Alejandro Jodorowsky: auguri mistici che aspettano la danza della realtà al cinema
Auguri che danzano con la realtà, aspettando il viaggio spirituale, metaforico, mitologico e poetico, che a 85 anni riporta Alejandro Jodorowsky al cinema.
Per festeggiare al meglio la veneranda saggezza di Alejandro Jodorowsky bisogna intraprendere un camino spirituale capace di attraversare il labirinto della mente, danzare con la realtà e abbandonarsi alla scoperta di un universo culturale follemente mistico ed esoterico, poetico e surreale, che non conosce limiti, punta alla scoperta di se stessi e scalare montagne sacre.
È necessario ascoltare la voce dell’inconscio, sperimentare trasgressioni oniriche quotidiane ed entrare in contatto con una personale visione della realtà, lasciandosi stimolare l’immaginario visionario di questo grande ‘esploratore’ che, mettendo a frutto gli equilibri della maturità di una mente liberata, torna a far battere il cuore della sua anima più infantile e leggiadra, portando sul grande schermo il percorso interiore di tutta una vita, e quella danza della realtà capace di trasformare l’esistenza in saggio, film e immaginario.
Un viaggio con il clown del circo e il mino, i fili del burattinaio e gli stupori del teatrante surrealista, l’intellettuale alchemico lungo la via dei simboli e degli arcani dei Tarocchi, lo psicoterapeuta dell’atto psicomagico che entra in contatto con l’inconscio attraverso la terapia panica, l’autore di fumetti e poesie, di saggi visionari come quelli della Torah, e drammaturgie ai confini del surreale.
Un giro nel circo dell’avanguardista della settima arte, che chiede ai film “quello che a maggior parte dei nordamericani chiede alle droghe psichedeliche”, dall’esordio silenzioso che mozza teste con il corto La Cravate, a quella Danza della realtà che arriva al cinema in primavera, proseguimento di un percorso spirituale costellato da western allucinati, montagne sacre, melodrammi horror e progetti incompiuti che annovarano Dune a il pasto nudo di Burroughs, per il cerimoniere del matrimonio tra Marilyn Manson e Dita von Teese.
Il regista (scenografo, costumista, autore della colonna sonora) e interprete di un gioiello surreale e underground come El topo (1971), a cavallo di un western alla ricerca del senso della vita (e della realtà), con il figlio nudo (interpretato da suo figlio Brontis) al seguito, tra nani reietti e mutilazioni, simboli cristiani e filosofia orientale, da gran premio per la Giuria all’Avoriz fantastic Festival.
Il regista e misterioso alchimista (oltre che compositore, scenografo e costumista) alle vette delle sconcertante verità de La montagna sacra (La montaña sagrada, 1973), prodotta dal manager dei Beatles Allen Klein, e il regista del surrealista melò horror Santa Sangre (1989 -sangue santo) scritto con Roberto Leoni e Claudio Argento, per una produzione messico-italiana che ripercorre il viaggio allucinato di un giovane rinchiuso in una clinica per malati mentali, a colpi di flashback e flash-forward che non lesinano clown e fantasmi, visioni oniriche e allucinazioni mistiche, cadaveri di elefanti e donne tatuate.
Una filmografia che aspetta The Dance of Reality (Danza De La Realidad), per invertire la rotta delle paure, sciogliere i nodi del malessere, sfondare i muri dell’incubo con la psicomagia applicata al cinema.
Il film che torna a Tocopilla, la città costiera sul limitare del deserto cileno, dove Jodorowsky subendo quell’infanzia infelice e alienata in seno ad una famiglia sradicata, ha scoperto i fondamenti della realtà e iniziato il viaggio spirituale, metaforico, mitologico e poetico, che a 85 anni, e dopo 25 di pausa e crescita, lo riconduce sul grande schermo del cinema.
Un viaggio fedele al personale codice visivo di Jodorowsky, che attraverso la sepoltura di un pompiere, un attacco epilettico e il canto di un principe cinese torna alla genesi della passione per il teatro del giovanissimo Jodo, e a quella per il surrealismo con le due uova lanciate dal padre durissimo in un accesso di rabbia, finite su in quadro a disegnare quelli che al ragazzino parvero due soli.
Il film approdato nella sezione indipendente e parallela Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2013, che dopo la proiezione speciale al Museo d’Arte Moderna di New York, il prossimo 14 marzo, sarà nelle sale cinematografiche a partire da quelle di Los Angeles e New York dal 23 maggio 2014, e speriamo presto anche nelle nostre, mentre ne approfitto per porgere gli auguri più mistici e surreali al maestro Jodo.
Foto e poster | Facebook Alejandro Jodorowsky