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Stasera in tv: “Il diritto di contare” su Rai 1

Rai 1 stasera propone Il diritto di contare (Hidden Figures), dramma biografico del 2016 diretto da Theodore Melfi e interpretato da Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst e Jim Parsons.

pubblicato 9 Ottobre 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 16:19

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Cast e personaggi

Taraji P. Henson: Katherine Johnson
Octavia Spencer: Dorothy Vaughan
Janelle Monáe: Mary Jackson
Kevin Costner: Al Harrison
Kirsten Dunst: Vivian Mitchell
Jim Parsons: Paul Stafford
Glen Powell: John Glenn
Mahershala Ali: Jim Johnson
Aldis Hodge: Levi Jackson
Donna Biscoe: Joylette Coleman
Maria Howell: Miss Summer
Ariana Neal: Joylette Johnson
Saniyya Sidney: Constance Johnson
Zani Jones Mbayise: Kathy Johnson
Kimberly Quinn: Ruth
Olek Krupa: Karl Zielinski
J. F. Kennedy: sé stesso (archivio)

Doppiatori italiani

Laura Boccanera: Katherine Johnson
Rossella Acerbo: Dorothy Vaughan
Chiara Gioncardi: Mary Jackson
Massimo Lodolo: Al Harrison
Domitilla D’Amico: Vivian Mitchell
Emiliano Coltorti: Paul Stafford
Andrea Mete: John Glenn
Alessandro Ballico: Jim Johnson
Giorgio Borghetti: Levi Jackson
Cristina Dian: Joylette Coleman
Crescenza Guarneri: Miss Summer
Lucrezia Roma: Joylette Johnson
Sara Tesei: Constance Johnson
Anita Ferraro: Kathy Johnson
Roberta Pellini: Ruth
Gianni Giuliano: Karl Zielinski

 

Trama e recensione

 

Il diritto di contare svela l’incredibile storia vera e sconosciuta di un gruppo di brillanti donne che, puntando alle stelle, hanno cambiato in meglio le fondamenta del loro paese. Il film narra la storia straordinaria di un team di matematiche afro-americane della NASA che hanno contribuito alla vittoria americana nella corsa allo spazio contro i rivali dell’Unione Sovietica e, al tempo stesso, hanno dato una vigorosa accelerata al riconoscimento della parità di diritti e opportunità. Tutti conoscono le missioni Apollo. Molti sanno i nomi dei coraggiosi astronauti che hanno compiuto quei primi passi nello spazio: John Glenn, Alan Shepard e Neil Armstrong. Tuttavia, sorprendentemente, i nomi di Katherine G. Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson non vengono insegnati a scuola né sono noti alla maggior parte delle persone, sebbene la loro energia e audacia, unite al ruolo fondamentale di ingegnosi “computer umani”, siano stati indispensabili alla NASA per realizzare i progressi che hanno reso possibile il volo dell’uomo nello spazio. Finalmente raccontata la storia di queste tre donne visionarie, che hanno superato le barriere professionali, razziali e di genere per contribuire in prima persona ai pionieristici viaggi nel cosmo.

 

 

