20 film lenti ma da vedere
Lentezza fa rima con bruttezza? Oggi no, ecco 20 film in cui la rima è con bellezza!
Oggi vi propongo uno speciale tratto da TasteOfCinema, ossia il post 20 film lenti che meritano la vostra pazienza. Fatemi sapere cosa avete visto, quale vi è piaciuto, quale no e in quale occasione vi siete addormentati.
20. La sottile linea rossa (1998)
La guerra vista con gli occhi di Terrence Malick dove il regista spesso rifugge dalla visualizzazione della violenza reale in favore delle espressioni disgustate sui volti dei partecipanti. The Thin Red Line ha vinto l’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino del 1999.
19. Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti (2010)
Un uomo morente giace sul letto di morte e “ricorda” le sue vite precedenti, con la gente del passato. La colonna sonora è composta in gran parte dal rumore della foresta, una serie di inquadrature molto lunghe e una narrazione apparentemente inesistente. Il film, diretto da Apichatpong Weerasethakul, ha vinto la Palma d’oro come miglior film al Festival di Cannes 2010.
18. Il grande silenzio (2005)
Non c’è davvero una trama, visto che si tratta di un documentario che segue le vite di monaci certosini che nelle Alpi francesi. Regia di Philip Gröning, durata: 162 minuti.
17. La promessa (2001)
Una lenta, dolorosa rappresentazione della dedizione al proprio incarico con una discesa nella follia. Potrebbe essere un po’ troppo triste per alcuni ma Jack Nicholson è al top della forma, mentre un cameo di Mickey Rourke rappresenta un altro punto alto della pellicola. Regia di Sean Penn.
16. Barry Lyndon (1975)
Stanley Kubrick trasporta sul schermo il romanzo Le memorie di Barry Lyndon di William Makepeace Thackeray, sulla vita di un arrampicatore sociale senza scrupoli, e la sua ascesa per un posto tra l’aristocrazia. Il livello di dettagli presente nel film è impressionante. La pellicola vinse i premi Oscar 1976 per fotografia, costumi, scenografia e colonna sonora. Nominations invece per film, regia e sceneggiatura non originale (adattata da Kubrick). Quell’anno in queste ultime 3 categorie vinse Qualcuno volò sul nido del cuculo.
15. Paris, Texas (1984)
Wim Wenders mette l’America rurale sotto il microscopio con questa storia enigmatica su un uomo colpito da amnesia. Paris, Texas ha vinto la Palma d’oro come miglior film al Festival di Cannes del 1984.
14. Last Days (2005)
Michael Pitt interpreta una rock star depressa (modellata su Kurt Cobain) che si spinge verso il suicidio. Chiunque speri in sesso, droga e rock ‘n’ roll rimarrà deluso: è un film lugubre sulla natura della depressione, non un biopic su Cobain. Il ritorno di Gus Van Sant al cinema indie qui funziona a meraviglia, la sua osservazione, lo stile distaccato è il mezzo perfetto con cui ritrarre un uomo alla deriva.
13. L’Avventura (1960)
Quando una giovane ragazza scompare misteriosamente durante un viaggio in Sicilia, il suo fidanzato e la migliore amica si mettono sulla sua ricerca. Il regista Michelangelo Antonioni crea una delle fette più deliziosamente oscure del cinema. Chiunque spera in una risoluzione ordinata sarà deluso, il piacere, invece, viene dalla testimonianza di un regista che smantella sapientemente la struttura tradizionale di ciò che avrebbe potuto essere un film d’avventura e la sua sostituzione con uno studio sconcertante di sradicamento sociale. Presentato in concorso al Festival di Cannes del 1960, L’avventura vinse il Premio della giuria.
12. Le armonie di Werckmeister (2000)
Una fetta di surrealismo “languido” del regista Béla Tarr ambientato in un sterile comune ungherese in cui l’ordine è disturbato dall’arrivo di un circo itinerante decisamente sinistro. La trama è abbastanza impenetrabile, ma la politica migliore è quella di sedersi e ammirare la straordinarie immagini e le bizzarre coreografie. Assolutamente unico e sorprendentemente ipnotico.
11. Apocalypse Now Redux (2001)
Si tratta dell’inserimento di un’ora di filmati extra nel viaggio già epico del capolavoro di Francis Ford Coppola. Alcune delle scene aggiuntive contribuiscono a creare un percorso più contemplativo e, naturalmente, lo splendido finale conserva tutto il suo antico potere.
