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Oscar 2014, miglior film d’animazione: I Croods, Cattivissimo me 2, Ernest & Celestine, Frozen – Il regno di ghiaccio, The Wind Rises

Il prossimo 2 marzo saranno annunciati i vincitori degli Oscar 2014. Scopri e vota con Cineblog tutti i candidati alla categoria Miglior film d’animazione.

pubblicato 26 Febbraio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 03:53

Domenica 2 marzo Ellen DeGeneres condurrà la Notte degli Oscar e in attesa di goderci la diretta, Cineblog vi propone un ulteriore approfondimanto sulle categorie degli Oscar 2014 con annesso consueto sondaggio.

Dopo avervi proposto i candidati per la miglior scenografia, costumi, trucco, fotografia, sonoro, montaggio sonoro, colonna sonora, canzone originale, effetti speciali. sceneggiatura originale, sceneggiatura non originale, montaggio, cortometraggio d’animazione, cortometraggio live-action, attrice non protagonista, attrice protagonistaattore non protagonista, attore protagonista, documentario e miglior regia, quest’oggi è il turno dei cinque nominati per il Miglior film d’animazione.

La categoria riservata ai lungometraggi d’animazione di questa edizione vede in pole position i favoriti Frozen – Il regno di Ghiaccio della Disney e il giapponese The Wind Rises (Kaze tachinu) ultima fatica del maestro Hayao Miyazaki, a seguire troviamo la Dreamworks con I Croods, il sequel Cattivissimo me 2 (Despicable Me 2) e l’outsider della cinquina, la coproduzione franco-belga Ernest & Celestine.

A seguire trovate il sondaggio in cui potete esprimere la vostra preferenza sulla categoria e a seguire video e info sui cineasti candidati.

I Croods

– Il regista Kirk De Micco (Space Chimps – Missione spaziale) è alla sua prima candidatura all’Oscar mentre il collega Chris Sanders con quest’ultima tocca quota 3 nomination, le altre due le ha ricevute per Dragon Trainer e Lilo & Stitch.

I Croods è un film sulla famiglia. “Il film è ricco di momenti di comicità”, spiega lo scrittore-regista Chris Sanders. “Ma ci siamo resi conto che nel momento in cui decidiamo di eliminare ciò che riempie la nostra vita moderna, e cioè il lavoro, le automobili, le nostre occupazioni, l’unica cosa che resta sono la famiglia e gli
amici”.

Il tema dei legami familiari, con tutti i conflitti e i momenti di intimità che questi comportano, riguardano chiunque abbia lavorato nel film, dai filmmaker agli attori ai dirigenti dello studio. “Questo è il primo lungometraggio della DreamWorks Animation che parla di una famiglia di umani”, sottolinea Sanders. “E nel corso della produzione, il progetto ha generato vari ricordi familiari fra i membri del cast e della troupe, frasi come ‘Ricordo che una volta mio fratello ha fatto la stessa cosa con me’, oppure ‘Mio padre assomigliava molto a Grug’, e cose del genere”. Aggiunge lo scrittore-regista Kirk DeMicco: “Tutti possono trovare un punto di
contatto con il film e immedesimarsi con uno o più personaggi; tutti possono dire: ‘Queste persone mi sono familiari anche se non le conosco’… Perché in fondo le famiglie sono tutte uguali”, conclude con un sorriso.

RECENSIONE DEL FILM

Cattivissimo me 2

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– Il regista Pierre Coffin (Cattivissimo me) è alla sua prima candidatura all’Oscar mentre il collega Chris Renaud (Lorax – Il guardiano della foresta) è alla sua seconda nomination dopo quella ricevuta nel 2006 per il corto d’animazione “No Time for Nuts”.

– Il film ha ricevuto un ulteriore nomination all’Oscar nella categoria Miglior canzone originale con il brano “Happy” di Pharrell Williams.

I puristi di Gru non devono temere che il nostro antieroe si sia placato o abbia perso il suo lato pungente. Per la squadra è stato fondamentale mantenere molti elementi di questo misantropo felice scatenatore di raggi gelanti che abbiamo imparato ad amare. Renaud spiega l’enigma: “Se Gru non è cattivissimo, che succede? Nel primo film abbiamo mostrato il suo amore per la malvagità. Lui voleva rubare la luna. Aveva grandi piani fantastici e voleva provare di essere il più grande malvagio di tutti, anche se non lo era. Aveva tutti quei Minion, il Professor Nefario, tutta la squadra, il suo laboratorio. Era un tipo burbero che amava quella vita. Se decide di lasciarsela alle spalle perché è meglio per la sua famiglia, come si sente e che deve fare poi?”

