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Marzo 2014 al cinema: TOP e FLOP secondo Cineblog

Quali sono i film che a marzo hanno fatto la differenza, nel bene o nel male? Cineblog propone i top e i flop del mese nel suo consueto appuntamento

pubblicato 31 Marzo 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 03:05

Si dice che marzo sia pazzo, ma quest’anno il bel tempo ha prevalso per buona parte del mese in buona parte delle regioni. Trasposta in sala, questa regola ha avuto pure scarsa applicazione. Più i flop che i top, ad essere sinceri, ma ci può stare. Tra un Lei e un Ida, spazio per un The Winter Soldier con inversione di tendenza in ambito Marvel. Ma forse in fondo, volendo dare ragione ad un’improvvisata cabala per dilettanti, tutto era già scritto: marzo è il terzo mese dell’anno, ed i film più interessanti non potevano che essere titoli composti da tre lettere. Mera coincidenza magari, ma qualcosa per introdurre la rubrica di questo mese andava pur scritta.

Antonio

  • TOP: Ida – sia chiaro: trovo Her un film adorabile e a suo modo pure intelligente, che moralmente condivide a pieno titolo questa preferenza. Tuttavia Jonze può contare su una cassa di risonanza che Pawlikowski nemmeno si sogna, per ragioni più che legittime e fondate; dunque, dato che Ida è e rimane un film da vedere, opto per questa storia così particolare, filtrata con un taglio che nella sua asciuttezza ammalia. Ad ogni modo non è meno colpevole (!) chi si ostina a non voler vedere anche il film di Spike Jonze. Dovevo scriverlo. Menzione in extremis ma opportuna per The Winter Soldier, se non altro perché è il miglior film Marvel dopo The Avengers; e non è poco.
  • FLOP: Storia di una ladra di libri – purtroppo marzo è stato tutt’altro che avaro su questo fronte. La scelta cadeva su tre film in particolare: oltre a quello che alla fine l’ha spuntata, anche il sequel di 300 e il biopic di Yves Saint Laurent (il pessimo Maldamore non lo si considera neanche). Ritengo più adeguata la menzione di Storia di una ladra di libri perché, semplicemente, è il più noioso dei tre. Senza star lì ad illustrare punti deboli e quant’altro, ché per quello ci sono già le recensioni, il film di Percival è talmente asettico che si arriva ai titoli di coda per inerzia. Provati pure.

Federico

  • TOP: Lei – Her – il colpo di fulmine del Festival Internazionale del Film di Roma, letteralmente scippato da una vittoria annunciata causa Giuria dall’alto tasso alcolico. Una storia d’amore inusuale, coraggiosa, futuristica ma attuale, trattata con i guanti da un meraviglioso Spike Jonze, mai così ispirato tra sceneggiatura e cabina di regia. Un vero e proprio ‘caso’ che è già diventato classico, esattamente come quel Eternal Sunshine of the Spotless Mind che un decennio fa vinse lo stesso Premio Oscar. Mai così brava Scarlett Johansson, per una volta solo voce e non meraviglioso corpo, mentre c’è ormai poco da dire sul monumentale Joaquin Phoenix, romantico, introverso e solitario essere umano illuso da un sistema operativo, colpevole di aver prima conquistato il suo cuore per poi distruggerlo, frantumarlo, fuggendo via da lui. In un Universo di incomunicabilità che ammalia toccando le corde emotive più disparate, grazie ad una messa in scena semplice ma stupefacente, tra fotografia pastellata, scenografie e costumi retrò e quella colonna sonora firmata Arcade Fire che cade nei panni di ‘ciliegina’ su una torta già di suo straordinaria.
  • FLOP: Maldamore – come distruggere un cast tutt’altro che cestinabile. E soprattutto come dimostrare, ancora una volta, che cinema, teatro e televisione sono mondi differenti e nella maggior parte dei casi ingestibili, se a lavorarci è la stessa identica persona. In Maldamore di Angelo Longoni non c’è davvero nulla che funzioni. Persino le musiche di Sergio Cammariere sembrano essere state catapultate da un mondo parallelo, così come l’intero impianto visivo, smaccatamente televisivo, scivola via tra momenti di puro imbarazzo e incredulità. Pecche inaccettabili per un film che ha provato ad indossare gli abiti della commedia brillante sull’amore e i suoi derivati, finendo invece per scivolare ripetutamente su plateali limiti produttivi e registici, di scrittura e persino di recitazione, tanto da suscitare enormi perplessità sulla necessità e sulla reale utilità di un’uscita cinematografica.

Pietro

  • TOP: Captain America – The Winter Soldier – la nuova missione del “primo vendicatore” decolla senza scossoni con un paio di registi che, al loro primo blockbuster action, si dimostrano all’altezza gestendo con dovizia azione a dosi massicce, effetti visivi fuzionali e di alto profilo e un plot dalle digressioni cospirative con tutti i crismi di un fruibile thriller a sfondo politico. Il “Cap” di Chris Evans combatte per una nazione e una bandiera che non riconosce più, Black Widow e Nick Fury si muovono in una zona grigia che conoscono sin troppo bene, la nuova nemesi “Soldato d’inverno” non è solo un “Terminator” senza cuore ed emozioni, ma uno strumento nelle mani di un nemico più subdolo e strisciante e il nuovo supereroe Falcon di Anthony Mackie è una gradita sorpresa e aggiunge umanità all’intreccio. Captain America 2 funziona egregiamente regalando intrattenimento di alto profilo e schivando con intelligenza l’effetto “giocattolone hi-tech” di operazioni come G.I. Joe: La nascita dei Cobra.
  • FLOP: Un ragionevole dubbio – il titolo suggerisce un plot da legal-thriller, ma in realtà di “legal” c’è davvero poco e la parte “thriller” è davvero imbarazzante per prevedibilità e mancanza di vera tensione. Un ragionevole dubbio è un film scritto, girato e interpretato senza alcuna convinzione, con una messinscena che propone materia prima da “direct-to-video” che ci è sembrata davvero improponibile su grande schermo, visto che l’intreccio proposto allo spettatore non sembra nemmeno all’altezza di un singolo episodio di serie tv come “Law & Order”.

Gabriele

  • TOP: Lei – capisco che possa sembrare patinato e un po’ furbetto. E Joaquin Phoenix rischia di essere insopportabile, per la prima volta in tutta la carriera. Però non riesco a non farmelo piacere. Perché sotto l’immaginario “sci-fi” si nascondono riflessioni e si spalancano domande che mi paiono più profonde di quel che possono sembrare. E la voce di Scarlett Johansson è la più bella del mondo.
  • FLOP: Maldamore – in un mese orrido, spariamo direttamente sulla croce rossa. Nulla da dire, davvero: di noia eterna e cinematograficamente sgrammaticato.