Indebito – on the road con Vinicio Capossela e Andrea Segre, al cinema per un giorno
Il grido di protesta e sofferenza del rebetiko, on the road sulle trade della Grecia in crisi per mettere a nudo la natura e ‘i conti in sospeso’ di ogni uomo, con Vinicio Capossela e il docufilm Indebito diretto da Andrea Segre, al cinema per un evento unico il 3 dicembre 2013.
L’animo e il talento errabondo di Vinicio Capessela, continua a camminare la strada, estraendo musica e parole dalla polvere de La Faccia della Terra, dai flutti che incantano Marinai, profeti e balene, dal grido di protesta e sofferenza emesso dalle corde di baglamas, bouzouki e i sospiri del rebetiko greco.
Il viaggio on the road tra le scogliere elleniche e i tedekes, i caffè Aman e i portici desolati che cantano la notte a un gatto, antiche mitologie e crisi moderne, accompagnate dai suoni di un ribelle anticonformista per eccellenza come il Rebetis, di un estro visionario e appassionato come quello di Capossela, portato sul grande schermo dal docufilm Indebito, diretto da Andrea Segre e scritto con Capossela.
“Abbiamo girato tutto con tre camere a mano, ma non sporche Inquadrature instabili che cercano di essere stabili. Concerti notturni, parole che diventano musica e musica che ascolta le parole. E le città di giorno. La poesia del cemento. I segni della rabbia sui muri, le vetrine della crisi. La decadenza della crisi. Un film costruito nel solco del cinema-documentario, ma lasciando spazio a momenti di messa in scena teatrale che cercano dialogo anche con il repertorio e la memoria”.
Un viaggio sulle strade greche che vivono il tracollo finanziario, alla scoperta di quel che resta dei leggendari rebetes nelle taverne di Atene, Salonicco, Creta, e di una Grecia sofferente e fiera, condividendo visioni ed ebbrezze, magie e illusioni, come quelle annotate sul piccolo Tefteri, il libro dei conti in sospeso che abbiamo con la nostra umanità, edito da il Saggiatore.
Sulle note di sofferenza e ribellione del rebetiko, della culla dell’umanità e della crisi come esempio buono per tutti gli altri, la voglia di recuperare quello a cui non può togliere valore la crisi economica, e tutto quello per cui siamo Indebito, arriva al cinema, presentato nelle sale italiane da Jolefilm, La Cupa e Nexo Digital, in collaborazione con MYmovies.it, il Saggiatore, Internazionale e Radio2Rai, Rockol.it.
Indebito, già apprezzato al Festival di Locarno e quello Internazionale a Ferrara, dopo la proiezioni di ieri al cinema Trianon di Atene, seguita oggi dalla presentazione delle canzoni dell’album REBETIKO GYMNASTAS al Gialino Mousiko Theatro, sarà sul grande schermo per uno spettacolo unico, con una speciale diretta via satellite dal cinema Anteo di Milano.
L’appuntamento con il viaggio tra rebetiko e passione civile per mettere a nudo la natura più vera dell’uomo è per il prossimo 3 dicembre alle ore 20.30, in tutte le sale cinematografiche che trovate elencante sul sito di Nexo Digital.
Note d’autore
Sono abituato a scrivere le cose che vedo, salvarle così alla memoria, in una maniera anche “visiva”, che fornisca la visione, però che vada completata con la nostra immaginazione, che è in definitiva, il miglior scenografo del mondo. Da molto tempo ho a cuore questa musica, oltre che per la sua bellezza e la sua forza, per la carica eversiva interiore che accende. Mantiene vive le parti anti convenzionali di noi stessi, la fierezza, l’avversione al compromesso. Sbatte contro alla verità senza averne paura. Non è che da coraggio, è che toglie la paura del dolore, ce lo fa amico, compagno, come Francesco diceva della sorella morte corporale.
Nel corso di quest’anno si è cominciato molto a parlare di Grecia, in termini di debito, di crisi, un’informazione e un’immagine molto parziale, usata spesso come spauracchio in questo periodo in cui l’unico lavoro serio sulla cosiddetta “crescita” è quello fatto sulla paura della gente. “State buoni che qui perdete tutti i soldi che avete messo da parte, i vostri e quelli dei vostri genitori”, un messaggio non molto lontano da quello che in maniera al momento molto più pesantemente, si sentono ripetere i cittadini Greci.
La frase “non siamo mica la Grecia”, dovrebbe essere sostituita dalla più Kennediana, “siamo tutti greci”, perché in Grecia è in questo momento più scoperto ed evidente il meccanismo economico, sociale, politico in via di sperimentazione in tutti gli altri paesi. Per una volta questo paese sembra essere più avanti su una strada che è la stessa per molti.
Mi è venuto quindi il desiderio di informarmi un poco più da vicino, ho fatto qualche viaggio con il registratore e il taccuino, il mio “tefteri“, il quadernetto sul quale il negoziante di alimentari si segna la spesa dei suoi clienti, i debiti che contano di saldare a fine mese. E su quello ho segnato diversi debiti e crediti che ho personalmente riguardo a questa musica e a questo paese. I debiti sono sempre gli insegnamenti umani, i crediti quello che si cerca di restituire. Per restituire il credito ho cercato, per quello che è nelle mie possibilità, di destare curiosità sull’informazione e di fare conoscere maggiormente questa musica, il rebetiko, dalla parola turca Rebet, ribelle.
Il debito economico forse parla dei conti delle banche centrali, ma la musica parla dei conti delle persone, e questa musica soprattutto. Mi sembra importante che siano le persone a parlare più che i loro rappresentanti. Ora perché queste persone non rimanessero soltanto voci nel mio quadernetto del “tefteri“, abbiamo pensato di farne un film che le documentasse, che le facesse conoscere insieme a questa musica che li accompagna, come una colonna sonora lunga ormai una novantina d’anni. Perciò ho chiesto ad Andrea Segre, che in queste cose ha già dato prova di grande maestria, di dare una forma a queste storie, di dare un volto alle persone e alla musica. Ne sono uscite riflessioni sull’identità, nel momento della crisi del consumo, che hanno un carattere esemplare. Parlano in qualche modo di tutti. Ho cercato di infilarmi tra queste storie come nella vita, da viandante, cercando tra il frastuono contemporaneo qualche frequenza dell’antichità, qualche voce di mangas, qualche spettro, qualche indicazione, accompagnato dal minuscolo strumento che i rebetes nascondevano in prigione, il baglamas, usato come una specie di forcina da rabdomante, confidando sullo sguardo esperto di Luca Bigazzi, di Andrea, del lungo microfono del fonico e della piccola compagnia di ventura con la quale ci siamo avventurati per un paio di settimane tra le strade di Atene, di Salonicco, delle isole di Creta e di Ikaria.
Tutto questo per cercare di pareggiare la voce credito a quella debito nel libretto del “tefteri“, che una volta aperto diventa di chi ci guarda dentro. A quel punto si diventa tutti responsabili, o come diceva De André, si è tutti coinvolti. Perché, per usare le parole di Mistakidis, uno dei nostri “intervistati”, la vera scelta politica oggi non è suonare Rebetiko, ma ascoltarlo.
Vinicio Capossela
Via | Facebook – Nexo Digital – Jolefilm