Il regista è il primo ad ammettere che non voleva ritornare a questo mondo a meno che non ci fosse una storia logica da raccontare su di esso. Renaud dice: “Speri – in particolare dato che la gente ha risposto bene al primo film – di aver raccontato la storia che questi personaggi volevano raccontare. Per questo abbiamo tutti sentito fortemente di dover rispondere alla sfida e trovare un nuovo aspetto della storia di questa famiglia. Come si evolve il personaggio di Gru? Come si evolvono i Minion? Qual’è un modo diverso per giocare con loro? Cattivissimo me 2 parla dell’allargamento – o potenziale completamento – di questa famiglia.”

Coffin pensa che a rendere Cattivissimo me diverso da tanti altri film del genere animazione sia la comprensione del film di emozioni umane profonde, specificatamente dell’amore, e dice: “Volevamo che il cuore del film fosse un’evoluzione di questo. Ora Gru è solo a crescere le bambine, e la mossa successiva più logica per lui è trovare l’amata, la sua anima gemella. E questa è Lucy.” Gru non è il solo che verrà cambiato dall’arrivo di Lucy nella sua vita. “Vedere Gru con le bambine accende qualcosa in Lucy. In più, la sua ammirazione per tutte le azioni che Gru ha fatto nel passato, come rubare la luna, cresce in lei e la fa innamorare.”

RECENSIONE DEL FILM

Ernest & Celestine

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– Il film è co-diretto da Stéphane Aubier, Vincent Patar e Benjamin Renner tutti alla loro prima candidatura all’Oscar.

– Aubier e Patar hanno già diretto insieme il film d’animazione Panico al villaggio.

Nei libri, le pose dei personaggi sono straordinariamente riuscite. Sono giuste e toccanti senza mai cadere nel cliché del “carino”. Vi siete molto ispirati agli atteggiamenti dei personaggi degli album quando affrontavate certe scene?

Sì. Molti atteggiamenti sono direttamente tratti dai libri. E abbiamo anche rispettato la messa in immagine molto teatrale degli album. Non si vedono quasi mai inquadrature dall’alto o dal basso, né primi piani, né effetti drammatici. Gabrielle Vincent si focalizzava sui personaggi e i loro atteggiamenti. Il dinamismo della messa in scena del flm è dato dalle azioni dei personaggi, dalla loro animazione e dalla composizione della scenografa. Molte scene rendono omaggio agli album.

Ci ha appena spiegato il suo approccio alla regia del flm, ma aveva in mente qualche riferimento preciso? Alcuni aspetti – la grande figura protettiva di Ernest accanto alla piccola Celestine, la convivenza di due mondi – fanno pensare a Il Mio Vicino Totoro di Miyazaki…

Seguo molto i film di animazione giapponesi e il cinema giapponese nel suo insieme. Tutti i flm di Miyazaki sono stati per me un punto di riferimento: Totoro, Kiki consegne a domicilio la cui eroina è, come Celestine, un po’ sperduta in mezzo alla città… Sono stato influenzato anche dall’Estate di Kikujiro di Takeshi Kitano, che mi ha dato lo spunto su come affrontare i rapporti tra Ernest e Celestine. Il personaggio interpretato da Kitano nel film è un adulto che è rimasto un po’ puerile e che si ritrova in compagnia di un bambino di cui non sa come occuparsi…Aggiungo che sono stato anche influenzato dai flm di animazione della mia infanzia, i cortometraggi della Disney o anche i film prodotti da René Goscinny, come Asterix e le dodici fatiche e La ballata dei Dalton. Sono film che mi avevano colpito per la loro libertà di narrazione.

Frozen – Il regno di ghiaccio

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– Il regista Chris Buck (Tarzan) è alla sua seconda candidatura all’Oscar dopo quella ricevuta nel 2008 per Surf’s Up – I re delle onde, mentre l’esordiente Jennifer Lee, sua la sceneggiatura di Ralph Spaccatutto, è alla sua prima candidatura all’Oscar.

– Il film ha ricevuto un’ulteriore candidatura all’Oscar per la Miglior canzone originale con il brano “Let it Go”.

Frozen ha vinto un Golden Globe e un BAFTA come miglior film d’animazione.

