The Wolf of Wall Street durerà 3 ore – record per Martin Scorsese – rischio divieto ai minori?
Vietata ai minori di 18 anni? Dubbi sul divieto per The Wolf of Wall Street
Meno di un mese e gli americani potranno ammirare l’ultima fatica di Martin Scorsese, The Wolf of Wall Street – Il Lupo di Wall Street. Una fatica in tutti i sensi vista la corsa contro il tempo per riuscire ad uscire entro la fine dell’anno, in modo da poter concorrere per gli Oscar. Settimane intere passate al montaggio hanno portato il leggendario regista italo-americano a ‘trasformare’ la pellicola, arrivata ad un’autentica durata record.
Perché a detta dell’Hollywood Reporter il film durerà 2 ore e 59 minuti, ovvero un minuto in più di Casino. Mai un titolo di Scorsese era arrivato a tanto. Il regista nel frattempo avrebbe accettato di dover tagliare alcune scene di nudo e di sesso per non far infuriare la MPAA, che già brandiva divieti di ogni tipo, al fine di garantire al film un R-Rating, in quanto dramma dai toni cupi e paradossalmente comici. Il timore, soprattutto da parte della Paramount, era quello di incappare in un pericoloso NC-17, ovvero quello che per noi italiani è il ‘vietato ai minori di 18 anni’.
Erano mesi che si vociferava di un’etichettatura simile, con Martin di fatto obbligato ad ‘auto-censurarsi’, in modo da evitare lo sgambetto MPAA. Il paradosso vuole, ed è evidente, che se la violenza è stata ormai da tutti abbondantemente digerita ed archiviata, censori in testa, il nudo e il sesso facciano ancora così tanta paura. I misteri cinematografici del nuovo millennio. Nei cinema d’Italia dal prossimo 23 gennaio, il film ruoterà attorno ad un Leonardo DiCaprio assoluto mattatore. Al suo fianco Jonah Hill, quel Matthew McConaughey che potrebbe fregargli l’Oscar da sotto il naso, Jon Bernthal, Cristin Milioti, Margot Robbie, Spike Jonze, Jean Dujardin, Ethan Suplee, Jon Favreau, Rob Reiner, Kyle Chandler, Shea Whigham, Ben Leasure, Michael Jefferson, Chris Riggi, Joanna Lumley, J.C. MacKenzie, Christine Ebersole e Matthew Rauch.
Tratto dal libro autobiografico di Jordan Belfort, Il Lupo di Wall Street ci porterà per mano negli anni 90. Anni in cui Jordan Belfort ha guadagnato più soldi di quanti riuscisse a spenderne nelle sue leggendarie notti piene di coca, eccessi e squillo di lusso; più di quanti avesse mai osato sognarne ai tempi in cui vendeva carne e pesce nel Queens. Perché a Wall Street, cuore tachicardico della finanza mondiale, niente è impossibile, se sei giovane e affamato abbastanza. E nessuno ha più fame di Belfort, arruolato come semplice telefonista dalla società di brokeraggio LF Rothschild e subito contagiato dalla selvaggia ambizione dei giovani broker che “puzzano di successo lontano un miglio”. Geniale e spericolato, Belfort impara in un lampo l’ambigua arte di spostare mucchi di soldi e felicità, e giunge, nel giro di pochi anni, a fondare la sua società, la potentissima Stratton Oakmont, la “Disneyland dei broker”, dove il denaro si moltiplica senza controllo. Ma non bastano otto Ferrari, la villa più grande degli Hamptons, una moglie trofeo, l’elicottero personale pilotato in stato di ebbrezza, per farti padrone del mondo o, se è per questo, della tua vita. Dipendente da ventidue sostanze diverse, dalle orge, e dal vizio implacabile della grandezza, Belfort si prepara a una caduta più spettacolare persino della sua formidabile ascesa.