Pier Paolo Pasolini: poetica, visioni corsare e misteri per il cinema
Festeggiando genio e poetica di Pier Paolo Pasolini, a 92 anni dalla nascita e quasi un quarantennio della morte ancora misteriosa, pronta a tornare al Cinema con Abel Ferrara.
Festeggiando con l’universo sedotto dal poeta d’opposizione, il letterato corsaro, l’intellettuale scomodo, e il regista provocatorio alla ricerca di altre strade, e una sacralità capace di mondare la corruzione profana del piccolo schermo, della politica, dell’orda consumistica e dei costumi della società italiana.
Il profeta di un nuovo approccio all’arte della realtà, che porta mitologie e allegorie in borgata, il gergo del sottoproletariato di Accattone (1961) a ritmo con Bach, il riscatto impossibile di Mamma Roma ai margini della società di classe, La rabbia (1963) contro la ‘normalità’ borghese, intollerante, banale e perbenista, Il Vangelo secondo Matteo a Venezia (premio speciale della Giuria, e del premio Ocic nel 1964) con la visione sacra dell’ateo, intellettuale di sinistra e omosessuale, che non ha bisogno di miracoli, e le atrocità di Sade nell’inferno medievale di Salò (o le 120 giornate di Sodoma) (1975).
Il provocatore controverso che ‘si e ci’ nutre di realtà, arte, letteratura, poesia, folklore e musica, sin dagli anni sessanta, e del mistero della sua morte da quasi un quarantennio, portato sul grande schermo e a Venezia nel 1995, da Marco Tullio Giordana con Pasolini, un delitto italiano, e pronto a tornarci con il biopic di Abel Ferrara e il Pasolini di Willem Dafoe, seguendo gli ultimi giorni della sua vita sin sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia, con l’anima straziata per sempre e il corpo massacrato riconosciuto da Ninetto Davoli.
L’amico di viaggi cinematografici e storie di vita, che lo ricorda con Gianni Amelio nel documentario sull’Italia differente di «Felice chi è diverso» al cinema da domani, dopo aver animato lo schermo del Cinema Trevi di Roma, con la retrospettiva della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia, Pasolini: la fine (non) è nota, chiusa dalla all’anteprima Nazionale dell’inedito Pasolini, la verità nascosta di Federico Bruno, e quell’ultimo anno di vita che ha lasciato incompiuto il testo di Petrolio.
La stessa Roma che celebra il legame indissolubile che ha stretto con la prosa vitale e ribelle, la poetica appassionata, e le esistenze che divorano i margini della periferia, di questo poeta corsaro e profeta di visioni infernali ed esistenziali, protagonista dalla mostra itinerante che tocca le capitali europee di Barcellona, Parigi e Berlino insieme a Roma.