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Before Midnight: Recensione in Anteprima del film di Richard Linklater

Prima ci fu l’alba, poi il tramonto. Era tempo della mezzanotte ed ecco Before Midnight. Una giornata per raccontare una vita, senza la presunzione di esaurirla, di contenerla o svilirla perché in essa troviamo sempre molto di più di ciò che è possibile trovare in un film

pubblicato 30 Ottobre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 07:57

Ed infatti al trio Linklater-Hawke-Delpy ce ne sono voluti tre per raccontarci l’amabile storia di questi due giovani e poi meno giovani innamorati alle prese con sé stessi, con l’altro, col loro amore; in altre parole con la vita, per l’appunto. Una storia che si snoda attraverso la bellezza di vent’anni, reali, non fittizi. Nel frattempo Jesse e Celine sono cresciuti e la loro relazione, a distanza o vissuta fianco a fianco che fosse, è maturata. Come il buon vino. Ma cosa significa tutto ciò? Si è forse perfezionata? Loro sono diversi, cambiati? In realtà appare difficile dare una risposta esaustiva a tali domande, non senza attenuare quelle sfumature che è bene lasciar cogliere allo spettatore, mentre assiste a due persone che imparano a conoscersi dall’inizio alla fine.

D’altra parte, proprio come il buon vino, questa trilogia non può certo essere tracannata. Esige serenità, trasporto, comprensione. Perché non c’è nulla di perfetto in essa, essendo la stessa un’ode all’imperfezione, all’umana contingenza, alla sua debolezza mista alla forza straripante delle passioni. Quel reiterato Before (Prima) del titolo in fondo potrebbe benissimo rimandare ad un tempo altro, quale che sia, quasi ad indicare che la storia di Jesse e Celine non è la prima né sarà l’ultima del suo genere.

Nel primo l’ingenuità, la sconsideratezza di chi si lascia trascinare da quelle emozioni che al tempo stesso vorrebbe strenuamente controllare, schematizzare. In tal senso occhio sempre alla scelta della location. In Before Sunrise fu Vienna, la stessa che ci rimanda all’epoca d’oro della ragione speculativa, quella della psicoanalisi, dei Freud e degli Schnitzler; i due giovani perfettamente integrati nel proprio tempo, a cavallo tra una ragione soverchiante ed un sentimento difficile da controllare ma al quale si vuole dare un nome, una forma netta ed inequivocabile. E come suonano talvolta sprezzanti certe sentenze di quella frangia psicanalitica che credeva di aver scoperto tutto, cioè cosa si cela nel cuore dell’uomo, così lo è la decisione dei due di rincontrarsi, sempre lì, al binario 9, sei mesi dopo.

I due non s’incontreranno, ma in compenso la città comunemente considerata la più romantica di tutte, Parigi, fa da sfondo, circa dieci anni dopo, al secondo incontro. Un revival che conferma la vacuità delle loro aspirazioni, per lo meno nella misura in cui si vuole tracciare ogni singola tappa. Ecco allora che Jesse racconta del suo matrimonio fallito, a dispetto di quanto credeva bastasse per reggerlo; mentre Celine appare realizzata, sebbene la sua indole radicalmente indipendente fatica a farle accettare il prezzo che va pagato per le scelte che ha preso nel corso del tempo, in maniera del tutto autonoma. Entrambi realizzati eppure mancanti, Before Sunset si chiude proprio come uno di quei romanzi rosa che tanto piacciono alle brave ragazze, con i due spasimanti ricongiuntisi contro tutto e contro tutti.

