Ghost in the Shell: il cult movie cyberpunk al cinema con una maratona notturna
Aspettando la nuova rinascita di Ghost in the Shell, e le entità che trascendono l’identità del cult movie cyberpunk di Mamoru Oshii, al cinema in versione 2.0. in digitale 2K e audio PCM 5.1s, con una recensione a rischio spoiler.
A 19 anni dalla prima comparsa sul grande schermo di Ghost in the Shell, e sei dal restyling con largo uso della CG di Ghost in the Shell 2.0., il cult movie cyberpunk di Mamoru Oshii continua ad intraprendere le rinascite iscritte nel suo patrimonio fantascientifico, tornando al cinema con una maratona in digitale 2K con audio PCM 5.1s, pronta ad estasiare appassionati, curiosi e nuovi estimatori.
Dopo aver acquistato i diritti e ridoppiato in modo fedele, le versioni del 1995 e del 2008, solo per due giorni, martedì 11 e mercoledì 12 marzo 2014, Dynit riporta sul grande schermo Ghost in the Shell 2.0, ovvero la versione ri-editata dal regista stesso in formato HD nel 2008, proposta con un nuovo doppiaggio e audio multicanale, insieme al sequel del film, Ghost in the Shell Innocence per una speciale maratona notturna che inaugura la nuova stagione di Nexo Anime.
L’occasione ideale per tornare al capolavoro anime di Mamoru Oshii, chiamato da Bandai Visual e Production I.G a dirigere l’animazione sceneggiata dall’inseparabile Kazunori It?, liberamente tratta da Kokaku Kidotai (“Squadra Mobile Corazzata d’Attacco”), il manga noto come Ghost in the Shell pubblicato da Kodansha (un volumone da 350 pagine edito in Italia da Star Comics) realizzato da un guru del fumetto cyberpunk come Masamune Shirow.
Un ritorno nella New Port City giapponese del 2029, dove la dimensione della tecnologia è penetrata nei recessi più intimi dell’essere umano, la comunicazione passa per le menti, i corpi sono solo gusci, l’anima è un “gost” che può generare anche un software, e i progressi della nanotecnologia spingono l’ibridazione verso nuove frontiere, rinascite ed entità che trascendono l’identità.
“In un futuro ormai prossimo, le grandi reti informatiche si spingono fino alle stelle e ai flussi di elettroni e di luce che viaggiano nell’universo. Il progresso della computerizzazione, tuttavia, non ha ancora cancellato le nazioni e i gruppi etnici.”
Riducendo le differenze tra uomo e macchina/computer con moderni cervelli provvisti di parti meccaniche a rischio di hacking, ha reso necessario il servizio della Sezione 9, reparto speciale della polizia specializzato in terrorismo e crimini informatici, e di inafferrabili agenti come il Maggiore Motoko Kusanagi.
Un abile e carismatico cyborg, costantemente connesso eppure isolato dal mondo circostante, con un corpo-guscio decisamente femminile e interamente cibernetico, e quall’anima ‘gost’ lontana da misticismi ma non da dubbi esistenziali, accompagnati dal tema musicale di Kawai Kenji (approfondimento alla fine della segnalazione) sin dai titoli di testa con la costruzione del corpo del maggiore Kusanagi, destinato a scomparire (indossando tuta termo ottica), dissolversi nel paesaggio, smembrarsi e rinascere.
Il maggiore affiancato dall’investigatore Togusa, umano con un cervello potenziato, e l’ex-militare Batou, coadiuvati dall’esperto in reti Ishikawa e diretti dal capo della Sezione Aramaki.
L’agente speciale della Sezione 9 che ingaggia una caccia alla soluzione dei dubbi sulla natura del corpo e del suo spirito anima, quando si imbatte (per volere dello stesso) nell’abile hacking del Burattinaio, capace di violare la mente delle vittime al punto da manipolarne ricordi e volontà.
Non un semplice criminale informatico, non un bug del Progetto 2501, ma un puro Spirito memorizzato in un insieme di dati vasto quanto l’intera Rete, privo di Guscio, che si impossessa di quello di uno spazzino per entrare in contatto con Kusanagi, e dar vita con i loro ghost (spirito-anima-personalità) ad una nuova entità e un nuovo “salto” nell’evoluzione delle forme viventi.
L’impatto visivo, che accosta per la prima volta animazione classica e computer grafica, tempi dilatati e action frenetico, dialoghi complessi e una cura minuziosa dei dettagli, beneficia del character design di Hiroyuki Okiura, le animazioni complesse e le tecniche di motion capturing, insieme alla colonna sonora che si trasforma in elemento di ambientazione fantascientifica e cyberpunk.
Fino alla scena finale nel vecchio museo in disuso, sotto la pioggia battente, l’arrivo imminente degli agenti della Sezione 6, il disfacimento del corpo guscio, l’ansia di svelare l’identità del Burattinaio, l’altra faccia della medaglia e la vera origine dello Spirito.
In realtà il rischio spoiler annunciato come premessa, solo per i più intransigenti, non serve, perché ci sarebbe ancora molto da dire e soprattutto da vedere, per afferrare in pieno la maturità, la complessità e il valore di un film come Ghost in the Shell.
Le stesse ragioni che nel 1996 hanno portato per la prima volta un anime alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, lo hanno eletto tra i degni successori fantascientifici di Blade Runner di Ridley Scott (1982) o Akira di Katsuhiro ?tomo (1988), ispirando ai fratelli Wachowski il codice numerico a cascata di Matrix (1999), e mi spingono a consigliare una visione sul grande schermo del cinema.