10. America oggi (1993)
Per vedere il film di Robert Altman è necessario un certo grado di pazienza ma, una volta presi i suoi ritmi, è un film dolorosamente bello nella rappresentazione di una Los Angeles contemporanea. America Oggi ha vinto il Leone d’Oro come miglior film al Festival di Venezia 1993.
9. L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford
Brad Pitt e Casey Affleck sono entrambi eccellenti (il secondo fu nominato agli Oscar ma vinse Javier Bardem per Non è un paese per vecchi) e Roger Deakins è stato sfortunato a perdere la Statuetta per la fotografia (quell’anno vinse Robert Elswit per Il petroliere). Regia di Andrew Dominik.
8. Dogville (2003)
Lars Von Trier si spoglia di tutti i fronzoli in questo film di 178 minuti su una borgata nascosta tra le montagne rocciose. Una Nicole Kidman mai così brava ed il look unico del film invita lo spettatore a concentrarsi sulle prestazioni del suo eccellente cast.
7. Il petroliere (2007)
Il perfido Daniel Plainview si accinge a piegare una comunità al suo volere, spazzando via chiunque si metta sulla sua strada, famiglia o altro. Il film ha vinto i premi Oscar come Miglior attore protagonista a Daniel Day-Lewis e fotografia. Regia di Paul Thomas Anderson.
6. Che – L’argentino (2008)
La storia di Che Guevara raccontata con gli occhi di Steven Soderbergh. Che – L’argentino è la prima parte, la seconda si intitola Che – Guerriglia ed è sempre diretta da Soderbergh. Il film intero è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2008, dove Benicio del Toro ha vinto come miglior attore. L’interpretazione di Del Toro è infatti assolutamente ipnotizzante ed il finale potrebbe essere pessimista, ma non si può negare la sua efficacia.
5. Una storia vera (1999)
La storia di un uomo anziano che attraversa il paese su un tosaerba a motore per visitare il fratello malato… E’ senza dubbio l’opera più sincera di David Lynch… Nomination Miglior attore protagonista agli Oscar 2000 a Richard Farnsworth. Quell’anno vinse Kevin Spacey – American Beauty. Gli altri candidati erano: Russell Crowe – Insider, Sean Penn – Accordi e disaccordi, Denzel Washington – Hurricane.
4. Il settimo sigillo (1957)
Un esame di fede e di mortalità per il maestro Ingmar Bergman. La storia segue un cavaliere disilluso attraverso una serie di incontri con la morte. La partita a scacchi con la morte più famosa del mondo. Il film fu presentato in concorso al Festival di Cannes 1957 e vinse il Premio Speciale della Giuria, ex aequo con I dannati di Varsavia di Andrzej Wajda.
3. Zodiac (2007)
Non solo il lungo (151 minuti) thriller di David Fincher non offre una risoluzione soddisfacente (sappiamo fin dall’inizio che il killer Zodiac non fu mai catturato), ma la maggior parte dell’azione racconta le minuzie di un’accurata indagine che sappiamo essere condannata fin dall’inizio. Gli attori nel cast sono decisamente carismatici: Jake Gyllenhaal, Mark Ruffalo e Robert Downey Jr.
2. Solaris (1972)
Diretto da Andrei Tarkovskij, uno dei migliori autori del “cinema lento”, il film segue i tentativi di uno psicologo che viene a patti con la perdita della moglie nei dintorni ostili del vuoto cosmico. Okay, quindi non ci sono incontri alieni, o motori che si rompono per fornire un intermezzo action ma Tarkovskij riesce a descrivere un diffuso senso di isolamento ed il film funziona splendidamente come studio delle capacità dell’uomo (e non) di vivere con se stesso. Solaris fu presentato in concorso al Festival di Cannes 1972 ed ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria. Nel 2002 il regista Steven Soderbergh ha girato un remake con George Clooney.
1. 2001: Odissea nello spazio (1968)
2001 è un’odissea tentacolare attraverso il tempo e lo spazio, con una meditazione sugli albori dell’uomo, prima di intraprendere una strada più sinistra, grazie ad un malevolo sistema di intelligenza artificiale. Premio Oscar 1969 a Stanley Kubrick per i Migliori effetti speciali (l’unico Oscar vinto da Kubrick!). Il film fu nominato anche come miglior regia (quell’anno vinse Carol Reed – Oliver!), Migliore sceneggiatura originale a Stanley Kubrick e Arthur C. Clarke (Mel Brooks – Per favore, non toccate le vecchiette) e scenografia (vinse Oliver!).