Festival di Venezia: le Femen all’assalto del Lido
Agguerrite come sempre, sono sbarcate ieri al Lido di Venezia sette rappresentanti di Femen, il movimento femminista ucraino che da anni si batte contro la società maschilista e patriarcale e i suoi dettami tuttora presenti nell’ex Unione Sovietica.
Sono arrivate ieri, a bordo di un taxi, sfoderando grandi sorrisi e pugni alzati al cielo (e una attivista mostrava orgogliosamente le braccia ingessate): stavolta si sono presentate senza il classico nude look che le ha rese celebri. Non si trattava di una manifestazione infatti, ma di una vittoria: ieri è stato presentato Ukraine is not a brothel, il docufilm realizzato dalla regista australiana Kitty Green che racconta la storia del movimento.
L’opera, fuori concorso, viene proiettata nuovamente oggi alle 17.00 alla Sala Perla e domani alle 22.15 alla Sala Perla 2. Un viaggio all’interno del mondo Femen, per conoscere le attiviste e gli ideali dai quali sono mosse, talvolta a rischio della propria vita, a manifestare contro un governo e una società che nonostante le apparenze mantiene molti retaggi dell’ex impero Sovietico.
La regista Kitty Greene ha così raccontato il suo approccio con il mondo Femen:
“Avevo letto per la prima volta di Femen su un gionale, mentre viaggiavo in Ucraina, il paese natale di mia madre. Mi aveva incuriosito il loro essere “Femministe in Topless”. Per un anno ho condiviso un appartamento con cinque attiviste, filmando le loro proteste e i loro arresti, imparando a capire i loro ideali. Ukraine Is Not a Brothel è un viaggio all’interno delle vite segrete di queste splendide donne. E’ un film che parla della brutale forza della cultura patriarcale nell’est Europa.”