Roma 2019, Military Wives, la recensione: si ride, si piange e si canta per resistere all’orrore della guerra
Una storia incredibilmente ispirata a fatti realmente accaduti.
Oggi 55enne, nel lontano 1997 l’allora sconosciuto Peter Cattaneo sbancava i box office con Full Monty, cult movie costato 3 milioni di dollari e in grado di incassarne 258 in tutto il mondo. All’epoca candidato agli Oscar per la miglior regia, il britannico Cattaneo non è più riuscito a scrollarsi di dosso quegli spogliarellisti squattrinati, tanto da deludere ampiamente con i successivi tre titoli, Lucky Break, Opal Dream e The Rocker.
Passati undici anni dal suo ultimo lungometraggio cinematografico, Cattaneo ha attinto da una storia realmente accaduta, e già diventata serie BBC, per tornare ai fasti di fine anni ’90. Military Wives è infatti una comedy in salsa musical che racconta quanto avvenuto nei primissimi anni ‘2000, quando alcune mogli di soldati britannici si riunirono in un coro: il “Military Wives Choir”, poi diventato istituzione in tutto il Paese, con oltre 75 cori presenti sul suolo del Regno Unito e più di 2200 donne partecipanti attive.
Protagonista della pellicola è la gigantesca Kristin Scott Thomas, moglie di un colonnello da poco colpita da un gravissimo lutto. L’amato figlio, soldato anche lui, è deceduto in Afghanistan. Quando il marito riparte in guerra per sei mesi, la donna convince le altre mogli presenti nella base militare a riempire le loro giornate, in modo da non pensare ai pericoli corsi quotidianamente dagli amati sposi. Anche se stressata, impaurita e affranta, Kate riesce comunque a nascondere il proprio stato d’animo grazie ad un’innata grazia e ad un’invidiabile perseveranza, che la vedranno battagliare con la più giovane ed emotiva Lisa, mamma di un’adolescente in fibrillazione.
Un war movie senza soldati e senza guerra, quello sceneggiato da Rosanne Flynn e Rachel Tunnard, tutto centrato su quelle donne costrette a convivere con le conseguenze dei conflitti bellici, spesso in silenzio, perennemente in ansia e in attesa di un ritorno, che potrebbe mai verificarsi. E’ un film che sembra uscito direttamente dagli anni ’90, questo Military Wives, feel good movie che non si piega al Me Too dei giorni nostri nel raccontare donne che sono e restano mogli, madri. E nient’altro.
L’orrore della guerra aleggia costantemente tra queste signore rinchiuse in una base militare, distanti dal mondo reale e quotidianamente accompagnate da litri di caffè, bottiglie di vino e televendite, fisicamente in Inghilterra ma con la testa, e con il cuore, tra le bombe dell’Afghanistan.
Cattaneo non prende posizioni di alcun tipo sull’elemento bellico, perchè persino dinanzi alle morti di persone care queste donne sono consapevoli di aver ‘sposato la guerra’, cavalcando luoghi comuni di genere nel delineare i lineamenti di una commedia che si fa strada tra lacrime, canzoni pop e sorrisi. Un Sister Act rivisto e corretto accompagnato da scontatissime svolte narrative, segnato dalla bravura di una Scott Thomas incredibilmente eccellente persino nel canto.
L’emotività dello spettatore viene facilmente scossa, grazie a lutti di difficile elaborazione per le sue protagoniste, mentre la solitamente sensazione di ‘già visto’ prende abbondantemente il sopravvento, senza però mai suscitare fastidio. Questo perché Cattaneo è bravissimo nel costruire un’amalgama, un rapporto sincero tra queste donne affrante da problemi personali, da superare facendo squadra, lavorando insieme sulle debolezze reciproche facendo leva sulla musica, sul canto, grido di rinascita, di accettazione del lutto, di condivisione del dolore in grado di tramutarsi in gioia.
[rating title=”Voto di Federico” value=”6.5″ layout=”left”]
Military Wives (Commedia, 2019) di Peter Cattaneo; con Sharon Horgan, Kristin Scott Thomas, Teresa Mahoney, Jason Flemyng, Amy James-Kelly, Ruth Horrocks, Emma Lowndes, Davina Sitaram, Colin Mace – uscita giovedì 12 marzo 2020.