Curiosità

  • Il film ha ricevuto tre candidature all’Oscar (Miglior film, Miglior attrice non protagonista a Octavia Spencer e Migliore sceneggiatura non originale) senza nessuna statuetta vinta.
  • Il titolo originale Figure Nascoste (Hidden Figures) è un gioco di parole che volutamente vuole esprimere un dualismo concettuale. Se da un lato le “figures” rappresentano le donne che hanno combattuto per uscire dall’oblio che veniva loro imposto a causa del sesso e del colore della pelle, dall’altro indicano i numeri matematici che stanno dietro a tutte le loro brillanti scoperte. Il titolo italiano del film, Il Diritto di Contare, gioca a sua volta con il doppio significato di contare, inteso come diritto di valere oltre che di destreggiarsi tra calcoli e cifre senza discriminazioni.
  • Mentre John Glenn ha richiesto espressamente a Katherine Johnson di rivedere tutti i numeri per la missione “Friendship 7” prima che accettasse di completarla, in realtà lo ha fatto settimane prima che la missione si svolgesse effettivamente, non quando il conto alla rovescia per il lancio si stava avvicinando a Cape Canaveral.
  • Quando Taraji P. Henson ha firmato per il ruolo principale, ha incontrato la vera Katherine Johnson, che aveva 98 anni, per discutere del personaggio che stava per interpretare. Henson venne a sapere che Johnson si era diplomata al liceo all’età di 14 anni e al college all’età di 18 anni, ed era ancora lucida come in gioventù. Dopo che il film è stato proiettato per Johnson, lei ha espresso la sua autentica approvazione per il ritratto di Henson, ma ancora si chiedeva perché qualcuno avrebbe voluto fare un film sulla sua vita.
  • Il problema con i bagni non era qualcosa che Katherine Johnson aveva sperimentato personalmente. Invece è stato qualcosa che ha sperimentato Mary Jackson. In effetti, è stato questo incidente, a seguito della denuncia di Jackson ad un collega, che l’ha fatta spostare nel team della galleria del vento. Johnson inizialmente non era a conoscenza del fatto che i bagni dell’East Side fossero separati, e ha usato i bagni senza l’etichetta “solo bianchi” per anni prima che qualcuno si lamentasse.
  • Paul Stafford (Jim Parsons) e Vivian Mitchell (Kirsten Dunst) non sono basati su persone reali. Entrambi i personaggi sono invece un mix di diversi membri del team che hanno lavorato alla NASA, intesi a rappresentare gli atteggiamenti sprezzanti nei loro confronti di alcuni dei colleghi bianchi durante questo periodo.
  • Il giorno in cui è stata girata la scena in cui Paul Stafford sta parlando con gli ingegneri della NASA nell’ufficio del Space Task Group sulla necessità di sviluppare la matematica per il rientro, c’era un volto in più nella folla. Mark Armstrong, figlio dell’astronauta dell’Apollo 11 Neil Armstrong, era stato invitato dall’attore Ken Strunk a fare un’apparizione cameo nella scena, e si unì agli altri attori che interpretavano gli ingegneri della NASA.
  • L’attuale rapporto di lavoro tra ingegneri e donne non era così ostile come appare nel film. Mentre c’erano chiaramente problemi razziali in gioco, la maggior parte degli ingegneri era in grado di lavorare con i computer senza problemi.
  • Prima di consegnare il premio per il miglior film documentario agli Oscar 2017, le protagoniste del film, Taraji P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monáe, hanno introdotto sul palco la 98enne Katherine Johnson, interpretata nel film da Henson, dove ha ricevuto un standing ovation dal pubblico.
  • Il set usato per la casa di Dorothy Vaughan, dove le donne giocano a carte e ballano, è in realtà una casa storica di Atlanta, dove si sono incontrati i pionieri dei diritti civili Ralph Abernathy e Martin Luther King.
  • All’età di 98 anni, Katherine Johnson è stata l’unica sopravvissuta delle tre donne ritratte nel film a vedere i suoi successi rappresentati sul grande schermo. Nel novembre 2015, il presidente Barack Obama le ha conferito una medaglia presidenziale per la libertà per il suo lavoro alla NASA, ed è stata ulteriormente onorata l’anno successivo quando un nuovo edificio della NASA da 30 milioni di dollari e 3.716 metri quadrati, è stato nominato “Katherine G Johnson Computational Research Facility”.
  • I colori sono stati fondamentali per creare l’atmosfera del film. I set “freddi” alla NASA – dove si svolgevano i calcoli – sono stati girati in bianchi asettici, grigi e argenti, in netto contrasto con i set “caldi” dell’ufficio di Al Harrison e delle case delle donne.
  • In realtà, John Glenn era molto più vecchio al momento del lancio di quanto raffigurato nel film. Quando il lancio venne eseguito nel gennaio 1962, aveva quasi 41 anni, mentre l’attore che interpreta Glenn, Glen Powell, aveva 27 anni durante la produzione.
  • Diversi oggetti di scena della console di controllo nel set “Mercury Mission Control” furono originariamente costruiti per il set “Mission Control Room” del film Apollo 13 (1995). Sono stati poi modificati per essere utilizzati anche in film successivi, tra cui Hunger Games: Il canto della rivolta – Parte I & II.
  • La capsula di Gus Grissom, la Liberty Bell 7, fu infine recuperata dal fondo dell’oceano il 20 luglio 1999, il 30° anniversario del primo sbarco lunare (Apollo 11). Era affondata ad una profondità di circa 16.000 piedi (4.900 m).
  • Tutti i figli di Katherine Johnson erano in realtà adolescenti al momento del suo matrimonio con Jim Johnson.
  • LA sceneggiatRICE Allison Schroeder è cresciutA vicino a Cape Canaveral. I suoi nonni lavoravano alla NASA e, da adolescente, ha fatto uno stage alla NASA stessa, e quindi ha visto il film come un progetto ideale per lei.
  • Il regista Theodore Melfi era in corsa per dirigere Spider-Man: Homecoming (2017), ma ha rimosso il suo nome dalle candidature per dirigere invece questo film.
  • Nella scena in cui John Glenn decolla, il suo dialogo mentre entra in orbita è identico al dialogo di Ed Harris che interpreta lo stesso personaggio in Uomini veri (1983).
  • I diritti per questo film sono stati acquistati mentre Margot Lee Shetterly stava ancora lavorando al libro “Hidden Figures: The Story of the African-American Women Who Helped Win the Space Race”, che è stata la fonte del film. Il libro stesso si svolge dagli anni ’30 agli anni ’60, quando le donne erano ancora considerate inferiori agli uomini. Sono le cronache della discriminazione multidimensionale che le donne hanno affrontato: prima come donne e poi anche per la loro razza.
  • Kimberly Quinn, che interpreta Ruth (l’unica altra donna che lavora con Katherine nello Space Task Group), è sposata con Theodore Melfi, il regista del film.
  • Tra le attrici considerate per i ruoli principali c’erano Oprah Winfrey e Viola Davis. Davis è stata successivamente nominata accanto ad una delle attrici che alla fine è stata scelta per il film, Octavia Spencer, per la migliore attrice non protagonista agli Oscar 2017. Alla fine Davis ha vinto il premio per il suo ruolo in Barriere (2016). Davis e Spencer hanno anche recitato insieme in The Help (2011), film per il quale Spencer ha vinto l’Oscar per la migliore attrice non protagonista, mentre Davis è stata nominata per la migliore attrice protagonista, perdendo con Meryl Streep per The Iron Lady (2011).
  • Il film ritrae accuratamente ciò che si credeva fosse un guasto allo scudo termico al rientro. Il film non ha fornito ulteriori spiegazioni, ma si è scoperto che un microinterruttore sull’involucro di atterraggio, a cui era collegato lo scudo termico, era difettoso.
  • Uno dei modi in cui Katherine subisce discriminazioni sul posto di lavoro è quando i suoi colleghi le richiedono di usare una caffettiera separata. Ogni volta che viene mostrata l’area caffè dell’ufficio, è anche visibile la marca di caffè che usano, “Chock Full o’Nuts”. L’uso di questo marchio nel contesto della segregazione è storicamente rilevante. Nel 1957 “Chock Full o’Nuts” fu una delle prime grandi società di New York ad assumere un dirigente di colore come vicepresidente aziendale. L’uomo che avevano assunto, la leggenda del baseball in pensione Jackie Robinson, aveva fatto la storia come primo giocatore afroamericano a militare nella Major League Baseball (MLB) in epoca moderna.
  • Il film costato 25 milioni di dollari ne ha incassati nel mondo circa 236.

