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Bling Ring: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Il giudizio dei critici Americani e Italiani su “Bling Ring” il nuovo film di Sofia Coppola

di carla
pubblicato 30 Settembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 09:13

Bling Ring: Sofia Coppola dirige Emma Watson. Allora ragazzi, l’avete visto? Vi è piaciuto? Dopo aver letto la nostra recensione ecco arrivare uno sguardo più ampio sulle critiche Americane e Italiane.

Cath Clarke – Time Out: un divertente ritratto dell’ossessione per le celebrità.

James Berardinelli – ReelViews: Tutti i personaggi sono poco profondi e unidimensionali.

Lisa Kennedy – Denver Post: Sofia Coppola offre una critica o in qualche modo è complice? Queste domande sembrano una spirale su se stesse.

Bill Goodykoontz – Arizona Republic: E’ divertente finché dura, ma alla fine dimenticabile, un po’ come le persone che hanno rubato.

Joe Morgenstern – Wall Street Journal: È antropologia, o semplicemente entropia?

Moira MacDonald – Tempi di Seattle: Anche se il ritmo è accattivante, il film sembra un po’ vuoto, questi ragazzi sembrano troppo senz’anima, anche per la satira.

Alonso Duralde – The Wrap: Sofia Coppola non scusa né esalta né critica questi ragazzi, il che sarebbe bene, ma in realtà non li esamina nemmeno.

Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: Dov’è esattamente il dramma qui? Perché raccontare questa storia?

AO Scott – New York Times: Bling Ring occupa una via di mezzo tra vertiginosa banalità e trascendenza, e il suo rifiuto di impegnarsi per uno o l’altro è sia un segno di integrità che una fonte di frustrazione.

Kyle Smith – New York Post: Anche se in superficie Bling Ring è leggero e ripetitivo nella struttura, in realtà è una critica conservatrice della cultura americana…

Joshua Rothkopf – Time Out New York: Apparentemente superficiale ma in definitiva affascinante.

Joe Neumaier – New York Daily News: Narrativamente statico e moralmente banale.

Jocelyn Noveck – Associated Press: E’ ovvio che Coppola conosce questo ambiente, quello che questi ragazzi indossano e il loro modo di parlare.

David Ehrlich – Film.com: Un ricco (e anche urgente) ritratto di una società che ha perso il controllo della sua cultura, un luogo in cui le aspirazioni sono diventate l’ostacolo finale alla felicità reale.

David Edelstein – New York Magazine: piacevole.

Jon Frosch – The Atlantic: evitando i ritmi languidi e il lirismo visivo del suo lavoro precedente, Sofia Coppola ha realizzato un ritratto frenetico di gioventù insulsa ossessionata con la ricchezza e la notorietà.

Andrew O’Hehir – Salon.com: Un viaggio cinematografico fresco e intrigante, in gran parte privo di commento editoriale o di psicologia amatoriale.

Stephanie Zacharek – Village Voice: non c’è profondità.

Owen Gleiberman – Entertainment Weekly: guardando Bling Ring, il pubblico è invitato a comprendere le pulsioni di questi ladri e li vede per quello che sono.

Scott Foundas – Variety: Coppola è sempre abile nel dirigere giovani interpreti.

Todd McCarthy – Hollywood Reporter: Forse ancora di più qui che in altri suoi film, l’atteggiamento di Coppola verso il suo soggetto sembra equivoco, incerto, c’è forse un pizzico di critica sociale, ma sembra troppo a suo agio nel mondo che raffigura per offrire una critica gratificante.

Maurizio Porro – Il corriere della sera: Il nuovo film della Coppola va letto controluce e nasce da un articolo su alcuni ragazzi «hollywoodiani » specialisti nel depredare le ville vip, per assaporare un attimo il contagio di fama e ricchezza. Parte dalla morale, accusando la realtà virtuale che contagia, dentro troviamo anche la critica alla vita vuota e sospesa. Gioco elegante e ripetitivo, lezione senza giudizi verso la gioventù distratta. Cast asseconda, malessere vero.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Sofia Coppola, che con questo quinto film conferma il suo sofisticato gusto di impaginatrice con l’occhio alle più raffinate riviste di moda; la sua vocazione a raccontare il mondo adolescenziale, nonché la fragile consistenza della sua ispirazione artistica (…) gli insulsi protagonisti di The Bling Ring, che tra l’altro nella vita reale se la sono cavata con pene molto lievi, suscitano noia e antipatia. Anche per l’inadeguatezza dei giovani interpreti, tutti incapaci – inclusa Emma Watson – di sopperire alla debolezza di una sceneggiatura scritta dalla Coppola sulla falsariga dell’articolo della Sales senza preoccuparsi di creare un minimo di spessore drammaturgico: cosicché i personaggi restano appiattiti su un monocorde registro di cronaca. Si sa che la Coppola è una regista che lavora per sottrazione sul non detto. Ma a Bling Ring manca una ragione di essere, una prospettiva, un’anima.

Francesco Alò – Il Messaggero: Per una volta la Coppola, ispirata da un articolo di Vanity Fair sulla vera gang delle ville, giudica i suoi personaggi. Brava.

Dario Zonta – l’Unità: (…) è un film piuttosto straordinario come anche l’approccio da studiosa dei fenomeni sociali e di costume che ha la figlia di Francis Ford Coppola, e nonostante l’altissimo grado di artificio delle sue opere, fra molti anno verranno studiate come fossereo “documentari”, tale è l’approfondimento dell’indagine e la capacità di osservazione di vizi e vezzi dei ricchissimi americani.

Maurizio Acerbi – il Giornale: (…) Che prendano poi di mira i loro modelli esistenziali è un perfetto cortocircuito che vale più di tanti trattati di sociologia. Non sarà un capolavoro ma è un film da vedere con i propri figli.