Class Enemy: il Nemico di classe di Rok Bi?ek al cinema con la Tucker Film
La Tucker Film porta al cinema Class Enemy (Nemico di classe) di Rok Bi?ek e i pericoli in agguato nei dettagli del quotidiano, dal 9 ottobre 2014.
La Class Enemy (Nemico di classe) del giovane regista sloveno Rok Bi?ek, già applaudita alla Settimana Internazionale della Critica della 70^ Mostra del Cinema di Venezia e recentemente candidata al LUX del Parlamento Europeo, con Tucker Film arriva al cinema il prossimo 9 ottobre.
Per scoprirlo dovete aspettare di vedere il film prodotto da Triglav Film, co-prodotto da Slovenski Filmski Center, distribuito da Trigon-Film, e in Italia da Tucker Film, con un passaggio al Festival di Göteborg alla fine di febbraio.
Dovete avventurarvi nelle sue incursioni nei chiaroscuri dell’esistenza che non lesinano parecchie sfumature di grigio, al confine tra torto e ragione, buoni e cattivi, con quel “Nemico di classe” che il giovane regista sloveno, già premiato a Venezia (Settimana Internazionale della Critica 2013 Premio FEDEORA come Miglior Film), e ispirato a figure del calibro di Haneke, Mungiu e Zvyagintsev, porta in scena con tutti quei pericoli in agguato nei dettagli del quotidiano.
Note di regia
Mi sembra importante poter parlare, attraverso l’arte cinematografica, di temi che riflettano sia la società nazionale che quella mondiale. In Class Enemy ciò traspare nel microcosmo dei ragazzi delle medie superiori: una generazione estremamente vulnerabile e, in quanto tale, propensa ad assorbire quel che le succede intorno, sia a livello conscio che inconscio. La rivolta degli studenti contro il sistema scolastico, simboleggiato dal severo professore, è l’immagine riflessa dello scontento sociale globale, che sfrutta ogni (in)giusto motivo per ribellarsi contro le norme vigenti. Nel racconto, queste situazioni estreme descrivono il baratro tra due generazioni molto diverse tra loro». Rok Bi?ek
Conversando con Rok Bi?ek
Class Enemy deriva da un tuo ricordo scolastico. Buio e spigoloso. Perché hai deciso di attingere a un’esperienza
tanto personale?
Perché il mio modo di concepire il cinema si basa sulla necessità di costruire un racconto partendo sempre da qualcosa che conosco bene. Davvero bene. Se vuoi che la narrazione mantenga una forte compattezza emotiva, una forte credibilità, devi poterne padroneggiare anche i dettagli più piccoli.
La storia si muove, con implacabile freddezza, all’interno di una “zona grigia” dove nessuno è totalmente buono o totalmente cattivo. Non hai paura che il pubblico, il pubblico di oggi, cerchi l’empatia invece del realismo?
No, nessuna paura. Tutta la nostra vita è una “zona grigia”: se non sei capace di affrontarla al cinema, come puoi pensare di affrontarla nella quotidianità? Frammenti biografici e traduzione cinematografica. Adulti e ragazzi. Attori professionisti e attori non professionisti. Vita e morte.
È stato difficile gestire uno script, e ovviamente un set, dove si accumulano i disallineamenti e i cortocircuiti?
Sì, è stato difficile in ogni singolo segmento della lavorazione. Dovevo mantenere l’equilibrio tra gli opposti, camminandoci in mezzo e stando attento a non sbilanciarmi: se fosse capitato, avrei compromesso la solidità dell’intero film. Una sfida molto impegnativa, anche per il cast e la troupe.
Possiamo dire che il tema di fondo è l’incomunicabilità, il paradosso di non riuscire a comunicare in un mondo ipercomunicativo?
L’incomunicabilità è sicuramente il nucleo, il detonatore di Class Enemy. L’eruzione vulcanica che poi mette a nudo le paure e le frustrazioni nascoste sotto la pelle della società europea.
Sfogliando le recensioni, pare impossibile trovarne una che non contenga il paragone Michael Haneke/Rok Bicek. È una simmetria dentro cui ti riconosci?
Amo la sua spietata dissezione dell’animo umano, e cerco di rappresentarla anche nei miei film, ma questa simmetria può stare in piedi soltanto nell’ottica maestro/apprendista.
E di quali altri maestri ti senti l’apprendista?
Il mio viaggio è iniziato con il cinema e il teatro contemporaneo, quand’ero adolescente, poi mi sono imbattuto in 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni di Mungiu: un film che ha avuto un impatto enorme sulla mia formazione registica, assieme al Ritorno di Zvyagintsev e, ovviamente, Niente da nascondere di Haneke.
Come presenteresti Class Enemy a chi sta per sedersi in sala?
Preparatevi a tornare sui banchi di scuola!