 

La colonna sonora

  • Le musiche originali del film del leggendario copmpositore premio Oscar Hans Zimmer (Il re leone, Il gladiatore, Inception) in collaborazione con Pharrell Williams vincitore di dieci Grammy Award e candidato all’Oscar per la migliore canzone originale con “Happy”, brano incluso nella colonna sonora del film d’animazione Cattivissimo me 2.

[quote layout=”big”]Quando abbiamo iniziato a parlare della musica, sono rimasto colpito da Pharrell e dalla sua passione per il tema del film. Pharrell prova un forte interesse sia per la scienza sia per le donne, quindi la sua partecipazione alla produzione è stata quanto mai appropriata. E la sua musica è stupenda.[/quote]

 

 

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  • La canzone originale “Runnin’”, interpretata da Williams, è stata scritta come se scaturisse dalla testa di Katherine G. Johnson mentre è in cerca di un bagno per donne di colore, pur appartenendo ormai a un gruppo élitario della NASA.

[quote layout=”big”]Ovviamente io sono un uomo, ma mi sono sforzato di mettermi nei panni di Katherine in questa canzone. E, devo dire, è stato difficile. Ho dovuto cercare d’immaginare la sua lotta interiore ed esprimerla in 3 minuti e 30 secondi. Sono entusiasta di avere avuto l’opportunità d’illustrare con la musica e la melodia ciò che lei stava vivendo in quel momento.[/quote]

  • Un’altra canzone originale “I See A Victory”, è stata scritta da Pharrell Williams e Kirk Franklin ed è stata interpretata insieme alla celebre cantante gospel Kim Burrell, nota per la forza della voce e per la sua caratteristica distintiva di miscelare jazz pieno di sentimento e R&B con sonorità gospel più tradizionali e ispiratrici. La colonna sonora è arricchita anche dalle voci di Mary J.Blige, Alicia Keys, Lalah Hathaway e dell’attrice Janelle Monáe.

Le canzoni ispirate al film:

1. Runnin’ – Pharrell Williams
2. Crave – Pharrell Williams
3. Surrender – Lalah Hathaway and Pharrell Williams
4. Mirage – Mary J. Blige
5. Able – Pharrell Williams
6. Apple – Alicia Keys and Pharrell Williams
7. Isn’t This The World – Janelle Monáe
8. Crystal Clear – Pharrell Williams
9. Jalapeño – Janelle Monáe and Pharrell Williams
10. I See a Victory – Kim Burrell and Pharrell Williams

 

 

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Le musiche originali del film:

1. Katherine
2. Mission Control
3. I’d Already Be One
4. Space Task Group
5. Slice of Pie
6. Redacted
7. With All The Angels
8. Redstone
9. Call Your Wives
10. Launch
11. That’s Just The Way Things Are
12. Sign
13. Kitchen Kiss
14. Mary and the Judge
15. I Like Her Numbers
16. Ladies’ March
17. Mary and Levi
18. Euler’s Method
19. Proposal
20. Katherine Calculates
21. Pearls
22. Lift Off
23. Warning Light
24. Rocket Peril
25. Hidden Figures
26. Epilogue

 

 

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