Al che dal terzo non sai cosa aspettarti; o per lo meno, lo sai ma non vorresti mai che fosse così per come lo immagini. Ed anche in questo caso l’ambientazione ci dice molto del tenore di questa nuova fetta di esistenza, o per lo meno del suo indirizzo. Siamo in Grecia, patria ancestrale di quella Filosofia che aspira alla saggezza; quest’ultima impunemente e sciaguratamente associata alla vecchiaia, perché si sa… il filosofo ha barba e capelli bianchi. Ma non è questo il punto. Il punto è che altri dieci anni si sono assommati ai dieci precedenti e nel frattempo la vita ed il rapporto di Jesse e Celine è andato avanti. Tanto, troppo tempo è trascorso da quel pomeriggio in un piccolo appartamento parigino. Ora i due vivono assieme ed hanno due figlie, gemelle. Si direbbe l’epilogo perfetto. Per fortuna non è così.

Sarà l’aria che si respira, il buon cibo, la buona compagnia, ma l’estate greca è foriera di bilanci. Jesse sempre più roso dalla lontananza del figlio che vive dall’altra parte del mondo; Celine che di riflesso avverte sé stessa e le proprie figlie come un impedimento per la felicità del compagno. Ma in tutto questo, senza apparente compiacimento, c’è una cosa ed una soltanto che si frappone tra ciascuno di loro e la stabilità della loro convivenza, ossia i rispettivi ego. No, la vecchiaia non li ha fatti saggi. In fondo nella vita non è così che funziona: magari rughe e capelli bianchi comportassero in automatico saggezza! Li vediamo lì, invece, a discutere come dei ragazzini attorno ad un pranzo luculliano appena consumato. Gli argomenti sono sempre gli stessi: l’amore dunque la vita. C’è chi ritiene assurda l’idea di un amore che duri in eterno, o anche solo tutta la vita, mentre i vari commensali raccontano e si raccontano proprio in relazione al proprio partner, presente o meno che sia.

Nient’altro che un prologo per il dibattito che più conta, ossia quello tra Jesse e Celine, sempre e comunque in primo piano. Così diversi eppure così uguali a come li avevamo lasciati, disillusi, eppure così uniti, così a proprio agio l’uno con l’altro. Passeggiano per la campagna mentre il sole lentamente cade sulle loro teste, segnando così l’approssimarsi di quella seratina romantica offerta da una coppia di amici. Contesto che viene magistralmente ribaltato, senza tanta retorica, andando dritto al sodo. È in questo frangente che Before Midnight letteralmente s’impenna, che la discussione s’accende. Ed è questa la fase attraverso cui viene filtrato il senso non solo di una trilogia ma dell’intero, interminabile rapporto che vede i due innamorati in qualche modo insieme da circa vent’anni. Peccato solo che al passaggio dall’originale all’italiano molto vada inevitabilmente perso, specie in un film oltremodo pregno di dialoghi, su cui è di fatto imperniato.

Col disincanto di chi ha oramai ha capito che la vita non è un semplice accumulo di esperienza, Linklater, Delpy ed Hawke ci mostrano l’ordinario col filtro dolce di chi sa raccontare e può farlo. Attraverso una macchina da presa, che senza troppi fronzoli non ha smesso di indugiare su un amore imperfetto, proprio per questo così amabile. Anche alla fine, quando sembra giunto il tempo di tirare le somme ed invece tutto ricomincia daccapo. Perché quell’anziana signora ne ha ancora di storie, piccanti e non, da raccontare prima di tirare le cuoia. Una tra tante, la storia che si consuma tra Jesse e Celine non ha pari; perché solo il cinema poteva aggiungere qualcosa (quel “qualcosa“) all’ordinarietà di un amore così deliziosamente difettoso.

Voto di Antonio: 8,5
Voto di Gabriele: 7

Before Midnight (USA, 2013) di Richard Linklater. Con Ethan Hawke, Julie Delpy, Seamus Davey-Fitzpatrick, Jennifer Prior, Charlotte Prior, Xenia Kalogeropoulou, Walter Lassally, Ariane Labed, Yannis Papadopoulos, Athina Rachel Tsangari, Panos Koronis, Enrico Focardi, Yota Argyropoulou, Serafeim Radis, Anouk Servera e Manolis Goussias. Nelle nostre sale da domani, giovedì 31 ottrobre.