Carlo Verdone: “Il disastro della società è derivato dall’assenza dei genitori”
Sotto una buona stella, la cui uscita è prevista nelle sale per il prossimo febbraio, vede Verdone nel ruolo di un padre fallito che tenta di recuperare un rapporto inesistente coi figli.
Avevamo parlato recentemente di Carlo Verdone e del suo ultimo film Sotto una buona stella, in cui l’attore e regista sarà impegnato in un ruolo molto attuale: un padre che perde il lavoro e che si ritrova improvvisamente alle prese con due figli ormai adulti che non lo conoscono, perché cresciuti senza una figura genitoriale forte, perché menefreghista e troppo impegnata negli affari. Il castello di carte crolla e il padre assenteista faticherà non poco a recuperare un rapporto inesistente, specchio di una società che non crede più nei valori famigliari di un tempo, con tutte le conseguenze che ciò comporta. In una recente intervista al magazine Ciak (da domani in edicola) Verdone ha dichiarato:
“Più passa il tempo e più credo che il disastro della società di oggi sia dovuto all’assenza dei genitori. Basti pensare alle minorenni che si prostituivano forse indotte dalle stesse madri. I giovani vivono un momento di grande sbando e depressione, che affrontano con il cellulare in una mano e una bottiglia di birra nell’altra.”
Come tante altre volte nella sua carriera, da Un sacco bello in poi, il regista tenta di raccontare la società italiana e i suoi mutamenti, le paranoie, le nevrosi, i difetti. Già in C’era un cinese in coma aveva affrontato, seppur a latere, il team del padre assenteista che rischia di perdere la figlia adolescente, ma in Sotto una buona stella diventa il tema principale:
“La casa [del film Ndr] è quella di un uomo ricco, egoista, che ha dimenticato molto presto di essere padre. Il crack finanziario lo costringerà a vendere quadri, arredi, mobilio, ma più l’appartamento si smonta più l’uomo ricostruisce un rapporto con i figli. Ho costruito questo padre guardandomi in giro, osservando tanti miei amici che vivevano in case bellissime e poi si sono ritrovati senza lavoro. Grazie a Dio il rapporto con i miei figli nella vita è molto diverso, loro sono in gamba, ma siamo stati bravi anche io e Gianna a crescerli con principi sani”.
Siamo ben lontani quindi dalle atmosfere di In viaggio con papà, quando il giovane e imbranato Verdone si trovava a fronteggiare l’attempato ma fin troppo arzillo padre (Alberto Sordi). Comunque non si tratterà di un dramma e lo spazio per le risate sarà sempre presente, così come un’apertura speranzosa verso un futuro migliore, sperando che non si trasformi in un malinconico buonismo che da ormai troppi anni accompagna le produzioni del regista:
“Nel finale ho voluto regalare la speranza che sotto sotto covo, quella che le cose andranno meglio. Spero nell’arrivo di personaggi preparati, autorevoli, capaci di dare il buon esempio e di allontanare definitivamente una generazione che ha scambiato l’Italia per il proprio feudo”.