Voto di cut-tv’s: 10
Ghost in the Shell – Ghost in the Shell 2.0 ( K?kaku Kid?ta, Giappone, 1995-2008-2014, Animazione) di Mamoru Oshii. Di nuovo al cinema con la Maratona Ghost in the Shell martedì 11 e mercoledì 12 marzo 2014, da vedere con un’unico biglietto, in tutte le sale cinematografiche italiane elencate online che inaugurano la nuova stagione Nexo Anime.
Colonna Sonora
La colonna sonora perfettamente in sintonia con scene d’azione, inseguimenti, sparatorie, e momenti più contemplativi e riflessivi, è stata composta da Kenji Kawai, storico collaboratore di Oshii.
Il tema musicale principale, M01 I – Making of Cyborg, sembrerebbe una marcia nuziale per esorcizzare le influenze negative, eseguita dallo stesso coro giapponese utilizzato per la colonna sonora dell’anime Ranma ½,mentre l’accompagnamento melodico è un mix di armonie popolari bulgare e tradizionali giapponese.
La sequenza del mercato di New Port City, con Batou alla ricerca del criminale con il “ghost” manomesso dal Burattinaio, è accompagnata dal ritmo pop di “See you everyday“, cantata in cantonese da Fang Ka Wing.
Il brano di chiusura, One Minute Warning, che accompagna i titoli di coda delle versioni create partendo dall’edizione americana (e italiana) della Manga Video, non è presente nella colonna sonora originale, in quanto opera dei Passengers (Brian Eno e gli U2), ma è pubblicato nell’album Original Soundtracks 1.
I brani dell’Original Soundtrack di Ghost In The Shell 2.0 (2008)
(00:00) 01. Chant I – Makeing of Cybogr (2.0 ver.)
(04:25) 02. Ghosthack (2.0 ver.)
(09:37) 03. Puppetmaster (2.0 ver.)
(13:56) 04. Virtual Crime (2.0 ver.)
(16:33) 05. Chant II – Ghost City (2.0 ver.)
(20:07) 06. Access (2.0 ver.)
(23:17) 07. Nightstalker (2.0 ver.)
(24:59) 08. Floating Museum (2.0 ver.)
(30:00) 09. Ghostdive (2.0 ver.)
(35:48) 10. Chant III – Reincarnation (2.0 ver.)
(41:28) 11. Heaven At Every Glance! (2.0 ver.)
(44:55) 12. Notice BGM (2.0 ver.)
Curiosità
“Ghost in the Shell” è il primo anime ad essere uscito nelle sale contemporaneamente in Giappone, in Inghilterra e negli States.
Acclamato in tutto il mondo grazie alla presentazione mondiale intrapresa dalla Bandai Visual e la Manga Entertainment, passando per la Mostra del Cinema di Venezia (il primo anime in assoluto nella storia del festival lagunare) e molti festival tra premi e successo di critica.
Il film ha ricevuto nel 1997 il Fantastic’Arts: Menzione speciale della giuria
Un classico dell’animazione all’estero, Ghost in the Shell, in patria non emozionò il botteghino, al punto che il sequel prese il nome del sottotitolo “Innocence”, mentre il successo arrivò solo nel 2008, dopo le due serie animate Ghost in the Shell: Stand Alone Complex e Ghost in the Shell: Stand Alone Complex 2nd GIG, mentre la pellicola viene sotto posto a restyling e perende il titolo di Ghost in the Shell 2.0.
Il film arriva in Italia nel 1995, distribuito in VHS dall’ormai estinta Polygram Video. Nel 2005 Panini acquista i diritti e lo pubblica in una versione DVD, che pur mantenendo il vecchio doppiaggio (con l’adattamento basato su quello americano) ne introduce dei sottotitoli fedeli alla versione originale.
La metropoli in cui è ambientato il film è stata pensata per riunire vari aspetti della cultura asiatica, con particolare attenzione verso quella cinese.
Solitamente, ai personaggi degli anime vengono fatte sbattere le palpebre per trasmettere la sensazione di “personaggi animati” ma, in Ghost in the Shell, gli occhi di Motoko rimangono spesso aperti per lungo tempo. L’intenzione del regista Mamoru Oshii era di farla apparire come una “bambola”.
L’ultima frase di Kusanagi, poi completata al termine del film, nel dialogo con Batou sulla barca, è una citazione biblica dalla Prima lettera ai Corinzi 13,11-12: “Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto”.
Kusanagi chiama il proprio fucile “Zastava” ma si tratta in realtà di un CZ 100, prodotto dalla ceca ?eská Zbrojovka. L’azienda produttrice di automobili e armi Zastava esiste realmente ma è una società serba non responsabile della produzione del fucile impugnato dal maggiore. La pistola “Matever” di Togusa è immaginaria, tuttavia è simile ad un modello esistente prodotto dalla “MA.TE.BA”.
La marca della birra bevuta da Batou è una marca realmente esistente chiamata “San Miguel Beer”, la più diffusa nelle Filippine. La lattina che compare nell’anime è una riproduzione molto dettagliata della reale lattina, comprensiva dell’etichetta e della foca simbolo dell’azienda.
Una pubblicità del film è riconoscibile sotto forma di trailer cinematografico all’interno delle scene di gioco del videogioco Syndicate Wars, sviluppato dalla Bullfrog. Nella versione italiana del gioco, la voce del trailer traduce erroneamente il titolo del film in “Fantasma in conchiglia”.
Poster Ghost in the Shell – Ghost in the Shell 2.0
Via | Nexo Digital – Dynit – Facebook