“Il nostro film si ispira alla fiaba classica di Andersen ‘La regina delle nevi’” afferma il regista Chris Buck, “ma Frozen – Il regno di ghiaccio è una storia decisamente nostra, meravigliosamente toccante, con molta azione, avventura, magia e personaggi indimenticabili”. “La nostra storia è iniziata come un’idea molto semplice sul potere della famiglia ed è cresciuta diventando qualcosa di più grandioso di quanto potessimo immaginare” aggiunge la regista Jennifer Lee, che ha anche scritto la sceneggiatura. “Si parla di paura in contrapposizione all’amore, raccontati attraverso il viaggio epico di una famiglia, e della lotta per superare la paura e trovare il vero significato dell’amore”

Ambientato nell’immaginario regno di Arendelle, Frozen – Il regno di ghiaccio presenta uno sfondo straordinario ispirato agli spettacolari paesaggi norvegesi, dalle montagne incappucciate di neve ai tranquilli fiordi. “L’ambiente assume un ruolo fondamentale nella nostra storia” afferma Lee. “Elsa ha questo potere magico di creare neve e ghiaccio, ma non riesce a controllarlo e per errore scaglia una tremenda tempesta di neve che minaccia la sua terra”. “Il nostro team ha davvero alzato gli standard quando si è trattato di affrontare l’ambiente di neve e ghiaccio” aggiunge Buck. “Non è facile rendere credibile il ghiaccio nel mondo dell’animazione. Il team ha fatto moltissime ricerche e ha creato una tecnologia pionieristica per ottenere l’aspetto giusto per questo mondo. Sono stati in grado di mettere insieme un film davvero bellissimo, diverso da qualsiasi altra cosa realizzata prima”.

RECENSIONE DEL FILM

The Wind Rises (Kaze tachinu)

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– Il regista Hayao Miyazaki è alla sua terza candidatura all’Oscar con una statuetta vinta nel 2003 per La città incantata.

Hayao Miyazaki parla del film:

“Il progettista dell’aereo da combattimento “Zero” Jiro Horikoshi e il suo predecessore italiano Gianni Caproni condividono una stessa aspirazione, uniti da un’amicizia che va oltre il tempo e lo spazio. I due devono affrontare numerosi insuccessi, mentre si dedicano interamente alla realizzazione dei loro sogni di
gioventù.

Nel periodo Taisho della storia giapponese (1912-1926), un ragazzo di campagna decide di diventare ingegnere aeronautico. Sogna di costruire un aereo in grado di volteggiare come un vento meraviglioso. Cresciuto, va a studiare a Tokyo e diventa un ingegnere di primo livello dell’enorme industria bellica giapponese. Il suo talento fiorisce, arrivando a creare un aereo meraviglioso che lascerà un segno nella storia dell’aviazione: il Mitsubishi A6M1, più conosciuto come aereo da combattimento ‘Zero’. Per tre anni,a partire dal 1940, ‘Zero’ è stato il miglior aereo caccia del mondo.

Gli anni durante i quali il nostro protagonista passa dall’infanzia alla giovinezza sono contrassegnati da una sensazione di stasi: il terremoto di Kanto del 1923, la Grande Depressione, la disoccupazione, povertà e tubercolosi, rivoluzioni e fascismo, soppressione della libertà di parola, una guerra dopo l’altra. Intanto,
nello stesso periodo, la cultura popolare fiorisce; si affermano modernismo e nichilismo, come pure l’edonismo. I poeti, lungo il loro cammino, restano vittime delle malattie e della morte.

Il nostro protagonista Jiro è impegnato a progettare aeroplani mentre l’Impero giapponese si avvia verso la sua distruzione e la sua fine definitiva.

E’ la storia di un individuo dedito al suo lavoro, che ha perseguito tenacemente il suo sogno. I sogni contengono un elemento di pazzia, e questo aspetto “velenoso” non può essere nascosto. Desiderare ardentemente qualcosa di troppo bello può distruggere. Accostarsi alla bellezza può richiedere un prezzo da pagare. Jiro sarà distrutto e sconfitto, la sua carriera di progettista interrotta, ma resta un uomo di grande originalità con un talento non comune.

Il titolo ‘The Wind Rises’ è tratto da un omonimo racconto scritto da Tatsuo Hori. Hori aveva scelto una frase da una poesia di Paul Valéry, “Le vent se lève, il faut tenter de vivre”, e l’aveva tradotta in giapponese: Kaze tachinu, iza ikimeyamo (Si alza il vento. Dobbiamo provare a vivere). Il nostro film mette insieme Jiro Horikoshi e lo scrittore Tatsuo Hori, due persone reali vissute nello stesso periodo, facendone un solo individuo, “Jiro”, il nostro protagonista. E’ un’opera in usuale di assoluta finzione che descrive la gioventù giapponese degli anni ’30. La nascita dell’aereo da combattimento ‘Zero’, e l’incontro e la separazione del giovane ingegnere Jiro e della bella e sfortunata Nahoko. Questa è la nostra storia. Il buon vecchio Caproni, superando le barriere dello spazio e del tempo, servirà ad aggiungere un po’ di colore al racconto.

RECENSIONE DEL FILM

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