Parkland: Recensione in Anteprima del film di Peter Landesman
Parkland, ovvero il film sull’assassinio del Presidente Kennedy in quell’assolato giorno di Novembre a Dallas. Peter Landesmas si presenta con un titolo alquanto scialbo, il più deludente tra quelli visti fino ad ora in Concorso
Ebbri ancora di un Festival che da queste parti, fino a questo momento, abbiamo recepito abbastanza positivamente, arriva il primo titolo che presta il fianco a non poche domande, non del tutto edificanti peraltro. Parkland di Peter Landesman è un film che si fatica davvero a comprendere nell’ambito di un cartellone che, anche quando non esalta (come nel caso di Child of God), mantiene comunque una certa linea, condivisibile o meno che sia.
A questo giro si tratta anzitutto di inquadrare un’opera come quella di Landesman, che porta a Lido un lavoro incentrato sull’assassino di John Fitzgerald Kennedy, avvenuto in quell’oramai storico 22 Novembre 1963 a Dallas. Se da un lato si può quindi intuire il perché dell’operazione, che cade a cinquant’anni esatti da quel tragico evento, dall’altro sfuggono malamente gli obiettivi che gli autori si erano prefissati nel portarla a compimento.
Inchiesta? Approfondimento? A ben vedere, nessuna di queste due. In poche parole, Parkland si limita a ricordarci che cinque decadi fa venne ucciso l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America: di tutto il resto tace. Non s’immischia Landesman negli affari di chi ancora, a distanza di tutto questo tempo, non ha risolto neanche alla lontana un caso così scottante e del quale probabilmente mai si verrà a capo. Tutt’al più evidenzia, non necessariamente mostrandocelo, l’inadeguatezza di chi doveva “vigilare” affinché tutto ciò non accadesse. Tremendamente piatto, Parkland non tenta nemmeno di fare presa con una narrazione un attimino più spigliata, attenta a tenere desta l’attenzione sia di chi conosce (o così crede) i fatti, sia di chi invece ignora del tutto l’accaduto.
Un cast che definire sprecato è un eufemismo, visto che vanta nomi di un certo tipo (Paul Giamatti, Billy Bob Thornton e Zac Efron sono i tre più in vista), tutti utilizzati in maniera sin troppo pallida, smarriti in una coralità che non sta in piedi pressoché in nessun momento. Quasi comico il personaggio della madre di Lee H. Oswald, la cui interpretazione appare talmente forzata da rendere ulteriormente rovinoso il risultato di Parkland. Ma perché questo titolo?
Parkland è il nome dell’ospedale in cui furono ricoverati sia il Presidente Kennedy che, successivamente, il suo assassino Oswald. Volendo in qualche modo trarre un’indicazione fornitaci dal film, sembra si faccia leva sulla complessità dell’intera faccenda nel suo aspetto meramente umano. Passando in rassegna, in maniera breve ed incerta, gli episodi che hanno coinvolto, tra gli altri, Abraham Zapruder (autore delle famose riprese relative al momento degli spari) e la famiglia di Oswald, con le reazioni di segno completamente opposto da parte della madre da un lato, e del fratello di colui che premette il grilletto dall’altro. Un modo come un altro per rimettere a fuoco le vere vittime di quell’evento così poco chiaro, vanificato però da un soggiorno sin troppo prolungato in superficie.
Raffazzonato, privo di alcun mordente, Parkland, in altre parole, è un film che rischia a più e più riprese di risolversi in maniera sin troppo insipida. Un più che trascurabile film TV insomma, che non si distingue per nessuna cosa in particolare, la cui unica ambizione pare essere quella di rievocare, senza analizzare, senza promuovere o demolire alcunché. Solo che al cinema la semplice illustrazione dei cosiddetti fatti spesso e volentieri non conduce da nessuna parte, se non ad annoiarsi.
Voto di Antonio: 3
Voto di Gabriele: 1
Parkland (USA, 2013) di Peter Landesman. Con Zac Efron, Paul Giamatti, Marcia Gay Harden, Billy Bob Thornton, Jacki Weaver, Jeremy Strong, Gary Grubbs, Bryan Batt, Brett Stimely, Drew Waters, Richard Jackson, Robert Catrini, Matthew Tompkins, Peggy Schott, Jackie Earle Haley, Ron Livingston, Colin Hanks, Tom Welling, James Badge Dale, David Harbour, Matt Barr e Devin Bonnee.