Roma 2013 – Quod Erat Demonstrandum – Recensione in Anteprima
Politico e in bianco e nero, ecco arrivare al Festival di Roma un thriller atipico dalla Romania. Quod Erat Demonstrandum
4 anni fa debuttante al cinema con Cealalta Irina, titolo per la migliore opera prima al SEE Fest di Los Angeles, all’Atlas d’Argent all’International Film Festival di Arras per la migliore regia e al Grand Prize all’Anonimul Film Festival di Bucarest, il rumeno Andrei Gruzsniczki si è mostrato ieri al Festival Internazionale del Film di Roma con il suo secondo film, Quod Erat Demonstrandum, in Concorso e in gara per il Marc’Aurelio d’Oro.
Un film politico, ambientato nei duri anni del Partito Comunista Rumeno, rovesciato solo nel 1989 con la Rivoluzione, interamente girato in bianco e nero e in grado di riportare alla luce una cupa pagina del Paese, tra restrizioni, intercettati, minacciati ed esiliati solo e soltanto se accusati di ‘interagire’ con gli occidentali. Perché questa, fino a 30 anni fa, era la Romania comunista.
Siamo nel 1984, e per 3 persone tutto cambia quando una di loro, un matematico, decide di pubblicare un articolo su una rivista edita da una facoltà statunitense senza chiedere il necessario permesso alle autorità. Un reato, per l’epoca, da scovare e ovviamente punire. Una decisione che innescherà di fatto una catena di eventi che andrà a cambiare le vite dei tre amici, divisi tra il tradimento e la fedeltà, l’amicizia e la carriera, la paura e il coraggio, la libertà e i sentimenti…
Tre vite solo all’apparenza separate, ma in realtà legate da un filo conduttore. Tre personaggi che Gruzsniczki presenta con lentezza e difficoltà discrittiva, per poi dare un senso al tutto ed unirle dolorosamente alla Repubblica Socialista di Romania, durata oltre 40 anni. Una spy story più psicologica che ‘fisica’ quella ideata dal regista, a prima vista ‘vicina’ al tedesco Le Vite degli Altri nelle scene di pedinamento e cimici telefoniche, anche se lontana mille miglia dal capolavoro Premio Oscar di Florian Henckel von Donnersmarck. Anche nello stile.
La regia di Gruzsniczki è infatti asciutta, statica, priva di colonna sonora, limitata nel montaggio e condita da lunghe scene con quasi inesistenti movimenti della macchina da presa. Se inizialmente la trama fatica a dipanarsi, anche perché storicamente complicata nei dettagli, con il passare dei minuti la tensione cresce insieme al senso di oppressione che grava sui poveri protagonisti, ulteriormente appesantiti e intimoriti da un bianco e nero che inquieta.
Una persona desidera una vita migliore per sé e la propria famiglia. Ma a che prezzo? Questo il quesito posto dal regista nello sviscerare il suo atipico thriller, per poi lasciarsi andare ad un finale ambiguo ed irrisolto, che di fatto ha finito per sgonfiare troppo rapidamente e senza ulteriori e doverose risposte un titolo che con estrema lentezza ma valida capacità aveva ben seminato, tra dubbi e tradimenti, intuizioni e complotti, abusi e menzogne, minacce e false promesse.
Voto di Federico: 6.5
Quod Erat Demonstrandum (Romania, 2013, b/n) di Andrei Gruzsniczki; con Ofelia Popii, Sorin Leoveanu, Florin Piersic Jr., Virgil Ogășanu, Tora Vasilescu, Marc Titieni, Dorian Boguță, Alina Berzunțeanu, Lucian Ifrim, George Alexandru, Ada Zamfira