Intervista di Gianmatteo Pellizzari
Class Enemy: il Nemico di classe di Rok Bi?ek al cinema con la Tucker Film del 22 gennaio 2014
Con l’inquietante ed eloquente poster illustrato da Guido Scarabottolo sotto braccio, e la sua scuderia di piccoli ma preziosi gioielli cinematografici da portate in sala, la Tucker Film si prepara a presentare Class Enemy (Razredni sovražnik/Nemico di classe) di Rok Bi?ek al 25° Trieste Film Festival, oggi alle ore 18.00, sempre in Sala Tripcovich, dopo The Special Need di Carlo Zoratti, prima delle Parole Povere di Francesca Archibugi.
Un liceo come tanti nella Slovenia di oggi per il giovane regista sloveno diventa il set ideale per mettere in scena tutto quello che si agita sotto la superficie e la ‘maschera’ della normalità, spezzata dall’arrivo in classe del nuovo insegnante di tedesco, interpretato con una sorta di magnetismo enigmatico da Igor Samobor.
Il duro e intransigente Robert che non permette di parlare la lingua nativa nella classe tedesca, che innesca i conflitti didattici e umani con la classe di studenti, il corpo insegnante e amministrativo, filtrato dai punti di vista di ogni singolo personaggio che lo ritiene responsabile del suicidio della compagna di classe Sabin, interpretata da Dasa Cupevski.
Nel film che in parte mette in scena lo scontro generazionale, in un labirinto emotivo che passa dal dolore alla rabbia, dagli interrogativi alla caccia al colpevole, al nemico. E il professore di tedesco appare il nemico perfetto per incarnarlo! Agli occhi dello studente leader e agitatore Luka di Voranc Boh, o dell’ambivalente Tadej di Jan Zupancic, come degli altro.
“Come finirà la guerra? Cosa porterà e quanto costerà, a ciascuno, quell’atto di cieca ribellione?”
La Tucker Film porta La Class Enemy (Nemico di classe) di Rok Bi?ek e i pericoli in agguato nei dettagli del quotidiano, al 25° Trieste Film Festival.
Con l’inquietante ed eloquente poster illustrato da Guido Scarabottolo sotto braccio, e la sua scuderia di piccoli ma preziosi gioielli cinematografici da portate in sala, la Tucker Film si prepara a presentare Class Enemy (Razredni sovražnik/Nemico di classe) di Rok Bi?ek al 25° Trieste Film Festival, oggi alle ore 18.00, sempre in Sala Tripcovich, dopo The Special Need di Carlo Zoratti, prima delle Parole Povere di Francesca Archibugi.
Un liceo come tanti nella Slovenia di oggi per il giovane regista sloveno diventa il set ideale per mettere in scena tutto quello che si agita sotto la superficie e la ‘maschera’ della normalità, spezzata dall’arrivo in classe del nuovo insegnante di tedesco, interpretato con una sorta di magnetismo enigmatico da Igor Samobor.
Il duro e intransigente Robert che non permette di parlare la lingua nativa nella classe tedesca, che innesca i conflitti didattici e umani con la classe di studenti, il corpo insegnante e amministrativo, filtrato dai punti di vista di ogni singolo personaggio che lo ritiene responsabile del suicidio della compagna di classe Sabin, interpretata da Dasa Cupevski.
Nel film che in parte mette in scena lo scontro generazionale, in un labirinto emotivo che passa dal dolore alla rabbia, dagli interrogativi alla caccia al colpevole, al nemico. E il professore di tedesco appare il nemico perfetto per incarnarlo! Agli occhi dello studente leader e agitatore Luka di Voranc Boh, o dell’ambivalente Tadej di Jan Zupancic, come degli altro.
“Come finirà la guerra? Cosa porterà e quanto costerà, a ciascuno, quell’atto di cieca ribellione?”
Per scoprirlo dovete aspettare di vedere il film prodotto da Triglav Film, co-prodotto da Slovenski Filmski Center, distribuito da Trigon-Film, e in Italia da Tucker Film, con un passaggio al Festival di Göteborg alla fine di febbraio.
Dovete avventurarvi nelle sue incursioni nei chiaroscuri dell’esistenza che non lesinano parecchie sfumature di grigio, al confine tra torto e ragione, buoni e cattivi, con quel “Nemico di classe” che il giovane regista sloveno, già premiato a Venezia (Settimana Internazionale della Critica 2013 Premio FEDEORA come Miglior Film), e ispirato a figure del calibro di Haneke, Mungiu e Zvyagintsev, porta in scena con tutti quei pericoli in agguato nei dettagli del quotidiano.
«Mi sembra importante poter parlare, attraverso l’arte cinematografica, di temi che riflettano sia la società nazionale che quella mondiale. In Class Enemy ciò traspare nel microcosmo dei ragazzi delle medie superiori: una generazione estremamente vulnerabile e, in quanto tale, propensa ad assorbire quel che le succede intorno, sia a livello conscio che inconscio. La rivolta degli studenti contro il sistema scolastico, simboleggiato dal severo professore, è l’immagine riflessa dello scontento sociale globale, che sfrutta ogni (in)giusto motivo per ribellarsi contro le norme vigenti. Nel racconto, queste situazioni estreme descrivono il baratro tra due generazioni molto diverse tra loro». Rok Bi?ek
Via | Tucker Film – Facebook – Flickr – 25° Trieste Film Festival