! dei media!” Wayne Gale
1995 – Riccardo III (Richard III), regia di Richard Loncraine
Con Lord Rivers alla tragica (e truculenta) corte di Shakespeare, nell’immaginaria Inghilterra sotto una dittatura di stampo fascista.
2005 – Kiss Kiss Bang Bang, regia di Shane Black
Con il ladruncolo Harry Lockhart che approda a Hollywood dispensando baci e omicidi ad uno spassoso noir comico.
“E tu Harry, tuo padre ti ha amato?
Qualche volta, quando mi travestivo da whisky. È il tuo?
Mi picchiava al ritmo di bossa nova, quindi è possibile ma non me l’ha mai detto a parole.” Perry van Shrike (Val Kilmer) e Harry Lockhart (Robert Downey Jr.)
2007 – Zodiac, regia di David Fincher
Con Paul Avery, il cinico giornalista di nera del San Francisco Chronicle, che ha ricevuto una minaccia di morte dal killer Zodiac.
2008 – Tropic Thunder, regia di Ben Stiller
Con l’attore australiano da cinque Oscar Kirk Lazarus, arrivato a scurirsi la pelle chirurgicamente per interpretare il sergente afroamericano Lincoln Osiris … Hey man! …
Non esco dal personaggio finché non ho girato gli extra del DVD! Kirk Lazarus
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2008 – Iron Man, regia di Jon Favreau
Con il miliardario eccentrico e guerrafondaio Tony Stark/Iron Man, provvisto di (un guardaroba di) armatura high-tech, umorismo pungente e fascino da supereroe.
“Due vodka Martini, molto secco, molte olive e molto in fretta.” Tony Stark
2011 – Sherlock Holmes – Gioco di ombre (Sherlock Holmes: A Game of Shadows), regia di Guy Ritchie
Con Sherlock Holmes, l’investigatore arguto (e per la prima volta molto fisico) che flirta con donne, omicidi di ogni genere e il dottor Watson, in modo ancora più avvincente con il Gioco di ombre.
Watson: “Cosa vedi?”
Sherlock: “Tutto, è la mia condanna”
“Un regista sceglie un attore per la sua forza e Downey è forte perchè è intelligente, sveglio e divertente, e perchè noi spettatori sentiamo che il suo personaggio pubblico nasconde profonde ferite private” R. Ebert
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