10 film che meritavano più attenzione nel 2013 secondo Indiewire
Quali sono stati i film più “sottovalutati” a livello di distribuzione o discussione di questo 2013? Indiewire prova a dirci 10 titoli che forse avrebbero meritato un po’ più di attenzione…
Fine anno: spuntano classifiche ovunque. Le ritengo tutte gustose e mai prive di interesse, e immagino che voi non vediate l’ora di leggere le nostre, no? Fate bene, ne vedrete delle belle. Oggi però ci dedichiamo ad una Top 10 che ha una sua indubbia utilità, ed è quella che Indiewire ha proposto sui titoli che avrebbero meritato più attenzione nel corso del 2013.
Scegliere 10 titoli “sottovalutati” perché avrebbero meritato più copertura e discussione (e distribuzione) non è cosa da poco. Si tratta di pochissimi film rispetto alla produzione mondiale, certo, ed è per questo che è una classifica da prendere ancora più in considerazione. Insomma: se questi titoli li avete persi, cercateli ovunque come potete.
Noi ne abbiamo visti cinque (uno, Post Tenebras Lux, è anche uscito miracolosamente in Italia). Partiamo dal fondo della classifica, dove c’è una delle opere prime più belle di questo 2013: The Selfish Giant, visto nella Quinzaine a Cannes. Del film in realtà s’è parlato parecchio grazie alle sue evidenti qualità. Ma se diamo un’occhiata ai paesi in cui ha una distribuzione, troviamo ovviamente Inghilterra e Irlanda, poi Francia. Prossimamente uscirà in Belgio, Olanda a Svezia. Un po’ poco per un esordio del genere, è vero.
This Is Martin Bonner lo abbiamo visto a Torino, e ci è piaciuto. Si tratta di un’opera prima americana indipendente fino al midollo, la cui produzione è cominciata con una campagna su Kickstarter e che è stata realizzata con un budget finale di 42.000 dollari. Tutto è piuttosto “regolare” e la regia non brilla di certo, ma la scrittura in punta di penna e alcuni passaggi valgono la visione. Il film ha avuto una piccola distribuzione negli States e nulla più, ma ha alle spalle una valanga di presentazioni nei festival internazionali.
Dead Man’s Burden è ancora un’altra opera prima indie Usa. Al suo esordio, Moshé ha il coraggio di girare un western (ed è già il caso di togliersi il cappello). Si tratta ovviamente di un indie western, interessato soprattutto allo scontro familiare che racconta. C’è qualche ingenuità, e gli attori sono o troppo “moderni” o troppo belli per essere davvero credibili: ma è girato molto bene, e la storia che racconta è triste, intensa e va fino in fondo. Personalmente mi piace, ma non è per tutti. Ma è vero che nessuno se l’è calcolato più di tanto, purtroppo, dopo la presentazione in concorso al L.A. Film Fest 2012.
Di Post Tenebras Lux (e Reygadas) ho già scritto cosa penso a Cannes 2012: non mi pare francamente sia passato inosservato, anzi. E pur non essendone affatto un fan, sono contento che sia un film che ha diviso e fatto discutere. Mi fa invece piacere vedere Closed Curtain lì in cima, sia per la posizione in cui si trova Panahi, sia per il valore dell’opera. Visto al Milano Film Festival, si tratta ancora di un’opera “silenziosamente ribelle” e “illegale”, ricca di suggestione, amara riflessione e persino poesia. Panahi è vivo, vivissimo, e lotta alla grande.
01. Closed Curtain – Jafar Panahi
02. Toad Road – Jason Banker
03. Post Tenebras Lux – Carlos Reygadas
04. See You Next Tuesday – Drew Tobia
05. Dead Man’s Burden – Jarod Moshe
06. Vanishing Waves (Aurora) – Kristina Buozyte
07. This Is Martin Bonner – Chad Hartigan
08. RPG OKC – Emily Carmichael [cortometraggio]
09. Ilo Ilo – Anthony Chen
10. The Selfish Giant – Clio Barnard