Dario Argento: auguri da incubo in 10 film e brividi cult
Auguri da incubo per il compleanno di Dario Argento, in 10 film che lo hanno reso un mito del cinema di respiro internazionale, a prova di critiche e discese negli abissi.
Un mito che scruta il buio e le soglie del visibilie, mescolando generi, sottogeneri e ossessioni personali degeneri, con la suspance del thriller e il terrore dell’horror, le paure infantili e le inquietudini adulte, le saghe bestiali e la ferocia della natura umana sedotta dal male, che non lesina traumi, feticismi e deviazioni.
Un timido dotato di ironia e gusto per il perturbante, con una vera passione per la sperimentazione delle tecniche di ripresa, la soggettiva angosciante e le atmosfere musicali inquietanti, divenute cifra stilistica, amata e odiata da parecchi per le medesime ragioni.
Le stesse che hanno portato registi come Carpenter, Romero e Landis, ma anche Stephen King, a considerarlo un maestro da citare e omaggiare, molti di più ad imitarlo, altri a sottovalutarne i pregi tra i difetti, e sopravvalutarne un mestiere che si fregia di passioni e ossessioni, senza curarsi troppo di logica narrativa ed economia di tecnologia degli spaventi.
Dario Argento, con una famiglia di produttori ad assecondarne le sperimentazioni, e un entourage di professionisti e collaboratori del calibro di Bernardino Zapponi, Luigi Cozzi, Goblin, Carlo Rambaldi, e attori di fama internazionale, resta l’artefice di brividi cult, dall’intenso Profondo Rosso, rivisto al cinema lo scorso aprile in versione restaurata digitale, al caleidoscopio ossessivo di Suspiria, in attesa da anni del sabba di streghe del suo remake, dal quale ben pochi si aspettano la discesa negli inferi dell’originale.
Dopo aver dato sepoltura al mito di Dracula in 3D, Dario Argento ha iniziato a lavorare su un nuovo progetto, nell’attesa e con i migliori auguri per l’esito, non ci resta che dare uno sguardo ai 10 film (in ordine temporale) e relative tappe della produzione cinematografica che lo hanno reso Argento vivo per il cinema internazionale, accompagnati da video e curiosità.
L’uccello dalle piume di cristallo (1970)
Un esordio in giallo esuberante e innovativo, che si ispira a Mario Bava e intuizioni del western all’italiana, inaugurando la Trilogia degli animali con la colonna sonora di Ennio Morricone, e come per Suspiria, da tempo ha ceduto i diritti per la realizzazione di un remake americano.
Il gatto a nove code (1971)
« C’era una volta un enigmista,
che assieme ad un giornalista,
decise di sapere
perché certa gente muore.
Così enigmista e giornalista
finirono anche loro sulla LISTA. »
Quattro mosche di velluto grigio (1971)
L’ultimo capitolo della trilogia degli animali, introvabile dal 1992 al 2008, con la colonna sonora di Morricone e un finale ‘da perdere la testa’.
Profondo Rosso (1975)
Il capolavoro in Rosso che segna il passaggio dal giallo/thriller al nero/horror, e spaventa a anni di distanza, rinvigorito dal restauro, consacrato da pubblico e critica di generazioni, epoche ed effetti speciali diversi, con la suspance portata all’apoteosi da cantilene e l’inconfondibile colonna sonora dei Goblin.
Suspiria (1977)
Il capolavoro horror, con colori, brivido e meccanismi dal sapore avanguardista, i sequel di Inferno e La terza madre dello stesso Argento, un numero corposo di citazioni e omaggi, da L’aldilà di Lucio Fulci a Juno di Jason Reitman, e la più “paurosa” e sperimentale colonna sonora dei Goblin, utilizzata anche dalle russe da medaglia d’oro anche durante le finali del nuoto sincronizzato alle XXX Olimpiadi di Londra.
Inferno (1980)
Sottovalutato per alcuni, troppo splatter e poco suspance per altri, tra gatti che servono il Maligno e streghe rintanate nelle viscere di un triangolo alchemico circoscritto da Friburgo, Roma e New York, l’Inferno di Argento resta una chicca per fadeli, con Mario Bava e suo figlio Lamberto all’aiuto regia, prodotta da 20th Century Fox, anche se distribuita in modo ridotto rispetta a Suspiria.
Tenebre (1982)
Un ritorno al thriller con soggettive da serial killer traumatizzato, un oggetto del desiderio ambiguo come Eva Robin’s, tra corpi trafitti da asce e tacchi a spillo, 12 morti, e scene violente tagliate insieme a quella della morte di Veronica Lario (futura e poi ex moglie di Silvio Berlusconi). Se riuscite a recuperare l’edizione non autorizzata in super 8 avvertitemi.
Phenomena (1985)
Il film preferito da Dario Argento inizia uccidendo la sua primogenita Fiore, nei panni della prima vittima dell’assassino, ha un senso per gli insetti (40 milioni di insetti), e il diverso che alberga in modo diverso in ciascuno di noi, giocando con l’affinità tra specie diverse, per captare la morte e salvare la vita.
Opera (1987)
Lo slasher-thriller è il primo scritto e diretto da Dario Argento ispirato all’ambiente dell’Opera, seguito da Il fantasma dell’Opera, che rivisita il classico letterario di Gaston Leroux.
Trauma (1992)
La terza produzione americana di Argento esporta il giallo all’italiana, e la prima interpretazione della figlia Asia Argento, ispirata alla sorellastra Anna (figlia di Daria Nicolodi) affetta da anoressia nervosa, morta in un incidente nel 1994, ma nel film appare avvolta da un velo, che danza durante lo scorrimento dei titoli di coda.