Roma 2019, Viola Davis Premio alla Carriera alla Festa del Cinema
Secondo premio alla Carriera di questa 14esima edizione dopo quello di Bill Murray.
L’attrice, vincitrice di Oscar®, Emmy, Golden Globe e Tony, sarà inoltre protagonista di un Incontro Ravvicinato con il pubblico in cui ripercorrerà il percorso artistico che l’ha vista eccellere fra cinema, televisione e teatro.
“Viola Davis è una attrice straordinaria, che è riuscita a trasformare la sincerità e la dignità in sublime arte recitativa – ha detto Antonio Monda – È un grande onore per me, e per tutta la Festa, celebrarne il formidabile talento e la sua profonda umanità”.
Viola Davis è stata la seconda attrice afroamericana ad aggiudicarsi i premi Oscar®, Emmy e Tony dopo Whoopi Goldberg (che ha vinto anche un Grammy). Candidata per tre volte agli Academy Award, ha vinto nel 2017 il riconoscimento come Miglior attrice non protagonista per Barriere. Ha inoltre ricevuto due Tony Award per il suo lavoro nelle opere teatrali “Barriere” e “King Hedley II”, mentre nel 2015 è stata la prima interprete afroamericana a ottenere il premio come Miglior attrice protagonista in una serie drammatica per Le regole del delitto perfetto, per cui ha ricevuto altre due candidature nel 2016 e nel 2019.
Come lo scorso anno, la Festa del Cinema assegnerà due Premi alla Carriera: già annunciato quello a Bill Murray, che sarà consegnato da Wes Anderson.
Tornare di Cristina Comencini sarà invece il film di chiusura della Festa del Cinema 2019, con Giovanna Mezzogiorno protagonista al fianco di Vincenzo Amato. Il film è ambientato negli anni novanta a Napoli. La protagonista è Alice, una donna di quarant’anni al suo rientro dall’America dopo una lunga assenza, a seguito della morte del padre. Alice e la sorella decidono di vendere la casa di famiglia, ma occorre svuotarla dagli oggetti di una vita. Inaspettatamente, Alice scopre che la casa è abitata da una ragazza giovane e bellissima. Con lei inizia un dialogo intenso e promettente, come il legame che si crea con Marc, un uomo affascinante e gentile incontrato alla commemorazione del padre. Intorno ad Alice prende forma un mondo nuovo, intrigante e pericoloso, che apre squarci sul suo passato e sulla sua esistenza.
“Sono onorato di chiudere la Festa del Cinema con il film di Cristina Comencini – ha detto Antonio Monda – Ammiro il coraggio e l’onestà con cui riesce a raccontare il dolore in una splendida Napoli assolutamente inedita nel cinema italiano”.
Lunedì 14 ottobre alle ore 20.30, infine, pre-apertura della Festa al Teatro dell’Opera per l’anteprima mondiale de La prima donna, il nuovo film documentario di Tony Saccucci, con protagonista Licia Maglietta. La proiezione rientra nel programma delle preaperture della quattordicesima edizione della manifestazione.
Con la sua opera seconda, Tony Saccucci – già autore de Il pugile del duce, menzione speciale ai Nastri d’Argento come Migliore opera prima – racconta la vicenda dimenticata, ritrovata e clamorosa di Emma Carelli: diva assoluta del teatro d’opera, osannata in tutto il mondo nei primi del ’900, e una delle prime donne manager italiane, direttrice del Teatro Costanzi (l’odierno Teatro dell’Opera di Roma) dal 1912 fino al 1926. Soprano acclamata in Italia, in Europa, fino in Sudamerica, riuscì a trionfare anche come impresaria in un ambiente dominato esclusivamente da uomini portando nel suo teatro, per la prima volta in Italia, Picasso, i Balletti russi e i Futuristi. Popolarissima e insieme innovatrice, carattere indomito, libera, emancipata, sin da giovane manifestò un’indole tale da farle tenere testa a colleghi più maturi, ai concorrenti degli altri Teatri, addirittura all’autorità massima e temuta del Maestro Arturo Toscanini. E al capo del nuovo regime, Benito Mussolini. Molto, tanto, troppo, per una donna in quegli anni. Arrivata allo zenith della considerazione pubblica, Emma Carelli inizia durante il fascismo a subire contraccolpi dalla sfera privata e da quella politica. Nel 1926 il Governo la estromette improvvisamente dalla direzione del suo teatro, perché – recita un resoconto redatto dalla polizia segreta fascista – “come donna ha sviluppato un carattere indipendente che le fa assumere atteggiamenti di superiorità verso chicchessia”. Nell’Italia che si avvia verso il regime autoritario Carelli vede la fine del suo teatro, del suo matrimonio, della sua parte di protagonista nel mondo dello spettacolo. Muore in maniera cruenta nel 1928, l’anno che registra il maggior numero di donne suicide nella storia d’Italia.
La prima donna di Tony Saccucci – prodotto da Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Teatro dell’Opera di Roma – racconta questa storia di disparità e violenza di genere attraverso documenti originali e inediti, testuali, fotografici e sonori; preziose immagini di importanti archivi nazionali e esteri, primo tra tutti l’immenso Archivio storico Luce; film del cinema muto usati come materiale narrativo. E riprese originali dentro il tempio del Teatro dell’Opera di Roma, dove Emma Carelli è interpretata da un’attrice del calibro di Licia Maglietta.