Free Birds – Tacchini in fuga: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
I critici Americani e Italiani come hanno accolto il film d’animazione Free Birds – Tacchini in fuga? Ecco qualche loro recensione
Non ho ancora visto il film d’animazione Free Birds – Tacchini in fuga ma ho trovato molto strano la percentuale dei voti positivi su RottenTomatoes (18%, mentre scrivo): è davvero così brutto il film? Eppure la nostra recensione gli dava un bel sette… vediamo quindi cosa ne pensano i critici Americani e Italiani, sentiamo un po’ i loro pareri. E voglio leggere anche i vostri! Il doppiaggio originale è curato da: Owen Wilson, Woody Harrelson, Amy Poehler, Dan Fogler, Lesley Nicol, George Takei, Colm Meaney, Keith David. La regia è di Jimmy Hayward.
Christy Lemire – RogerEbert.com: Tutto nel film sembra superficiale, dal titolo generico, l’impostazione del cast vocale a l’uso indistinto di 3-D.
David Hiltbrand – Philadelphia Inquirer: Un tacchino stantio tira fuori un sacco di ingredienti dal forno, ma non accende il gas. E’ un frenetico tentativo di fare un film d’animazione costruito intorno alle tradizioni del Giorno del Ringraziamento.
Sara Stewart – New York Post: un dimenticabile – offensivo e occasionalmente borderline – racconto animato di tacchini che provano a riprendersi il Ringraziamento.
Peter Hartlaub – San Francisco Chronicle: Tutti gli aiutanti e le gag visive hanno scarsa coesione.
Miriam Bale – New York Times: Il concetto è vuoto, e l’esecuzione è maniacale e poco originale.
Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Non è carino. Non è divertente.
Tom Russo – Boston Globe: Una incursione di benvenuto in un territorio poco sfruttato, almeno concettualmente.
Claudia Puig – USA Today: Simpatico e divertente, in modo lieve.
Stephan Lee – Entertainment Weekly: inerte e bidimensionale.
Stephanie Zacharek – Village Voice: l’immagine si muove lentamente come un uccello ingrassato ondeggiante verso il suo destino.
Alonso Duralde – The Wrap: Anche mettendo da parte il disprezzo del film per paradossi del tempo di viaggio e le metafore sul genocidio – credetemi, non si vuole guadare questi aspetti – il film, semplicemente, non è divertente.
Maurizio Porro – Il corriere della sera: (…) Nella vecchia fattoria dei cartoon di Jimmy Hayward spira un’aria paciosa disneyana ma corretta, e un inno a giustizia civiltà e libertà che funziona anche con le penne in una colorata originalità in 3D.
AS – il Giornale: Il giorno del Ringraziamento è una delle feste più amate dagli americani; meno dai tacchini, che vi partecipano come portata principale. (…) I bambini più piccoli si divertiranno, con valori annessi.
Roberto Escobar – L’espresso: Reggie è un tacchino anticonformista. I suoi compagni di fattoria hanno invece una fede cieca negli uomini e nel paradiso dei tacchini, come chiamano le loro tavole imbandite. Jake è un grosso tacchinone, membro unico del Fronte per la liberazione dei tacchini. Unite le loro forze, i due viaggiano nel tempo e cambiano radicalmente il menù del giorno del Ringraziamento. Libertario, laico, delizioso.