Home Festival di Venezia Il Ministro Kyenge; “Il cinema strumento fondamentale di integrazione.”

Il Ministro Kyenge; “Il cinema strumento fondamentale di integrazione.”

Il Ministro per l’Integrazione, ieri al Lido: “Credo nella potenza di comunicazione del cinema, è parte del lavoro che porto avanti.”

pubblicato 3 Settembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 10:09

La settantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia offre, con alcuni dei film in concorso, una panoramica sulle diversità e l’integrazione tra culture differenti, a partire da La mia classe, di Gaglianone (leggi l’intervista), passando da Ana Arabia, sulla difficile convivenza tra arabi ed ebrei in Palestina, finendo con il toccante White Shadow, struggente film di Noaz Deshe sulla terribile condizione degli albini nell’Africa equatoriale.

Non poteva quindi mancare Cécile Kyenge, Ministro per l’Integrazione, che ieri ha incontrato alcuni degli interpreti de La mia classe, film che racconta le difficoltà di alcuni studenti extracomunitari ad integrarsi in un’Italia (in questo caso Roma) ancora troppo diffidente nei confronti del “diverso”. La Kyenge ha dichiarato, durante la sua visita:

“Il cinema, con il suo linguaggio capace di coinvolgere e toccare in profondità è fondamentale per promuovere l’integrazione e i cambiamenti culturali sui migranti. Credo nella potenza di comunicazione del cinema, è parte del lavoro che porto avanti. Continuo a battermi per sconfiggere i pregiudizi e far accettare le diversità. Bisogna capire che siamo tutti uguali. Girando per l’Italia mi sono imbattuta spesso nella discriminazione inconsapevole di chi si proclama non razzista ma poi nei fatti, si smentisce.”

Un messaggio importante, diretto, quello del Ministro che vede nel cinema uno strumento per aiutare il paese a superare pregiudizi radicati che ancora dividono la popolazione per colore della pelle, religione, lingua. Il cinema non può cambiare il mondo, ma può fornire il suo contributo, insomma e film come quelli succitati possono aiutare a sensibilizzare il pubblico su situazioni che coinvolgono direttamente l’Italia, come quelle narrate ne La mia classe, sia indirettamente, come in Ana Arabia e White Shadow.

Tra i rappresentanti delle istituzioni non poteva mancare ovviamente il Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray, che si trova nella non facile situazione di dover aiutare il cinema a ripartire, senza che il peso vada a gravare troppo sull’erario pubblico:

“Bisogna sollecitare la volontà di tutti a fare sistema. Vorrei che il cinema italiano fosse uno dei momenti importanti con il quale tornare a fare grande il paese, vorrei dare molto spazio alla scuola di cinematografia. Vorrei valorizzare tutte le professioni del cinema. Vorrei che la conferenza nazionale sul cinema si tenesse in autunno.”

Progetti ambiziosi e nobili proponimenti, indubbiamente: al momento il Governo ha dato una notevole boccata d’ossigeno al nostro cinema, grazie ai 90 milioni circa di finanziamento che deriveranno dalla conferma del tax credit. Ma come più volte enunciato, l’assistenzialismo, se così si può definire, non porta risultati a lungo termine e fa piacere che il Ministro abbia in agenda (speriamo) una valorizzazione delle scuole di cinema e il proposito di valorizzare la professionalità di tutti gli addetti ai lavori. Attendiamo fiduciosi…

Festival di Venezia