Frozen – Il regno di ghiaccio: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Un’occhiata alle parole dei critici Italiani e Americani sul film d’animazione “Frozen”
Avete già visto Frozen? Vi è piaciuto? Oggi leggiamo le critiche dei giornalisti Americani e Italiani, ricordandovi però la nostra recensione e aspettando il vostro parere. Devo dire che il film ha conquistato i critici, su Rotten, mentre scrivo, la percentuale dei voti positivi è dell’89%.
Joe Morgenstern – Wall Street Journal: pensavate che ci fosse poco da fare con ghiaccio e neve? Ripensateci guardando i cristalli prismatici, le tempeste epiche e le fantastiche strutture costruite con acqua e congelamento.
Catherine Bray – Time Out: “Frozen” ha un finale che sovverte con successo lo status quo della favola.
Peter Travers – Rolling Stone: In un anno di film di animazione deboli, Frozen – liberamente ispirato a “The Snow Queen” – prende il comando.
Adam Nayman – Globe and Mail: E’ difficile generare un senso di calore, quando i punti della trama sono così freddamente calcolati, e non aiutano i numeri musicali.
Christy Lemire – RogerEbert.com: Mentre il viaggio può sembrare troppo familiare, la destinazione ha in serbo delle sorprese.
Linda Barnard – Toronto Star: “Frozen” fa posto ad un nuovo tipo di fiaba.
Tom Long – Detroit News: “Frozen” è una meraviglia invernale, il tipo di film che si spera di vedere durante le festività natalizie. Beh, eccolo, andate a vederlo.
Joe Williams – St. Louis Post-Dispatch: l’ho trovato freddo come la pista di pattinaggio al Rockefeller Center.
Ben Sachs – Chicago Reader: sembra più una commedia romantica di Hollywood.
Rafer Guzman – Newsday: la Disney ottiene quasi tutto in questo film: spirito, calore, un bel cast di voci e un vero messaggio da girl power.
Claudia Puig – USA Today: Nonostante il titolo gelido, è una saga animata calorosa, entusiasmante e sorprendente.
Stephen Holden – New York Times: Il mondo scintillante della neve e del ghiaccio è uno degli ambienti più visivamente accattivante che si trovano in un film d’animazione Disney.
James Berardinelli – ReelViews: E’ quasi impossibile non apprezzare “Frozen” se si è cresciuti con i film d’animazione Disney.
Richard Roeper – Richard Roeper.com: “Frozen” è riempito con tanti personaggi memorabili e tanti numeri musicali
Stephanie Buon – Washington Post: “Frozen” può essere un cenno ai piaceri del vintage Disney e vecchie favole, ma non c’è niente obsoleto.
Peter Hartlaub – San Francisco Chronicle: La musica intrattiene costantemente e la scrittura, in particolare, è intelligente.
Rene Rodriguez – Miami Herald: un classico Disney perfettamente combinato con una moderna sensibilità.
Laremy Legel – Film.com: L’animazione è bellissima, la musica è orecchiabile ed i testi sono intelligenti.
Elizabeth Weitzman – New York Daily News: E’ una bella storia e soprattutto ben raccontata.
Richard Corliss – TIME Magazine: E’ bello vedere la Disney tornare alle sue radici: l’intrattenimento musicale si rifà alla tradizione dell’animazione con la verve di Broadway.
Kyle Smith – New York Post: “Frozen” è un grande grande piacere con un nucleo emotivamente avvincente e brillanti canzoni in stile Broadway.
Scott Foundas – Variety: immagini suggestive con personaggi davvero coinvolgenti e memorabili.
Alonso Duralde – The Wrap: Dato che si tratta di un cartone animato della Disney, probabilmente sapete come va a finire, ma ciò che è interessante e che non si può prevedere è come ci si arriva.
Maurizio Porro – Il corriere della sera: Dopo il flop di Planes, la Pixar si traveste da Disney e si ricicla con un cartoon musical deliziosamente vecchio stile, ispirato alla favola di Anderson.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: La Disney torna al classico e fa pieno centro con Frozen, fiaba musicale che, come Il re leone sembra concepita per finire un giorno o l’altro a Broadway.
Maurizio Acerbi – il Giornale: Tante (troppe) canzoni, buoni sentimenti (è un trattato su come vincere la paura del diverso), belle ricostruzioni. Però troppo pensato per un pubblico femminile.
Luca Raffaelli – la Repubblica: (…) Qui alla base di tutto c’è la sceneggiatura di Jennifer Lee (…) E visto che Jennifer è donna, il primo cambiamento rispetto ad Andersen è che i protagonisti non sono un maschio e una femmina, ma due femmine, due sorelle: Elsa e Anna. (…) Che cosa c’è qui di vecchio e di nuovo? Di vecchio la presenza di tante canzoni che non solo interrompono l’azione con melodie di facile ascolto ma anche la verosimiglianza delle situazioni (perché mai un personaggio disperato dovrebbe mettersi a cantare?). Insomma, la solita storia. Di nuovo c’è che Anna, la protagonista, non è solo buona: è anche grintosa, spiritosa, sa prendere in mano una situazione drammatica con coraggio, personalità, crescente saggezza e molta autoironia. Non a caso una delle morali del film è: meglio non fermarsi al primo colpo di fulmine.