Roma 2013 – Out of the Furnace – Recensione in Anteprima
Christian Bale, Woody Harrelson, Casey Affleck, Forest Whitaker, Willem Dafoe e Zoë Saldana. Cast da urlo per “Il fuoco della vendetta”
Un tempo attore, 4 anni fa Scott Cooper ha esordito alla regia con Crazy Heart, titolo riuscito a vincere due Premi Oscar, uno dei quali andato ad un superbo Jeff Bridges. Ebbene dopo lunga attesa Cooper è finalmente tornato dietro la macchina da presa con un film presentato ieri al Festival Internazionale di Roma, in Concorso e in lizza per il Marc’Aurelio d’Oro. Out of the Fornace.
Straordinario il cast, composto da Christian Bale, Woody Harrelson, Casey Affleck, Forest Whitaker, Willem Dafoe, Zoë Saldana e Sam Shepard, per un thriller dai toni drammatici che non ha scaldato la stampa, per poi raccogliere un lungo applauso durante la proiezione serale con il pubblico. Nel mezzo, ovvero tra il generale scetticismo e il plateale consenso, possiamo trovare un definitivo giudizio.
Protagonista della pellicola Russell Baze, uomo educato, docile, affettuoso con il padre morente e il fratello sbandato, tra un lavoro all’acciaieria del posto, una donna da amare e un fratello da poco tornato dall’Iraq ed incapace di rimanere fuori dai casini. Fino a quando tutto cambia, una notte, per colpa di un incidente stradale. Lui è la causa. Ha bevuto un bicchiere di troppo, anche se ‘costretto’. Muore un bambino. Finisce in galera. Ne uscirà solo e soltanto dopo lungo tempo, tanto dal non aver potuto presenziare al funerale del papà e scoprire con amarezza che la propria donna, un tempo perfetta, l’ha lasciato per un altro. Lo sceriffo. Il fratello continua intanto a frequentare le persone sbagliate. Finisce in un giro di incontri clandestini di boxe. Qualcosa va storto. Tanto da costringere Russell ad intervenire, e a cambiare per sempre la propria esistenza…
La famiglia, l’amore, il rispetto, l’onore, la rabbia, l’impotenza, l’immobilismo politico, la crisi economica, i dolori della guerra, la sete di vendetta. In Out of the Fornace c’è tutto il cinema di genere che tante, troppe volte abbiamo già visto in sala. Ed è qui che scivola la pellicola di Cooper, tecnicamente di ottima fattura e ben interpretata dai suoi protagonisti. Ovvero la sceneggiatura, che fa rima con banalità e spiacevole ma perenne sensazione di già visto. Perché non viene raccontato nulla di nuovo ne’ di eclatante. Tutto quel che si immagina possa accadere ovviamente diventa realtà. Qualsiasi scena è prevedibile. Qualsiasi svolta è abbondantemente ‘anticipata’. Se Bale è intenso e credibile nell’indossare gli abiti di quest’uomo accecato dal dolore e dalla rabbia, tanto da mutare completamente la propria personalità e cedere alla giustizia privata, al suo fianco si fanno strada un bastardo Woody Harrelson, un apprezzabile Casey Affleck, il solito eccellente Willem Dafoe più una serie di attori che hanno semplicemente presentato il gettone di presenza, vedi la bellissima Zoë Saldana, lo sprecato Sam Shepard e il gigantesco Forest Whitaker, braccio tutt’altro che violento della legge.
Cupo, cupissimo, attuale nel portare in sala una sperduta cittadina della Pennsylvania in cui la crisi si avverte, tanto da costringerti ad intraprendere la strada della ‘delinquenza’, ambientato a cavallo tra la fine presidenziale di W. Bush e l’arrivo pregno di false speranze targato Obama, studiato in ogni inquadratura e accompagnato da un’intensa colonna sonora, il gelido Out of the Furnace manca di anima, di reale pathos, e sopratutto di un concreto cambio di ritmo. Il che è paradossale vista la bravura dei suoi interpreti, tutti abbondantemente promossi, eppure Cooper non è riuscito laddove arrivò l’immenso Jeff Bridges. Vero e proprio trascinatore di Crazy Heart, film di fatto ancora oggi ricordato per la sua interpretazione, e non per la mano del suo regista.
Voto di Federico: 6
Out of the Furnace (Usa, 2013, poliziesco) di Scoot Cooper; con Christian Bale, Woody Harrelson, Casey Affleck, Forest Whitaker, Willem Dafoe, Zoë Saldana, Sam Shepard