Matt Damon, 43 anni in 5 film, da Will Hunting a Elysium
Nonostante le numerose interpretazioni memorabili, la star hollywoodiana ha vinto un solo Premio Oscar, ma come Miglior Sceneggiatura per Will Hunting – Genio ribelle.
Matt Damon, nato a Cambridge (Massachusetts), l’8 ottobre 1970 è un attore più unico che raro: in 25 anni di attività ha recitato in oltre 50 film, vincendo un Oscar come Miglior Sceneggiatura a soli 28 anni e, soprattutto, non abbassandosi mai a ruoli che potessero mettere in discussione il suo status di grande attore. Nato da una solida e agiata famiglia del New England, il giovane Matthew visse un’infanzia serena nei ricchi sobborghi di Boston. Al college strinse amicizia con un altro futuro enfant prodige del cinema statunitense, Ben Affleck, al quale è tuttora molto legato.
Abbandonati gli studi si dedicò al cinema, ottenendo il suo primo ruolo in Mystic Pizza, nell’ormai lontano 1988; da lì in poi altri ruoli minori, come lo studente di Scuola d’onore o il reduce tossicodipendente di Il coraggio della verità. La grande occasione arriva nel ’97, quando Coppola lo sceglie come protagonista del thriller legal L’uomo della pioggia: Matt non sbaglia il colpo e improvvisamente diventa un attore quotato e nell’arco di due anni inanella una serie di splendidi film diretti da grandi registi. Sempre nel ’97 firma, assieme all’amico Ben Affleck, la sceneggiatura di Will Hunting – Genio ribelle, diretto da Gus Van Sant: rimane una delle migliori interpretazioni dell’attore, per la quale merita una Nomination come Miglior Attore, ma soprattutto vince l’Oscar per la miglior sceneggiatura.
A 28 anni è già una star internazionale e subito dopo compare nel finale del colossal bellico Salvate il soldato Ryan, di Spielberg, senza dimenticare il malavitoso Il giocatore, con Edward Norton e John Malkovich. Ma l’ulteriore spinta in avanti arriva nel ’99, quando Damon si cala nei panni del diabolico e intrigante Tom Ripley, un giovane arrampicatore sociale senza scrupoli, protagonista de Il talento di Mr Ripley, romanzo di formazione cinico e ai limiti del diabolico. Grande interpretazione per la regia di Anthony Minghella e la partecipazione di Jude Law e Gwyneth Paltrow.
Inizia il nuovo millennio e tra una Leggenda di Bagger Vance e un Ocean Eleven, la star più prolifica (professionalmente parlando) di Hollywood, trova il tempo di interpretare il signor Bourne, destinato a diventare uno dei personaggi action più amati di tutti i tempi, con la trilogia iniziata da The Bourne Identity. Se all’apparenza può sembrare un’ennesima copia di 007, l’agente Bourne è invece un personaggio complesso e raffinato: un sicario stanco del proprio lavoro, circondato da automi governati come burattini da entità superiori e inconoscibili. Una iperproduzione assolutamente da vedere.
Dopo qualche commedia dimenticabile e un bel ruolo in Syriana arriva il momento di mettersi a confronto con un altro giovane mito di Hollywood: Leonardo DiCaprio. L’occasione è il celebre The Departed – Il bene e il male, diretto nel 2006 da Martin Scorsese: DiCaprio recita un ruolo che entra facilmente in empatia col pubblico, mentre Damon è confinato nella parte del cattivo, subdolo e doppiogiochista. Ma poco importa, tra i due vince il terzo incomodo Jack Nicholson…
Giunto alla maturità artistica è conteso da ogni regista e nel 2009 Clint Eastwood lo vuole per il suo Invictus, dove l’attore si limita a fare il compitino in un bel film piuttosto prevedibile. Dopo aver lavorato più volte con Soderbergh, i Coen e ancora con Van Sant, nel 2013 arriva Elysium (leggi la recensione), uno sci-fi ambizioso diretto da Neill Blomkamp (District 9), in cui l’attore veste un ruolo da duro d’azione complesso: ironico, intelligente, malinconico. Una sorta di “pio Enea” che deve portare i suoi verso la terra promessa. Continua così Matt…