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Oscar 2014: vince 12 Anni Schiavo, 7 Oscar a Gravity, La Grande Bellezza miglior film straniero

Oscar 2014: Gravity pigliatutto ma non il premio al miglior film, che va a 12 Anni Schiavo. La Grande Bellezza riporta l’Oscar in Italia. Le sorprese sono poche, e lo show non è granché. Un’analisi della serata.

pubblicato 3 Marzo 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 03:45

Ammettiamolo: a prescindere dal risultato, dal tifo e quant’altro, è stata la corsa agli Oscar più divertente degli ultimi anni. Già l’anno precedente ci aveva regalato una amazing race decisamente più “movimentata” della media, e l’edizione 2014 è stata se possibile ancora più incerta di quella del 2013. Per la gioia di tutti, appassionati e scommettitori in primis. Peccato però che lo show finale non sia all’altezza.

Ellen DeGeneres è ovviamente bravissima, becca l’apertura giusta, e azzecca un paio di siparietti (molto divertente la selfie di gruppo). Ma se tutto è così lungo e meccanico non è certo colpa sua. Non è colpa sua se lo show è al solito massacrato dalla quantità industriale di pubblicità. E non è certo colpa sua se, in realtà, di sorprese non è che ce ne siano state molte. Perché la corsa è stata molto movimentata, vero, ma i risultati alla fin fine sono stati nel 95% dei casi quelli più ovvi.

La serata è cominciata con il premio a Jared Leto, che nel suo discorso ha praticamente raccontato (in modo toccante) la “storia” di sua madre. A Dallas Buyers Club sono andati tre premi in totale, compreso il make-up e l’Oscar a Matthew McConaughey, che nel suo sgangherato discorso ringrazia pure Dio.

La serata parte col piede sbagliato per American Hustle, che perde subito contro Il Grande Gatsby nella categoria dei costumi. La situazione si ripete con le scenografie: ma i due premi al film di Luhrmann sono meritatissimi. Il film di David O. Russell finisce la sua corsa con zero statuette su 10 nomination, perdendo come previsto anche la sceneggiatura originale, finita nelle mani di Spike Jonze per Lei. Non esattamente un trionfo per American Hustle, anzi.

Purtroppo The Act of Killing deve cedere il suo Oscar a 20 Feet from Stardom, come volevano i rumor dell’ultimo periodo. Bisogna fare i complimenti a Weinstein, al solito: ma The Act of Killing è già Storia. Come è Storia il ritorno dell’Oscar in Italia grazie a La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Un po’ di “forza” in più nel discorso di Sorrentino non avrebbe fatto male, ma va bene lo stesso. Pensare comunque che da Cannes il film era uscito (ingiustamente) a mani vuote…

Frozen vince due Oscar, entrambi scontati: quello per il miglior film d’animazione e quello per la miglior canzone originale andato a Let It Go. I due frontrunner, 12 Anni Schiavo e Gravity, si portano a casa rispettivamente 3 e 7 Oscar: ma è il primo a trionfare come miglior film. Gravity fa piazza pulita ovviamente nelle categorie tecniche, e fa vincere a Cuaron la statuetta per il miglior regista. Confermato quindi lo split film/regia, proprio come l’anno scorso: inizierà ad accadere più spesso, d’ora in poi?

Il primo Oscar di Gravity è stato quello per gli effetti speciali, un premio scontato e sacrosanto. La sua corsa è proseguita con il sonoro e il montaggio sonoro, poi la fotografia di Emmanuel Lubezki, il montaggio (battendo Captain Phillips, concorrente in quella categoria molto pericoloso), colonna sonora e infine la regia. Ironicamente quest’ultimo premio è stato assegnato ad Alfonso Cuaron da Angelina Jolie, che poteva essere la protagonista di Gravity al posto della Bullock.

Il primo premio per 12 Anni Schiavo è stato invece quello per la miglior attrice non protagonista andato a Lupita Nyong’o. Il suo discorso è stato tra i momenti più belli e spontanei di tutta la serata: “Non mi dimentico mai che la felicità nella mia vita è dovuta alla tristezza nella vita di qualcun altro”. Il secondo Oscar arriva grazie alla sceneggiatura non originale, e il terzo e ultimo grazie al film stesso. Steve McQueen ha voluto dedicare l’Oscar a tutti quelli che ancora oggi soffrono a causa della schiavitù.

Tra i momenti più intensi ovviamente c’è quello dell’In Memoriam, presentato da Glenn Close, che ci ha ricordato la quantità agghiacciante di persone del mondo dello spettacolo che il 2013 ci ha portato via: Gandolfini, Karen Black, Freeborn, Paul Walker, Riz Ortolani, Peter O’Toole, Harryhausen, Roger Ebert, Shirley Temple, Joan Fontaine, Harold Ramis, Eleanor Parker, Matheson, Hoffman… Il video è un po’ al risparmio e c’è qualche dimenticanza (ok per Resnais, ma Cerami?), ma l’effetto al solito è da magone.

Siamo fra quelli che tifavano per DiCaprio, lo ammettiamo, ma almeno possiamo gioire non poco per la scontata e meritatissima vittoria di Cate Blanchett come miglior attrice protagonista in Blue Jasmine. L’attrice ringrazia le sue concorrenti, ringrazia il pubblico che ha visto il film, e scherza durante la standing ovation che il Dolby Theatre le dedica (“Sedetevi, siete troppo vecchi per stare in piedi!”). Forse è questo l’Oscar che mette tutti d’accordo, e non può che essere così: classe e talento qui sono sotto gli occhi di tutti.

Oscar 2014: tutti i vincitori

Miglior film
12 Anni Schiavo

Miglior attrice protagonista
Cate Blanchett – Blue Jasmine

Miglior attore protagonista
Matthew McConaughey – Dallas Buyers Club

Miglior regista
Alfonso Cuaron – Gravity

Miglior sceneggiatura originale
Lei

Miglior sceneggiatura non originale
12 Anni Schiavo

Miglior film straniero
La grande bellezza

Miglior documentario
20 feet from stardom

Miglior film d’animazione
Frozen

Miglior canzone originale
Let it go – Frozen

Miglior attrice non protagonista
Lupita Nyong’o – 12 Anni Schiavo

Miglior attore non protagonista
Jared Leto – Dallas Buyers Club

Miglior fotografia
Gravity – Emmanuel Lubezki

Migliori costumi
Il Grande Gatsby

Miglior montaggio
Gravity

Miglior make-up e parrucco
Dallas Buyers Club

Miglior colonna sonora
Gravity

Migliori scenografie
Il Grande Gatsby

Miglior sonoro
Gravity

Miglior montaggio sonoro
Gravity

Miglior effetti visivi
Gravity

Miglior cortometraggio
Helium – Anders Walter and Kim Magnusson

Miglior cortometraggio documentario
The Lady in Number 6: Music Saved My Life – Malcolm Clarke and Nicholas Reed

Miglior cortometraggio d’animazione
Mr. Hublot – Laurent Witz and Alexandre Espigares

Premio Oscar